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Il sistema coperchio/griglia, telaio e pozzetto formano un corpo unico adibito a specifiche funzioni che dovrà sopportare sollecitazioni ed essere accessibile per ispezioni e manutenzioni.La posa in opera del telaio sul pozzetto è perciò un’operazione di fondamentale importanza per garantire la stabilità del dispositivo.
Prima di procedere all’installazione, è perciò fondamentale prendere in considerazione sia i materiali impiegati, sia il progetto, nonché il tempo minimo da rispettare prima di ripristinare la normale circolazione per prevenire i cedimenti prematuri del letto di posa, con la conseguente separazione del telaio dal pozzetto.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo.
Chiusini, griglie e caditoie sono tradizionalmente manufatti posti a copertura di pozzetti che portano ai tombini ed alla fognatura: il sistema coperchio/griglia, telaio e pozzetto formano un corpo unico adibito a specifiche funzioni che dovrà sopportare sollecitazioni ed essere accessibile per ispezioni e manutenzioni.
Ne deriva come la posa in opera del telaio sul pozzetto sia un’operazione di fondamentale importanza per garantire la stabilità del dispositivo.
Pertanto, prima di procedere all’installazione, è fondamentale prendere in considerazione sia i materiali impiegati, sia il progetto, nonché il tempo minimo da rispettare prima di ripristinare la normale circolazione per prevenire i cedimenti prematuri del letto di posa, con la conseguente separazione del telaio dal pozzetto.
Prima di iniziare i lavori è necessario accertarsi che:
• pozzetto e telaio del chiusino/caditoia, abbiano la stessa dimensione interna, chiamata luce;
• che non vengano montati telai tondi su pozzetti quadrati e viceversa;
• realizzare un letto di posa dallo spessore variabile tra 2 a 4 cm, con malta cementizia o altro materiale idoneo alle particolari condizioni ambientali. Il materiale dovrà garantire a fine maturazione una resistenza ad una compressione (Rck) minima di 50 N/mm2;
• che a specifico coperchio venga montato il suo rispettivo telaio;
• soppesare i tempi di maturazione delle malte cementizie resistenti alla compressione;
• disporre di idonei materiali di spessoramento per innalzare, se necessario, il livello dell’alloggiamento, portando il telaio alla quota voluta;
• è opportuno aver sempre chiaro il progetto e le dimensioni del vano di alloggiamento in modo da evitare il più possibile l’uso di spessori raggiungi quota.
Ad inizio lavori è consigliabile aumentare, ove possibile, la ruvidità della superficie del pozzetto su cui verrà posizionato il telaio per migliorare la presa del letto di posa e pulire accuratamente la superficie della base del telaio e quella di appoggio del pozzetto per eliminare eventuali detriti.
Il letto di posa deve essere solido, non fessurato e distribuito in modo omogeneo per garantire l’appoggio uniforme del telaio e riempire lo spazio sotto il telaio in ogni sua parte.
Altro accorgimento importante consiste nel verificare che la superiore del telaio sia a livello con la superficie della pavimentazione.
Il posizionamento del telaio deve avvenire prontamente, subito dopo la stesura del materiale di posa, esercitando una pressione adeguata per garantire la presa. Successivamente si procede con il riempimento per strati del vano di alloggiamento, fino al piano stradale, che verrà poi rifinito con il tappeto in asfalto. La fase di riempimento e muratura richiede la massima attenzione, per garantire la coesinone tra i vari componenti per evitare il basculamento e la conseguente rumorosità dei coperchi.
I chiusini in ghisa Link sono provvisti di barre elastiche di serraggio del coperchio e/o della griglia sul telaio. Tale caratteristica ha lo scopo di garantire un migliore e più sicuro ancoraggio tra coperchi/griglie coi relativi telai. L’apertura e la chiusura degli articoli, provvisti di tali sistemi elastici di chiusura, deve essere effettuata tramite l’utilizzo di una leva (palanchino / piccone / piede di porco) inserendo l’attrezzo nell’apposita fessura. L’operazione deve essere effettuata con cura, avendo l’accortezza di usare attrezzi dalle corrette dimensioni esercitando la forza sufficiente per effettuare lo sblocco e successivo reinserimento, evitando accuratamente la rottura del sistema elastico di bloccaggio.
La corretta installazione di chiusini e caditoie previene la rumorosità, l’eventuale usura prematura, i possibili cedimenti del letto di posa e la conseguente separazione del chiusino dal pozzetto, che rappresentano situazioni di potenziale pericolo per pedoni e veicoli stradali.
In seguito dell’entrata in vigore del regolamento UE 2020/1149, si rende noto che a partire dal 24 agosto 2023, sarà necessario, per tutti gli utenti professionali e industriali di adesivi poliuretanici e prodotti sigillanti, di aver partecipato e conseguito con esiti positivi corsi di formazione inerenti la manipolazione di diisocianati.
In seguito dell’entrata in vigore del Regolamento UE 2020/1149, si rende noto che a partire dal 24 agosto 2023, sarà necessario, per tutti gli utenti professionali e industriali di adesivi poliuretanici e prodotti sigillanti, di aver partecipato e conseguito con esiti positivi corsi di formazione inerenti la manipolazione di diisocianati.
Nel dettaglio, le restrizioni previste dall’allegato XVII (restrizione N°74) del Regolamento UE 1907/2006 (REACH) interessano l’utilizzo per uso industriale e professionale di articoli e miscele contenenti diisocianati in quantità ≥0,1%, in prodotti in poliuretano (PU). E’ necessario quindi che, datori di lavoro o lavoratori autonomi garantiscano ad utilizzatori industriali o professionali, che possono dover manipolare i prodotti sopra citati, la possibilità di seguire corsi di formazione adeguati prima del loro utilizzo.
Il conseguimento positivo dei corsi di formazione comporta il rilascio di un patentino NCO che avrà validità di 5 anni.
E’ possibile svolgere i corsi presso istituti accreditati, consulenti per la sicurezza sul lavoro, associazioni di categoria, oppure tramite la piattaforma di formazione messa a disposizione da FEICA (Associazione dell'industria europea degli adesivi e dei sigillanti) in collaborazione con altre aziende produttrici di poliuretani, disponibile in varie lingue dell'UE e con fruizione gratuita, accessibile a questo link: www.safeusediisocyanates.eu .
I datori di lavoro devono garantire che i loro dipendenti abbiano completato con successo la formazione sull'uso sicuro dei diisocianati, prima dell'uso della sostanza o della miscela stessa. La formazione deve tenere conto della specificità dei prodotti forniti, la composizione, l'imballaggio e le condizioni di applicazione e conservazione.
I fornitori di diisocianati devono assicurare che i destinatari ricevano informazioni sufficienti per permettere, a loro volta, ai loro dipendenti lo svolgimento di corsi nelle lingue ufficiali dello Stato membro o degli Stati membri e fornire l’eventuale elenco di prodotti/miscele ad essi venduti che possono contenere diisocianati in quantità ≥0,1%.
I produttori di articoli contenenti quantitativi di diisocianati superiore allo 0,1% hanno l’obbligo di avvisare i propri clienti.
A tale scopo si segnala che al seguente link https://echa.europa.eu/documents/10162/503ac424-3bcb-137b-9247-09e41eb6dd5a vengono fornite le indicazioni previste dall’allegato XVII del regolamento REACH 1907/2006 relative la restrizione numero 74 (Diisocianati).
Pregasi notare: essendo i diisocianati classificati come sensibilizzanti delle vie respiratorie e della pelle di categoria 1, l’esposizione per via cutanea o per inalazione di queste sostanze, può causare malattie professionali come asma.
Al momento i prodotti contenenti diisocianati (quali composti chimici impiegati nella produzione di composti poliuretanici) commercializzati da Link Industries sono:
• Emfimastic PU40FC
• Emfimastic PU403
• Emfimastic PU50
Si specifica:
• l’indicazione della presenza di queste sostanze è in scheda di sicurezza;
• le schede di sicurezza riportano nella sezione 2.2 l’indicazione della presenza di diisocianati, il loro intervallo di concentrazione in percentuale e il riferimento al regolamento UE 2020/1149;
• nella sezione 15 sono indicati anche i dettagli di CAS number della sostanza soggetta alla restrizione 74;
• le misure di prevenzione e di utilizzo di adeguati sistemi di protezione per la manipolazione del prodotto sono anch’esse riportate nella scheda di sicurezza.
Il nostro ufficio tecnico rimane a vostra disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
L'accesso ad un’area di lavoro soggetta a movimentazione dei carichi ed al transito di mezzi pesanti richiede la massima attenzione di tutti gli operatori.
Si ricorda che durante le operazioni di carico/scarico:
Se il conducente ha necessità di accedere ai servizi interni deve tassativamente attendere il personale Link che lo accompagnerà nel tragitto utilizzando gli appositi passaggi dedicati ai pedoni, ponendo la massima attenzione ad eventuali attraversamenti di vie di transito dei mezzi di sollevamento.
Una volta che la merce è stata scaricata/caricata, il personale Link ne informerà il conducente e solamente a questo punto il veicolo potrà essere rimosso dalla zona di carico.
Si ricorda che durante il passaggio di visitatori a magazzino,
tenuto conto che pericoli derivanti dalle attività effettuate nelle aree di transito possono essere sia di tipo fisico quali cadute, collisioni, urti, l’impossibilità di evacuazione, o essere causati da agenti dannosi, si ritiene opportuno che ciascun ospite in visita rispetti le indicazioni per la sicurezza previste per le aree di transito che riguardano i segnali sulla pavimentazione, la visibilità durante il passaggio dei veicoli ed i relativi punti d’incrocio oltre alla verifica e l’impiego di idonei DPI e la non attivazione, per libera scelta, di alcun macchinario.
Inoltre, in caso di visita nel magazzino, gli ospiti e/o i conducenti devono essere sempre accompagnati da un incaricato della Link Industries e non possono allontanarsi da quest’ultimo e circolare in modo autonomo.
Si chiede pertanto di prendere buona visione del seguente file (Istruzione sulle procedure di emergenza adottate a Spinetta M.go.) salvato sul sito aziendale nella pagina “Documenti Utili” e si richiede cortese inoltro dello stesso ai vostri autisti/vettori che visitano il nostro centro.
Grazie
Il team Link
Il “vecchio solaio” freddo ed umido ed il torrido sottotetto che fungeva da deposito ed elemento intermedio a salvaguardia degli ambienti abitativi sottostanti, sono ormai superati da mansarde accoglienti e funzionali grazie ad una elaborata stratigrafia di specifici materiali che, se ben progettati, interagiscono per creare comfort e risparmio energetico.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
Oggi la stratigrafia del tetto è un insieme complesso di strati differenti che, se ben progettati, interagiscono per creare comfort e risparmio energetico. Il “vecchio solaio” freddo ed umido ed il sottotetto che una volta fungeva da deposito creando un vano intermedio dell’edificio a salvaguardia degli ambienti abitativi sottostanti, sono ormai superati da mansarde accoglienti e funzionali.
L’attuale stratigrafia del tetto parte dalla struttura portante che può assumere diverse configurazioni (continue, piane, inclinate) ed essere realizzata in molteplici materiali (legno, in laterocemento, in calcestruzzo armato o in acciaio). In una copertura in legno, l’insieme delle travi portanti sorregge un assito continuo in tavole di legno, che costituisce l’elemento piano sul quale sono posati successivamente gli altri strati funzionali del tetto.
Nel caso invece di coperture in laterocemento o in cemento armato la struttura può essere costituita da un piano continuo formato direttamente dal solaio inclinato che costituisce le falde del tetto.
Agganciato a questo strato si applicano prodotti il cui ruolo è quello di regolare la diffusione e il passaggio del vapore acqueo evitando così la formazione di condensa negli strati della copertura e in particolare nel materiale isolante, compromettendone le prestazioni e la durabilità.
Link propone NET-MVB/*** o NET-WSL/*** o NET-MVL/** quali barriere al vapore in tessuto in polietilene EN 13984, installate dietro il rivestimento interno (come per esempio il cartongesso), coperte dall'isolamento termico, riducono al minimo il passaggio del vapore attraverso la struttura e riducono anche l'infiltrazione di aria e le perdite di calore (in caso di tenuta ermetica da sovrapposizioni e giunzioni).
Successivamente vien applicato il materiale isolante, indispensabile per realizzare una copertura che rispetti i requisiti minimi di efficienza energetica e confort abitativo, riducendo le spese per il riscaldamento e per il raffrescamento.
Al materiale isolante viene solitamente applicato un film permeabile al vapore in grado di fermare e raccogliere l’acqua che può filtrare dal manto di copertura e la condensa che si può formare nello strato sottotegola, portandola verso il canale di gronda, dove viene smaltita dal sistema di raccolta delle acque meteoriche.
Link propone NET-BBM/**** una membrana funzionale permeabile al vapore e impermeabile con protezione dello strato in polipropilene su entrambi i lati - EN 13859-1, EN 13859-2 la cui funzione è quella di consentire il passaggio del vapore proveniente dall'interno verso l'esterno. Va applicata direttamente sull'isolamento termico, parallelamente alla gronda con una sovrapposizione minima di 15 cm. Il sottofondo è fissato lungo le travi con stecche calibrate creando un adeguato substrato di drenaggio efficace sulla gronda. Vengono tipicamente utilizzate come strato protettivo sussidiario contro l’umidità (penetrazione di acqua liquida, neve soffiata dal vento) e il vento nelle strutture a tetto spiovente.
Le coperture coibentate in modo adeguato con uno strato isolante continuo tendono ad essere prive di ponti termici: quei punti in cui il materiale isolante è interrotto per la presenza di altri elementi, spesso strutturali.
Eccezione fatta per il tetto detto rovescio quale l’inverso del tetto caldo, dove la posizione dell’elemento isolante è ribaltata rispetto allo strato di tenuta che è posto al di sotto di esso e agisce anche da schermo o barriera al vapore. L’isolante è così posto a contatto con l’esterno.
In caso di tetti ventilati si collocano le intercapedini di ventilazione che prendono aria all’altezza delle gronde e la espellono in corrispondenza del colmo, migliorando la coibentazione termica, l’asciugatura della condensa del sottotegola.
Successivamente si passa all’applicazione del manto di copertura. I materiali che possono assolvere a questo ruolo sono molteplici: per i tetti a falde si possono utilizzare coppi o tegole (in laterizio o cemento) o manti in lamiera (in alluminio, rame, zinco, ecc.). Per i tetti piani possono essere usati ghiaia sfusa, pavimentazioni flottanti a quadrotti o in legno, pavimentazioni in ceramica o pietra naturale, ma anche tetti verdi.
La maggior parte delle tecniche di installazione prevedono l’applicazione di un sottofondo per creare un percorso di drenaggio verso la grondaia, per evitare che il vapore acqueo che nella stagione invernale tende a migrare dall’interno verso l’esterno dell’edificio riscaldato trovando l’opposizione del manto impermeabile sotto la copertura, possa condensare e quindi inumidire l’isolante termico adiacente. Un isolante termico bagnato fornisce limitate prestazioni e può subire deformazioni, danneggiando l’intera stratigrafia. Da ciò la necessità di bloccare il vapore prima dell’isolante termico in un punto ad hoc della stratigrafia attraverso apposite barriere che prendono il nome di “freni a vapore”.
Link propone NET-ACL/**** tessuto rivestito in polietilene con protezione bianca non tessuta in polipropilene EN 13859-1 che va appoggiato parallelamente alla grondaia con una sovrapposizione di almeno 15 cm. Il sottofondo è fissato lungo le travi con controsoffitti (minimo 50/50 mm). Queste sollevano le stecche di piastrellatura dal sottofondo e creano un efficace percorso di drenaggio verso la grondaia.
Vengono quindi applicati sopra la copertura i vari dispositivi scelti come le tegole fermaneve, le lastre in vetro per illuminare i sottotetti, i comignoli e le torrette per i fumi e la lattoneria.
A fine lavori il tetto si presenta come un “pacchetto” di copertura complesso, bilanciato a livello termo-igrometrico, che fornisce un efficace contributo nell’efficientare il consumo energetico e per la salubrità di tutta l’abitazione.
Sede Amministrativa: Ponte Morosini, 49 Marina Porto Antico 16126 Genova
ITALIA
Tel. +39 010 2546.901 – Fax +39 010 2546.999 –
Sede Logistica: Strada della Guasca, Zona Industriale D5 15122 Spinetta Marengo ITALIA
Tel. +39 0131 216.556 – Fax +39 0131 611.447
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