Siamo lieti di annunciare l’acquisizione della maggioranza di Schiavetti Enzo S.r.l. che è diventata parte del Gruppo Fratelli Cosulich
Nella nuova struttura societaria rimane la presenza di Enzo Schiavetti, in qualità di socio e Amministratore Delegato.
L’ingresso nel Gruppo è volto a creare una sinergia capace di consolidare la presenza delle due aziende complementari nel mercato.
Questa acquisizione arricchirà l’offerta già ampia di Link Industries, attiva nei prodotti di isolamento termoacustico, in gamme per l’edilizia, e più in generale di tutta la unit del Maritime, Building & Industrial Supply, che è stata recentemente istituita nel Gruppo, testimoniando una crescita continua nella diversificazione delle sue attività.
Per maggiori informazioni riportiamo il comunicato stampa completo
#LaForzadelGruppo
Link parteciperà a Disinfestando il 21 e 22 NOVEMBRE a Riccione
Strategie di disinfestazione integrata ed istruzioni di sostenibilità
Due giornate di approfondimenti e discussioni sulle ultime tecniche, tecnologie e soluzioni nel mondo sempre in evoluzione del Pest Control. Scopri di più su Disinfestando
Il Comune di Genova ha recentemente approvato un progetto per il rispristino di alcuni chiusini nel centro storico cittadino, sostituendo i sifoni presenti, con l’innovativo ECOSYSTEM
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Il Comune di Genova ha recentemente approvato un progetto per il rispristino di alcuni chiusini nel centro storico cittadino, sostituendo i sifoni presenti, con l’innovativo ECOSYSTEM
Secondo un dato fornito dal monitoraggio dell'Ufficio Animali del Comune, le zanzare sono tra le specie più segnalate nella città di Genova come pericolose a causa dei virus che possono trasmettere. Tale compartimento dell'amministrazione si occupa di monitorare, disinfestare e campionare gli insetti, con particolare attenzione alle specie potenzialmente vettori di malattie.
Come conosciuto, il ciclo di vita della zanzara è relativamente breve (6-8 settimane a seconda della specie). In tale arco di tempo però, una singola zanzara può depositare un centinaio di uova ogni 3/5 giorni. Le uova deposte riescono a schiudersi ed a produrre un insetto, grazie al favore dell'acqua stagnate e del caldo, che si trasforma in pupa e giungere alla maturità in soli due giorni. Indicativamente quindi, ogni 10 giorni circa, è attiva una nuova generazione di zanzare pronte a riprodursi ed alla ricerca spasmodica di cibo. I maschi e le femmine si nutrono di succhi zuccherini prodotti dalle piante, ma pochi giorni dopo la fecondazione la femmina ha bisogno di sangue, deve pungere un ospite vertebrato, per poter maturare le proprie uova.
Pungendo gli ospiti può trasmettere alcune patologie pericolose per la salute, incrementate negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici.
Le zanzare proliferano in tutta Italia ed i problemi legati all’arbovirosi sono ormai all’ordine del giorno.
Per contenere in modo efficace la proliferazione delle zanzare, il comune di Genova ha installato una serie di sifoni ECOSYSTEM in alcune vie del centro storico.
ECOSYSTEM è un ingegnoso metodo di scarico che svolge una efficace azione antintrusione mediante un meccanismo di apertura e chiusura a leva basculante in acciaio inox AISI 304, senza l’impiego di agenti aggressivi e prodotti chimici, ma attraverso l’azione meccanica di una valvola che permette il deflusso dei diversi materiali di scarto, sia solidi sia liquidi, nel condotto di scarico del chiusino, richiudendosi automaticamente.
L’immagine soprariportata è più eloquente di molte spiegazioni e rileva quante zanzare e larve siano presenti nello stesso pozzetto, in ugual periodo, prima e dopo la posa ECOSYSTEM.
Inutile aggiungere come ECOSYSTEM preservi i pozzetti fognari, fondamentali per la gestione delle strade e delle fognature, chiudendo il tombino ed impedendo alle zanzare di depositare le uova, bloccando contestualmente ratti, blatte, contribuendo a ridurre la fuoriuscita di cattivi odori e gas radon.
ECOSYSTEM inoltre è facile da installare, autopulente, sicuro e sostenibile inquanto non è necessario ricorrere ad azioni disinfestanti che inevitabilmente eliminano anche insetti utili e impollinatori determinanti per l’ambiente.
Siamo lieti di annunciare l’acquisizione della maggioranza di Schiavetti Enzo S.r.l. che è diventata parte del Gruppo Fratelli Cosulich
Nella nuova struttura societaria rimane la presenza di Enzo Schiavetti, in qualità di socio e Amministratore Delegato.
L’ingresso nel Gruppo è volto a creare una sinergia capace di consolidare la presenza delle due aziende complementari nel mercato.
Questa acquisizione arricchirà l’offerta già ampia di Link Industries, attiva nei prodotti di isolamento termoacustico, in gamme per l’edilizia, e più in generale di tutta la unit del Maritime, Building & Industrial Supply, che è stata recentemente istituita nel Gruppo, testimoniando una crescita continua nella diversificazione delle sue attività.
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#LaForzadelGruppo
Pavimentare uno spazio esterno è una scelta utile per valorizzare l’immobile e richiede solitamente un semplice rilievo dell’area ed un minimo progetto di massima, avendo a disposizione un’ampia scelta di materiali.
È però importante mantenere una sorta di continuità estetica che accompagna le aree esterne, per tale ragione si usano sigilli a riempimento per garantire continuità di materiali.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
Pavimentare uno spazio esterno è una scelta utile per valorizzare l’immobile e richiede solitamente un semplice rilievo dell’area ed un minimo progetto di massima.
In commercio esiste un’ampia scelta di materiali, finiture e tecniche di posa confacenti alle caratteriste del luogo e all’esercizio dell’area.
Prima di procedere con i lavori è necessario preparare il piano di posa ed assicurarsi che vi sia una leggera pendenza, procedere quindi alla realizzazione del sottofondo specifico per tipologia di manto (erboso, ghiaia, porfido, autobloccante) ed inserire gli impianti. Controllata la planarità è possibile pavimentare la superficie prestando attenzione ai bordi ed alle fughe.
È importante mantenere una sorta di continuità estetica che accompagna le aree esterne, soprattutto se gli spazi non sono grandi, ed è bene evitare l’uso di materiali tra loro completamente diversi per mantenere l’armonia dell’insieme.
Per tale ragione, invece degli usuali dispositivi di chiusura che completano la parte superiore dei pozzetti di ispezione o delle camere d’ispezione, si usano inserire sigilli a riempimento per garantire continuità di materiali. Infatti, i sigilli a riempimento, vengono utilizzati principalmente per non intravvedere i punti di raccolta delle acque o altri pozzetti d’ispezione all’interno della pavimentazione e mantenere il continuum materico della pavimentazione.
Link sviluppa un’ampia gamma di sigilli zincati:
• Sigilli leggeri con telaio a 'L' in acciaio DX51D+Z pre-zincato UNI EN 10346:2015 altezze telai 50 mm e 80 mm.
• Sigilli pesanti con telaio a 'T' in acciaio S235JR (UNI EN 10025-1:2005 + UNI EN 10025-2:2005) zincato a caldo UNI EN ISO 1461:2009 + UNI EN ISO 14713-2:2010 altezze 50 mm e 80 mm. Disponibili anche ganci di sollevamento.
I sigilli vengono riempiti della medesima tipologia di prodotto usata per il resto della pavimentazione esterna. Sono immessi sul mercato nella condizione senza riempimento e costruiti con acciaio secondo la EN 10025-1, resistenti alla corrosione mediante zincatura per immersione a caldo in conformità alla EN ISO 1461.
Il riempimento dei sigilli proposti deve essere effettuato con calcestruzzo (con caratteristiche conformi a quanto previsto dalla normativa EN 124:2015 quindi resistenza a compressione minima C35/45) oppure con altro materiale che abbia una prestazione minima paragonabile al calcestruzzo o ai materiali della pavimentazione circostante e che soddisfi i requisisti delle norme europee appropriate. La classe di carico dell’articolo dipende dal riempimento e dall’impiego del prodotto, oltre che dalla dimensione del passaggio (CO) come riportato nel prospetto A.1 dell’appendice A della norma EN 124:2015.
L’utilizzo di tali dispositivi di chiusura è principalmente consigliato in particolari contesti architettonici ed in ogni ambiente esterno nel quale si voglia mantenere un ugual grado di finitura.
In tutte le situazioni di edifici prospicienti, nel rispetto delle distanze ed in coerenza con il contesto, l’utilizzo del verde urbano può divenire, se ben pianificato, un importante strumento di mitigazione degli spazi, trasformandosi in un vero e proprio arredo urbano integrato nell’ambiente circostante.
Il verde all'interno delle città infatti non svolge solo l’importantissima funzione ecologico-ambientale attenuando gli effetti delle costruzioni e regolando il microclima, ma ha anche una grande valenza estetica ed architettonica che impreziosisce gli angoli delle città e riduce i punti critici.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo.
In edilizia ci si imbatte spesso in problematiche legate alle distanze legali tra edifici e tra edifici e proprietà private. Si è portati a credere che la distanza minima dai confini sia approssimativamente quella prevista tra le costruzioni frontistanti. Invece è bene chiarire subito che questi due parametri urbanistici soggiacciono a norme diverse, per aree urbane distinte e, di conseguenza, le distanze delle costruzioni dai confini e quelle minime tra edifici fanno riferimento a misure differenti.
Gli edifici antistanti sono posti ad angolo retto in modo da non avere parti tra loro contrapposte, o posizionati con gli spigoli opposti tali da toccarsi se prolungati idealmente uno verso l'altro.
Gli edifici in posizione frontistante hanno le rispettive facciate che si fronteggiano almeno per un segmento, cosicché, supponendo di farle avanzare, in modo lineare e precisamente in linea ortogonale tra i diversi fronti, si incontrino almeno in quel segmento.
In tutte le situazioni di edifici prospicienti, nel rispetto delle distanze ed in coerenza con il contesto, l’utilizzo del verde urbano può divenire, se ben pianificato, un importante strumento di mitigazione degli spazi, trasformandosi in un vero e proprio arredo urbano integrato nell’ambiente circostante.
Il verde all'interno delle città infatti non svolge solo l’importantissima funzione ecologico-ambientale attenuando gli effetti delle costruzioni e regolando il microclima, ma ha anche una grande valenza estetica ed architettonica che impreziosisce gli angoli delle città e riduce i punti critici.
Per tale ragione vengono previsti da architetti paesaggisti punti verdi, ove possibile, tra edifici prospicienti nel rispetto dei parametri verdi stabiliti dalla giurisprudenza amministrativa e civile, per migliorare la qualità dello spazio disponibile e rafforzare la resilienza della comunità e promuovere stili di vita sostenibili.
Link propone, a completamento degli spazi verdi, i propri elementi di coronamento in ghisa sferoidale GJS 500-7 con rivestimento a base di vernice alchidica con screening per SVHC (sostanze altamente preoccupanti), in ottemperanza ai regolamenti REACH, effettuato semestralmente da SGS quali:
• GRIGLIA PER ALBERI IN GHISA SFEROIDALE - circolare e quadrata in ghisa. Installazione: A15 / Group 1;
• PLUVIALI - dritti e curvi con terminali a bicchiere. Rivestimento a base di vernice alchidica con screening per SVHC;
• CHIUSINI A RIEMPIMENTO con telaio in ghisa sferoidale GJS 500-7 normativa UNI EN124-1/2, gruppo 3, classe C250 (kN 250 = t. 25,49) Installazione: C250/Gruppo 3, EN124-1/2 o classi/gruppi inferiori;
• GRIGLIA CONCAVA e PIANE CON TELAIO “SMARTLOCK” - con telaio in ghisa sferoidale GJS 500-7 norme UNI EN124-1/2, Gruppo 3, classe C250 (kN 250 = t. 25,49). Predisposte, ad esclusione delle sole 700x700, per l'utilizzo di sifone. Tali articoli dispongono di un sistema di vincolo al telaio con cardini di rotazione, consentendo l’apertura e, all’occorrenza, l’eventuale asportazione delle griglie. Sono provviste inoltre di un sistema elastico di chiusura di sicurezza a scatto, che previene aperture accidentali pur consentendo regolari accessi per pulizia e manutenzione degli impianti di raccolta. Le nostre caditoie nella classe C250, nel rispetto del Decreto Del Ministero dei Lavori Pubblici, hanno feritoie dalla larghezza inferiore a mm. 20 per la sicurezza del traffico ciclistico e di carrozzine per disabili. La superfice drenante è stata sviluppata per essere ampiamente entro i requisiti di normativa, favorendo il normale deflusso delle acque.
Inoltre, gli interventi riguardanti il verde urbano, possono usufruire di bonus edilizi per la sistemazione a verde di aree scoperte private o condominiali di edifici esistenti e la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili che portino alla sistemazione a verde ex novo o al rinnovamento dell’esistente, comprese quelle di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione dei lavori.
I bonus edilizi 2024, prevedono un’agevolazione del 36% per arredo verde urbano (sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, immobili, pertinenze e recinzioni, impianti di irrigazione e pozzi tra cui quelli di raccolta dell’acqua piovana, più coperture a verde di giardini pensili) di cui all'art.1 comma 12 e segg. legge 205/2017. La spesa massima agevolabile non può superare un determinato tetto di spesa per unità e, se la sistemazione a verde riguarda le parti comuni di edifici, la detrazione è calcolata su una determinata spesa massima per ogni unità immobiliare; dati da verificare con il progettista.
È sempre più evidente come i processi di urbanizzazione riducano sensibilmente la capacità di infiltrazione del terreno cittadino durante gli eventi piovosi. Ne consegue inevitabilmente la migrazione di diverse sostanze dal luogo in cui si sono depositate, all’ingresso nel sistema di drenaggio: fenomeno noto come wash off.
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Nel corso degli anni è risultato sempre più evidente come i processi di urbanizzazione riducano sensibilmente la capacità di infiltrazione del terreno, portando, nei periodi di tempo secco, ad un maggiore trasporto di sedimenti e, durante gli eventi piovosi, ad ampi volumi delle acque di dilavamento. Per tale ragione vengono previste opere idrauliche deputate alla raccolta ed al convoglio delle acque all’interno dei collettori stradali.
Il deflusso superficiale dei territori urbani conduce all’inevitabile spostamento delle sostanze dal luogo in cui si sono depositate all’ingresso nel sistema di drenaggio: fenomeno noto come washoff, quale primo dilavamento che rimuove le sostanze dalle superfici sedimentate portando con sé solidi sospesi e batteri.
Vi sono diversi studi che considerano la biodegradabilità delle sostanze rilevate nel washoff, le cui misurazioni dipendono dalle caratteristiche della superficie e dal tempo di permanenza dello strato sedimentato. L’analisi sistematica dei dati rilevati dal build-up, quale periodo di accumulo di inquinanti su una data superficie, per un tempo varabile dopo un washoff, è oggetto di una specifica letteratura di settore. Durante il build-up si registra una crescita delle particelle di inquinante che si accumulano sul suolo dovute all'erosione delle superfici, al traffico urbano e all’accumulo di rifiuti urbani; sostanze che tendono a depositarsi sulla superfice di griglie e nei pozzetti, compromettendone l’efficienza.
Per agevolare il deflusso stradale, vengono progettate canaline di scolo, pozzetti, casseformi in corrispondenza delle linee di impluvio del terreno ai bordi delle strade, su marciapiedi, nei parcheggi, nei bordi dei giardini o in molte altre soluzioni, coperti da griglie per agevolare la comune viabilità.
Link sviluppa un’ampia gamma di griglie zincate per prodotti elettrosaldati, stampati e pressati in differenti tipologie di maglia, altezza e spessore delle barre, lunghezza e larghezza del telaio, a copertura di tali manufatti di controllo idraulico, quali:
• GRIGLIA PER CANALETTA
LGZ-5020/5040 (maglia 33x33mm in altezze 20mm e 25mm)
LGZ-5120/5140 (maglia 33x11mm in altezze 20mm e 25mm maglia anti-tacco)
Le canalette vengono impiegate nell’ edilizia urbana per il deflusso delle acque stradali, pedonali e dei giardini. Inoltre possono essere impiegate in ambito industriale per garantire il lavaggio e la pulizia delle pavimentazioni. Disponibili in maglia 33x33 ed anti-tacco 33x11 cm in acciaio S235JR (UNI EN 10025-1:2005 + UNI EN 10025-2:2005) zincato a caldo UNI EN ISO 1461:2009 + UNI EN ISO 14713-2:2010
• GRIGLIA CON TELAIO
LGZ-H100 / 140 maglia (maglia 33x33mm in altezze 20mm e 25mm)
LGZ-H400 / 417 maglia (maglia 33x11mm in altezze 20mm e 25mm maglia anti-tacco)
Particolarmente idonee all’impiego in aree urbane, garantiscono il raccoglimento di acqua drenata dalla superficie di edifici, strutture o dal suolo.
In acciaio S235JR (UNI EN 10025-1:2005 + UNI EN 10025-2:2005) zincato a caldo UNI EN ISO 1461:2009 + UNI EN ISO 14713-2:2010; bordata a 'C' sui 2 lati di appoggio.
GRIGLIA QUADRATA: un'aletta per lato. 4 alette per telaio.
GRIGLIA RETTANGOLARE: due alette per lato lungo 1 m. 4 alette per telaio.
6 alette solo su griglie da 300x1000 mm a 600x1000 mm (2 alette su lati lunghi e 1 aletta su lati corti).
Per effetto del build-up è necessaria una periodica manutenzione dei grigliati rimuovendo i corpi solidi che riducono la portata effettiva del sistema drenate, evitando cattivi odori e la formazione del gas radon, riducendo l’aggressione biochimica e la conseguente corrosione che ne comprometterebbe l’efficienza, favorendo l’allagamento stradale.
La manutenzione alla base della corretta gestione delle acque reflue urbane è una prima barriera per la salvaguardia dell’ambiente e, più in generale, per la qualità della vita nei territori urbanizzati e prerogativa per una corretta crescita del territorio urbano.
Alla domanda come possiamo ridurre il consumo energetico e favorire il confort ambientale contenendo i costi di applicazione nei pavimenti freddi, la risposta è semplice: PAROC© CGL poiché migliora l’efficienza energetica dell’ambiente, ridurre significativamente l’energia necessaria per il riscaldamento e il raffreddamento, riduce i rumori indesiderati e mantiene la temperatura ambiente al livello desiderato in una sola applicazione.
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Vengono definiti “pavimenti freddi” quelle superfici di calpestio rivolti verso un ambiente esterno, o comunicanti con ambienti non riscaldati (come solai e cantine) o in prossimità del terreno. Sono luoghi di ingenti dispersioni termiche e possono avere criticità in tema di condensa superficiale, avendo pertanto un elevato potenziale per la riqualificazione energetica.
Spesso, però la rimozione dei pavimenti esistenti, il rifacimento del massetto, l’installazione di materiale isolante e la posa di nuova pavimentazione disincentivano i lavori di efficientamento dati i costi ed i tempi dell’intervento.
Per ovviare a lavori invasivi e costosi è possibile applicare doghe isolanti sotto il pavimento freddo applicate mediante incollaggio al soffitto sottostante di garage o cantine.
Paroc ha sviluppato un prodotto specifico per l’isolamento a soffitto di cantine e garage, sfruttando le eccellenti proprietà termo-acustiche e di resistenza al fuoco della lana di roccia.
Si tratta di una doga in lana di roccia biosolubile prefinita sulla superficie a vista, con bordi smussati a 45°, predisposta all’incollaggio con collanti cementizi su superfici piane, senza l’ausilio di fissaggi meccanici.
Accostando le doghe a giunti sfalsati si viene a creare un soffitto la cui superficie può essere finita con vernice a spruzzo o a pennello oppure lasciata a vista.
Applicando la doga PAROC© CGL si ottengono molteplici benefici:
• riqualifica energetica dell’edificio;
• incrementa la protezione dal fuoco – REI 240 con 50mm di spessore;
• incrementa l’isolamento termico – lamda 0,037W/mK;
• riduce il rumore;
• costituisce una superficie piana e finita di soffitto, con valenza estetica;
• ridotte fasi di lavorazione e limitati scarti da smaltire in cantiere.
PAROC© CGL è un sistema prefinito, indicato per l’isolamento a soffitto di cantine e garage, semplice da applicare accostando le doghe a giunti sfalsati formando un soffitto la cui superficie può essere finita con vernice a spruzzo o a pennello oppure lasciata a vista.
Pertanto, alla domanda come possiamo ridurre il consumo energetico e favorire il confort ambientale contenendo i costi di applicazione nei pavimenti freddi, la risposta è semplice: PAROC© CGL poiché migliora l’efficienza energetica dell’ambiente, ridurre significativamente l’energia necessaria per il riscaldamento e il raffreddamento, riduce i rumori indesiderati e mantiene la temperatura ambiente al livello desiderato in una sola applicazione.
Tra gli elementi che compongono il sistema di drenaggio urbano vi sono i dispositivi di coronamento e di chiusura. La norma UNI EN 124:2015 definisce:
• dispositivo di coronamento la parte superiore di un pozzetto di raccolta composta da un telaio e griglia con o senza coperchio;
• dispositivo di chiusura la parte superiore di un pozzetto di ispezione o camera d’ispezione composta da un telaio ed un coperchio e/o griglia.
Nel caso di specie, i dispositivi di coronamento svolgono il fondamentale ruolo di collegamento tra la sede stradale e le canalizzazioni fognarie, intercettando le acque meteoriche che scorrono in superficie, ma anche quello di chiudere pozzetti a servizio delle linee elettriche, telefoniche ed impiantistiche.
Sulla base del loro comportamento idraulico, le griglie e le caditoie sono pensate per interferire significativamente con il regime di ruscellamento delle acque piovane, contrastare l’erosione stradale e evitare l’acquaplaning dinamico e viscoso legato allo spessore del velo idrico in carreggiata.
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Tra gli elementi che compongono il sistema di drenaggio urbano vi sono i dispositivi di coronamento e di chiusura. La norma UNI EN 124:2015 definisce:
• dispositivo di coronamento la parte superiore di un pozzetto di raccolta composta da un telaio e griglia con o senza coperchio;
• dispositivo di chiusura la parte superiore di un pozzetto di ispezione o camera d’ispezione composta da un telaio ed un coperchio e/o griglia.
Nel caso di specie, i dispositivi di coronamento svolgono il fondamentale ruolo di collegamento tra la sede stradale e le canalizzazioni fognarie, intercettando le acque meteoriche che scorrono in superficie, ma anche quello di chiudere pozzetti a servizio delle linee elettriche, telefoniche ed impiantistiche.
Sulla base del loro comportamento idraulico, le griglie e le caditoie sono costituite da una luce d’intercettamento, da un pozzetto sottostante e da una condotta trasversale alla strada che le collega al più vicino canale di fognatura. Infatti, l’inserimento di una griglia in una strada viene pensato per interferire significativamente con il regime di ruscellamento delle acque piovane, contrastare l’erosione stradale e evitare l’acquaplaning dinamico e viscoso legato allo spessore del velo idrico in carreggiata. Per tale ragione le griglie vengono solitamente posizionate in corrispondenza delle linee di impluvio del terreno, quale tratto in cui si convogliano le acque meteoriche scorrenti. Tale linea è costituita dai punti più depressi del manto stradale e coincide con la direttrice del ruscellamento.
Pertanto, prima di procedere alla scelta della griglia è necessario fare alcune valutazioni che riguardano la dimensione, il tipo di traffico, la possibilità di ispezionarla, la classe di portata e la superfice di deflusso della stessa.
Infatti, la scelta tra una griglia concava ed una piana va fatta in base alla natura dei terreni di posa, dei sovraccarichi e della portata d’acqua che deve essere smaltita, e deve necessariamente rispettare le disposizioni normative che prevedono tipologia e campo di applicazione in base alla Classe di Portata.
Inoltre deve essere valutato il dimensionamento della griglia necessario per determinare quanti elementi servano, dove vadano posizionati e quale luce d’intercettamento è più appropriata.
Per ottenere questi risultati si deve procedere con il calcolo delle portate di pioggia attraverso una formula utilizzata per calcolare la velocità di un fluido a pelo libero in condizioni di moto uniforme (formula di Chézy) che definisce il valore della portata per singola area, dato che va poi moltiplicato per l’intera superfice.
Le griglie piane e concave Link sono in ghisa sferoidale, certificate in accordo alle Norme EN124-1:2015 e EN124-2:2015 per le seguenti classi di portata (Gruppo 3 -Classe C250- Bordo strada e Gruppo 4 -Classe D400- Carreggiate di strade , comprese le vie pedonali, banchine transitabili e aree di sosta, per tutti i tipi di veicoli stradali). Sono dotate del sistema SMARTLOCK quale supporto elastico di chiusura di sicurezza a scatto, che previene aperture accidentali pur consentendo regolari accessi per pulizia e manutenzione.
Come indicato dalla norma UNI EN 124:2015, l’installazione dei dispositivi di coronamento e di chiusura comporta diversi aspetti da considerare e rispettare, ed è pertanto necessario che a tutti i livelli si possiedano le necessarie capacità ed esperienze per la selezione, la posa, l’ispezione ed eventuali interventi sul dispositivo, per garantire il perfetto funzionamento del sistema.
La struttura del pavimento di un edificio è il risultato di una elaborata stratigrafia che varia a seconda del materiale scelto e del tipo di solaio su cui si posa.
L'utilizzo come sinonimo dei termini sottofondo, fondo di posa e massetto induce spesso in errore in quanto parti differenti della stratigrafia.
Nella consueta pratica edilizia, sopra il solaio, viene posato il sottofondo: uno strato orizzontale spesso circa 10 cm. avente la funzione di riempire l'intercapedine con gli impianti e compensare le irregolarità di spessore.
Successivamente viene posato il massetto quale strato di supporto per i pavimenti che ha lo scopo di resistere alle varie sollecitazioni meccaniche impartite sia dalla pavimentazione, sia dall'esercizio della stessa, distribuendo i carichi statici e dinamici.
E’ una delle componenti della stratigrafia che va studiata con maggior attenzione in base al tipo di solaio ed alle prestazioni, fisiche e meccaniche, richieste, motivo per cui si dice: “ad ogni pavimento il suo massetto”.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo.
La struttura del pavimento di un edificio è costituita da una superficie uniforme e resistente atta a garantire la funzionalità e la comodità del passaggio di persone.
Solitamente quando si guarda un pavimento si rimane colpiti dallo strato di finitura che conferisce al piano l’effetto estetico voluto dal committente, ma in realtà la pavimentazione è il risultato di una elaborata stratigrafia che varia a seconda del materiale scelto e del tipo di solaio su cui si posa.
L'utilizzo come sinonimo dei termini sottofondo, fondo di posa e massetto induce spesso in errore in quanto parti differenti della stratigrafia.
Nella consueta pratica edilizia, sopra il solaio, viene posato il sottofondo: uno strato orizzontale spesso circa 10 cm. avente la funzione di riempire l'intercapedine con gli impianti (idraulico, elettrico, eventuali aspirazioni centralizzate e possibili altre canalizzazioni) nonché svolgere il ruolo di compensazione delle irregolarità di spessore tra il solaio ed il massetto; deve però essere abbastanza leggero da non appesantire troppo il solaio.
Successivamente viene posato il massetto, quale strato di supporto per i pavimenti, che ha lo scopo di resistere alle varie sollecitazioni meccaniche impartite sia dalla pavimentazione, sia dall'esercizio della stessa, distribuendo i carichi statici e dinamici.
E’ una delle componenti della stratigrafia che va studiata con maggior attenzione in base al tipo di solaio ed alle prestazioni, fisiche e meccaniche, richieste dal sistema nel suo complesso, motivo per cui si dice: “ad ogni pavimento il suo massetto”. Esistono, infatti, massetti per piastrelle, per parquet, per impianto di riscaldamento a pavimento, autolivellanti, tradizionali o premiscelati, per interni all'abitazione o esterni, applicati aderenti o galleggianti.
Il massetto infatti può essere:
• aderente se realizzato in adesione al sottofondo tramite contatto del calcestruzzo che si va ad ancorare sul sottofondo o con tasselli di ancoraggio;
• galleggiante (o desolidarizzato) se indipendente e disaccoppiato dal fondo. Si realizza inserendo tra il sottofondo ed il massetto un materiale che isola.
Il massetto può essere arricchito da una membrana di protezione del calcestruzzo che ne aumenta la durabilità e da bandelle perimetrali che esercitano una protezione osmotica sul fianco del massetto per evitare le infiltrazioni laterali.
Il massetto deve essere omogeneo e di spessore uniforme; la norma Uni 1264 indica lo spessore minimo 3 centimetri, anche se spesso in cantiere, per esigenze di posa, vengano dedicati spessori variabili dai 3 agli 8 centimetri circa (eccezion fatta per specifici massetti a spessore ribassato).
Durante la realizzazione del massetto viene solitamente aggiunta una rete che non aumenta la resistenza alla compressione del calcestruzzo e non contrasta il suo ritiro, ma interviene sopportando parte del carico di rottura, fornendo un margine di sicurezza superiore qualora siano superate le condizioni d'impiego previste, oppure vi sia una eccessiva deformabilità del sottofondo. Inoltre servono per contiene gli effetti delle variazioni dimensionali della pavimentazione dovuta alle tensioni originate dal ritiro del sottofondo.
Link Industries propone due tipologie di reti per armatura leggera di massetti aderenti.
• RETE ARMATURA MASSETTO – ZINCATA - NET-111L * - prodotta con filo di acciaio zincato elettrosaldato per armature leggere di massetti cementizi e sottofondi antifessuranti.
Disponibile in diversi diametri di filo, maglie e profili (lisci, con impronta). Dimensione pannelli: 2x1 m.
• RETE ARMATURA MASSETTO - FIBRA DI VETRO - NET-270M* - prodotta in fibra di vetro, con apprettatura anti-alcalina, per armatura leggera di massetti cementizi e sottofondi antifessuranti. Dimensioni maglia: 40x40 mm.
Terminato il massetto è possibile applicare la pavimentazione consapevoli che la durabilità del pavimento è direttamente correlata alla tipologia e alla buona esecuzione del massetto inquanto una posa errata causerà fessurazioni, rotture, distacchi, canti a vuoto nel futuro pavimento.
In base alle nuove disposizioni Whistleblowing, per garantire l'anonimato del segnalante, è richiesto dalle istituzioni di istituire canali di segnalazione adeguatamente gestiti i cui dati personali e la documentazione relativa alle segnalazioni debbano essere conformi con le regole e i principi stabiliti dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
Per tale ragione in Link è stata attivata una piattaforma on-line dedicata rispondente ai requisiti definiti, ed il soggetto preposto alla gestione del canale di segnalazione interno sarà il Comitato Etico delle società controllate del Gruppo Cosulich del quale fa parte Link Industries S.p.A.
Per ulteriori informazioni troverete a vostra disposizione, nei documenti utili sul sito aziendale:
Procedura Whistleblowing (P18)
Codice Etico _ rev 3
Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci.
L'asfalto viene impastato e posato a caldo sulla superficiale della sovrastruttura stradale a contatto diretto con il traffico stradale e con gli agenti atmosferici, per rendere il livello stradale sicuro ed omogeneo.
Viene usato principalmente per la copertura di strade di nuova costruzione o il rifacimento di strade esistenti o per marciapiedi.
Per operazioni su superfici ridotte viene usato l’asfalto a freddo.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
L'asfalto è una miscela di idrocarburi solidi e semifluidi che si usa per la realizzazione degli strati superficiali della pavimentazione stradale. Il bitume è una miscela complessa contenente diverse componenti petrolchimiche che serve da legante nell’asfalto.
Il termine "asfalto" per la pavimentazione stradale è usato impropriamente in quanto il termine corretto è conglomerato bituminoso artificiale, quale miscela di aggregati (materiali rocciosi di diversa granulometria quali filler, sabbia e pietrisco), polimeri (resine sintetiche che influenzano le caratteristiche fisiche) e legante.
Tale materiale viene impastato e posato a caldo sulla superficiale della sovrastruttura stradale a contatto diretto con il traffico stradale e con gli agenti atmosferici, per rendere il livello stradale sicuro ed omogeneo.
Viene usato principalmente per la copertura di strade di nuova costruzione o il rifacimento di strade esistenti o per marciapiedi.
Per operazioni su superfici ridotte viene usato l’asfalto a freddo.
Rispetto all’asfalto a caldo, la posa dell’asfalto a freddo non richiede alcuna preparazione ed è indicata per riempire delle buche che si aprono in zone già asfaltate o ricostituire piccole superfici senza dover rifare l’intero ripristino dell’area.
L'asfalto a freddo è un conglomerato bituminoso lavorabile a temperatura ambiente ed è particolarmente indicato per lavori di manutenzione: può essere usato in diverse condizioni climatiche, resistendo a temperature molto fredde e molto cade e non richiede alcuna preparazione specifica.
Link presenta alla propria clientela - KALTASPHALT PLUS - un conglomerato bituminoso a freddo ad alte prestazioni, strutturato con SBS risolutivo, reagente a compressione, costituito con inerti vergini di prima categoria con 30% di inerti riciclati (fresato), miscelati con leganti modificati. Granulometria 0/10 mm, prodotto senza aggiunta di composti organici volatili. Indicato per il riempimento di buche e ormaie su manti stradali, senza necessitare di mano d’attacco. Utilizzabile con temperature comprese tra i -30°C e i +80°C. Resistente al gelo, al disgelo e al sale.
Stabilità Marshall pari a 4,0 Kpa e trazione indiretta ITS 71 Kpa.
KALTASPHALT PLUS
• ha un’alta lavorabilità,
• si attiva immediatamente per compressione,
• utilizzabile con temperature comprese tra i -30°C e i +80°C,
• conserva le sue caratteristiche per oltre 36 mesi ed è sempre pronto all’uso,
• non si attacca alle gomme,
• è attualmente l’unico conglomerato a freddo strutturato, realizzato unicamente con legante, in forma solida, modificato con SBS (un elastomero termoplastico che conferisce un eccezionale comportamento elastico, così da adattarsi alle deformazioni del piano stradale),
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Grazie a queste caratteristiche l’intervento è duraturo, definitivo ed economico rimandando nel tempo il costo del rifacimento totale del manto stradale.
Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci.
https://www.linkindustries.com/it/linea-edilizia/reti/recinzione/accessori/Rotolo-filoLe modalità per recintare una proprietà sono molteplici e variano per tipologia di materiale e stile scelto
Link propone un sistema di recinzione leggera.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
L’art 42 della Costituzione recita: “la proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati. La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”. Il regolamento dei confini (art. 950 c.c.) e l’apposizione di termini (art. 951 c.c.) sono due azioni importanti per il proprietario.
Recintare una proprietà privata, che sia un terreno agricolo, un giardino o una abitazione, è possibile e può avvenire in diversi modi in base alla varietà di materiale usato e alla tipologia di costruzione scelta (per esempio reti, muri di confine, siepi, staccionate in legno, ecc). Per scegliere la tipologia più idonea è importante valutate oltre allo scopo per cui viene edificata (per maggior sicurezza, per privacy, protezione dalla fauna selvatica, ecc) anche le caratteristiche morfologiche dell’area da recintare, la linea di posa e le azioni meccaniche che la recinzione dovrà sopportare, consigliamo, infine, di soppesare con attenzione le distanze tra le singole proprietà per evitare contenziosi.
La tipologia costruttiva e la relativa possibilità di modificare il territorio, possono richiedere, o meno, sulla necessità di una preventiva richiesta autorizzativa o di una comunicazione al Comune, che può variare da Comune a Comune. Per tale ragione, prima di realizzare una recinzione, consigliamo sempre di contattare il Comune di riferimento per informazioni sulle disposizioni territoriali.
Il sistema di recinzione leggera di confinamento proposto da Link è adatto per recinzioni leggere di orti e giardini e qualsiasi area residenziale o industriale per impedirne l’accesso, ma non la visione. Si può installare direttamente sul suolo o può essere immersa in muretti in cemento, e si caratterizza per una elevata velocità di applicazione ed un’ampia durabilità, ad un costo moderato. E’ costituito dai seguenti elementi in acciaio zincato a caldo o plastificato:
Prima di procedere alla posa del primo palo consigliamo di:
Tale sistema richiede pochissima manutenzione, da buoni risultati anti effrazione anche nel tempo e si adatta facilmente alle diverse tipologie di terreno. Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci.
Dall’ 11 al 13 ottobre - ACCADUEO 2023
la manifestazione biennale internazionale che da oltre 30 anni è il riferimento del settore idrico a livello nazionale e internazionale.
Una proposta espositiva innovativa che mette in luce la sinergia tra i diversi settori, dove i visitatori potranno scoprire le best practice in campo energetico e idrico facendo chiarezza sugli orientamenti delle istituzioni e della politica nazionale e europea.
Dove istituzioni, aziende, esperti, associazioni professionali ed enti di formazione si confronteranno trasversalmente sulle tematiche relative alle politiche prevenzionistiche, alla sostenibilità ambientale, all’innovazione tecnologica in campo energetico e idrico, nel solco della transizione energetica.
Saremo felici di incontrarvi al Padiglione 25, Stand A1
Il cappotto termico è un intervento di coibentazione termica, e in alcuni casi anche acustica, nel quale un insieme di strati isolanti vengono applicati sulle pareti dell’edificio per aumentarne l’efficientamento energetico.
Prima di avviare i lavori è importante eseguire diverse valutazioni pre-intervento
Per maggiori informazioni leggi la seguente brochure
Il cappotto termico è un intervento di coibentazione termica, e in alcuni casi anche acustica, nel quale un insieme di strati isolanti vengono applicati sulle pareti dell’edificio per aumentarne l’efficientamento energetico.
Il cappotto termico isola termicamente l’edificio dalle temperature esterne, ottimizza il riscaldamento e il raffrescamento domestico riducendo i consumi energetici dell’abitazione ed aumenta il valore dell’edificio sul mercato immobiliare.
La scelta tra il cappotto termico esterno o interno dipende dal tipo di edificio e dalle esigenze dei suoi abitanti.
Prima di avviare i lavori è importante eseguire una diagnosi pre-intervento (relazione tecnica ex art. 28 Legge 10) che verrà depositata in Comune insieme alla verifica catastale per valutare l'immobile e la relativa APE (attestato di prestazione energetica) e quindi definire le applicazioni necessarie per l’efficientamento energetico.
L’attestato di prestazione energetica (APE) è un documento che racchiude tutte le caratteristiche energetiche dell’immobile (prestazione energetica, emissioni di anidride carbonica, quantità annua di energia consumata ed indicazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica, ecc) e sintetizza in una scala da A4 (migliore) a G (peggiore) i 10 differenti livelli di prestazioni energetiche che l’edificio possiede.
La determinazione dell’APE è obbligatoria per la vendita, l’affitto o qualsiasi atto di compravendita/donazione di un immobile.
L’APE viene redatto da un ente accreditato chiamato “certificatore energetico”, quale tecnico abilitato con competenze specifiche in materia conseguite attraverso appositi corsi di formazione.
Una volta applicato il cappotto questo deve essere ri-verificato in base a quanto stabilito dalla Legge 10 (LEGGE 10/91 EX) quale elaborato obbligatorio per tutti i lavori che prevedono costruzione o interventi che interessano il sistema involucro-impianto, quali le riqualificazioni energetiche. Legge 10 prevede per determinate tipologie di lavori, la stesura di una relazione energetica sottoscritta dal progettista. Possono redigerla gli ingegneri, gli architetti, i geometri e i periti edili abilitati. Il documento, previsto dal D. Lgs 192/2005 e s.m.i., è comunemente conosciuto con il nome di “ex Legge 10”, in quanto, è stato introdotto dalla Legge 10 del 1991. Al suo interno, vengono definiti i fattori tipologici e i dati tecnici e costruttivi dell’edificio, delle strutture e degli impianti. Vengono indicate le prescrizioni in materia di contenimento del consumo energetico da rispettare in fase di costruzione (isolamenti, ponti termici, rendimenti impianti, ecc.). Si conclude con l'attestazione e le verifiche del rispetto delle prescrizioni.
In sintesi, la Relazione energetica (Ex legge 10) consiste nel verificare le prescrizioni relative al contenimento energetico. Il Direttore Lavori durante i lavori verifica che quanto previsto dalla Relazione venga realmente applicato. L’ ’APE (attestato di prestazione energetica) redatto post intervento attesta il salto di classe che è condizione per il bonus.
Negli ultimi anni, le spese per i lavori di efficientamento energetico, vengono rimborsate nel c.d. “Bonus facciate” e “SuperBonus” permettendo così di ammortizzare i costi sostenuti.
La normativa di riferimento fornisce i termini, le condizioni e specifica i requisiti minimi per essere ammessi alle detrazioni. Per giovare delle detrazioni sui lavori di rifacimento della facciata devono essere rispettati i requisiti di efficienza energetica e trasmittanza termica individuati dal D.M 26 giugno 2015, nella tabella 2 allegato B.
Per richieste di accesso ai Bonus fiscali è necessario il salto di due classi energetiche a lavori ultimati, classificazione individuata dall’APE motivo per cui l’attestato di prestazione energetica viene redatto sia prima, sia dopo l’intervento migliorativo, ad evidenza delle migliorie apportate dagli interventi attuati.
Diviene pertanto fortemente consigliato ricorrere ad imprese specializzate nell’effettuare importanti lavori di ristrutturazione/riqualificazione e di conseguenza acquistare componenti e/o KIT (da utilizzare nel sistema ETICS) già certificati, poiché applicare componenti già certificati e in possesso di marcatura CE fornisce la certezza delle prestazioni dichiarate dalla relativa DoP (Declaration of Performance o Dichiarazione di Prestazione che sostituisce la vecchia dichiarazione di conformità. La DoP accompagna la marcatura CE dei prodotti da costruzione, attestando la conformità di ogni specifico materiale alle prestazioni dichiarate ed elencando le singole caratteristiche/prestazioni) a tutto vantaggio dell’APE e della conseguente attestazione del raggiungimento delle classi energetiche migliorative.
Per i sistemi a Cappotto muro, la rete in fibra di vetro Link è certificata ETA e possiede marcatura CE.
Il vantaggio di acquistare singoli componenti già certificati e in possesso di marcatura CE, che andranno poi a costituire un sistema a cappotto, è quello di avere la certezza delle prestazioni dichiarate dalla relativa DoP e quindi ragionevole sicurezza del superamento dei test finali di verifica del sistema (kit) cappotto, ottenendo così un sistema “ETICS” funzionale e sicuro.
L’ambito normativo di questo settore è in continua evoluzione ed è pertanto necessario verificare sempre con molta attenzione le fonti normative e la loro validità.
Il Sottosegretario all’ambiente e sicurezza energetica, il 26 luglio 2023, in risposta ad una interrogazione posta in Commissione Ambiente della Camera, ha riportato che il Ministero dell’ambiente e della sicurezza sta lavorando sulla nuova edizione del DM 26 giugno 2015 ‘Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici’ per aggiornare le regole per gli impianti negli edifici e il benessere termo-igrometrico indoor e i requisiti delle pompe di calore. Quindi alcune indicazioni sopra fornite, in un prossimo futuro, potrebbero diventare obsolete.
Il sistema coperchio/griglia, telaio e pozzetto formano un corpo unico adibito a specifiche funzioni che dovrà sopportare sollecitazioni ed essere accessibile per ispezioni e manutenzioni.La posa in opera del telaio sul pozzetto è perciò un’operazione di fondamentale importanza per garantire la stabilità del dispositivo.
Prima di procedere all’installazione, è perciò fondamentale prendere in considerazione sia i materiali impiegati, sia il progetto, nonché il tempo minimo da rispettare prima di ripristinare la normale circolazione per prevenire i cedimenti prematuri del letto di posa, con la conseguente separazione del telaio dal pozzetto.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo.
Chiusini, griglie e caditoie sono tradizionalmente manufatti posti a copertura di pozzetti che portano ai tombini ed alla fognatura: il sistema coperchio/griglia, telaio e pozzetto formano un corpo unico adibito a specifiche funzioni che dovrà sopportare sollecitazioni ed essere accessibile per ispezioni e manutenzioni.
Ne deriva come la posa in opera del telaio sul pozzetto sia un’operazione di fondamentale importanza per garantire la stabilità del dispositivo.
Pertanto, prima di procedere all’installazione, è fondamentale prendere in considerazione sia i materiali impiegati, sia il progetto, nonché il tempo minimo da rispettare prima di ripristinare la normale circolazione per prevenire i cedimenti prematuri del letto di posa, con la conseguente separazione del telaio dal pozzetto.
Prima di iniziare i lavori è necessario accertarsi che:
• pozzetto e telaio del chiusino/caditoia, abbiano la stessa dimensione interna, chiamata luce;
• che non vengano montati telai tondi su pozzetti quadrati e viceversa;
• realizzare un letto di posa dallo spessore variabile tra 2 a 4 cm, con malta cementizia o altro materiale idoneo alle particolari condizioni ambientali. Il materiale dovrà garantire a fine maturazione una resistenza ad una compressione (Rck) minima di 50 N/mm2;
• che a specifico coperchio venga montato il suo rispettivo telaio;
• soppesare i tempi di maturazione delle malte cementizie resistenti alla compressione;
• disporre di idonei materiali di spessoramento per innalzare, se necessario, il livello dell’alloggiamento, portando il telaio alla quota voluta;
• è opportuno aver sempre chiaro il progetto e le dimensioni del vano di alloggiamento in modo da evitare il più possibile l’uso di spessori raggiungi quota.
Ad inizio lavori è consigliabile aumentare, ove possibile, la ruvidità della superficie del pozzetto su cui verrà posizionato il telaio per migliorare la presa del letto di posa e pulire accuratamente la superficie della base del telaio e quella di appoggio del pozzetto per eliminare eventuali detriti.
Il letto di posa deve essere solido, non fessurato e distribuito in modo omogeneo per garantire l’appoggio uniforme del telaio e riempire lo spazio sotto il telaio in ogni sua parte.
Altro accorgimento importante consiste nel verificare che la superiore del telaio sia a livello con la superficie della pavimentazione.
Il posizionamento del telaio deve avvenire prontamente, subito dopo la stesura del materiale di posa, esercitando una pressione adeguata per garantire la presa. Successivamente si procede con il riempimento per strati del vano di alloggiamento, fino al piano stradale, che verrà poi rifinito con il tappeto in asfalto. La fase di riempimento e muratura richiede la massima attenzione, per garantire la coesinone tra i vari componenti per evitare il basculamento e la conseguente rumorosità dei coperchi.
I chiusini in ghisa Link sono provvisti di barre elastiche di serraggio del coperchio e/o della griglia sul telaio. Tale caratteristica ha lo scopo di garantire un migliore e più sicuro ancoraggio tra coperchi/griglie coi relativi telai. L’apertura e la chiusura degli articoli, provvisti di tali sistemi elastici di chiusura, deve essere effettuata tramite l’utilizzo di una leva (palanchino / piccone / piede di porco) inserendo l’attrezzo nell’apposita fessura. L’operazione deve essere effettuata con cura, avendo l’accortezza di usare attrezzi dalle corrette dimensioni esercitando la forza sufficiente per effettuare lo sblocco e successivo reinserimento, evitando accuratamente la rottura del sistema elastico di bloccaggio.
La corretta installazione di chiusini e caditoie previene la rumorosità, l’eventuale usura prematura, i possibili cedimenti del letto di posa e la conseguente separazione del chiusino dal pozzetto, che rappresentano situazioni di potenziale pericolo per pedoni e veicoli stradali.
In seguito dell’entrata in vigore del regolamento UE 2020/1149, si rende noto che a partire dal 24 agosto 2023, sarà necessario, per tutti gli utenti professionali e industriali di adesivi poliuretanici e prodotti sigillanti, di aver partecipato e conseguito con esiti positivi corsi di formazione inerenti la manipolazione di diisocianati.
In seguito dell’entrata in vigore del Regolamento UE 2020/1149, si rende noto che a partire dal 24 agosto 2023, sarà necessario, per tutti gli utenti professionali e industriali di adesivi poliuretanici e prodotti sigillanti, di aver partecipato e conseguito con esiti positivi corsi di formazione inerenti la manipolazione di diisocianati.
Nel dettaglio, le restrizioni previste dall’allegato XVII (restrizione N°74) del Regolamento UE 1907/2006 (REACH) interessano l’utilizzo per uso industriale e professionale di articoli e miscele contenenti diisocianati in quantità ≥0,1%, in prodotti in poliuretano (PU). E’ necessario quindi che, datori di lavoro o lavoratori autonomi garantiscano ad utilizzatori industriali o professionali, che possono dover manipolare i prodotti sopra citati, la possibilità di seguire corsi di formazione adeguati prima del loro utilizzo.
Il conseguimento positivo dei corsi di formazione comporta il rilascio di un patentino NCO che avrà validità di 5 anni.
E’ possibile svolgere i corsi presso istituti accreditati, consulenti per la sicurezza sul lavoro, associazioni di categoria, oppure tramite la piattaforma di formazione messa a disposizione da FEICA (Associazione dell'industria europea degli adesivi e dei sigillanti) in collaborazione con altre aziende produttrici di poliuretani, disponibile in varie lingue dell'UE e con fruizione gratuita, accessibile a questo link: www.safeusediisocyanates.eu .
I datori di lavoro devono garantire che i loro dipendenti abbiano completato con successo la formazione sull'uso sicuro dei diisocianati, prima dell'uso della sostanza o della miscela stessa. La formazione deve tenere conto della specificità dei prodotti forniti, la composizione, l'imballaggio e le condizioni di applicazione e conservazione.
I fornitori di diisocianati devono assicurare che i destinatari ricevano informazioni sufficienti per permettere, a loro volta, ai loro dipendenti lo svolgimento di corsi nelle lingue ufficiali dello Stato membro o degli Stati membri e fornire l’eventuale elenco di prodotti/miscele ad essi venduti che possono contenere diisocianati in quantità ≥0,1%.
I produttori di articoli contenenti quantitativi di diisocianati superiore allo 0,1% hanno l’obbligo di avvisare i propri clienti.
A tale scopo si segnala che al seguente link https://echa.europa.eu/documents/10162/503ac424-3bcb-137b-9247-09e41eb6dd5a vengono fornite le indicazioni previste dall’allegato XVII del regolamento REACH 1907/2006 relative la restrizione numero 74 (Diisocianati).
Pregasi notare: essendo i diisocianati classificati come sensibilizzanti delle vie respiratorie e della pelle di categoria 1, l’esposizione per via cutanea o per inalazione di queste sostanze, può causare malattie professionali come asma.
Al momento i prodotti contenenti diisocianati (quali composti chimici impiegati nella produzione di composti poliuretanici) commercializzati da Link Industries sono:
• Emfimastic PU40FC
• Emfimastic PU403
• Emfimastic PU50
Si specifica:
• l’indicazione della presenza di queste sostanze è in scheda di sicurezza;
• le schede di sicurezza riportano nella sezione 2.2 l’indicazione della presenza di diisocianati, il loro intervallo di concentrazione in percentuale e il riferimento al regolamento UE 2020/1149;
• nella sezione 15 sono indicati anche i dettagli di CAS number della sostanza soggetta alla restrizione 74;
• le misure di prevenzione e di utilizzo di adeguati sistemi di protezione per la manipolazione del prodotto sono anch’esse riportate nella scheda di sicurezza.
Il nostro ufficio tecnico rimane a vostra disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
L'accesso ad un’area di lavoro soggetta a movimentazione dei carichi ed al transito di mezzi pesanti richiede la massima attenzione di tutti gli operatori.
Si ricorda che durante le operazioni di carico/scarico:
Se il conducente ha necessità di accedere ai servizi interni deve tassativamente attendere il personale Link che lo accompagnerà nel tragitto utilizzando gli appositi passaggi dedicati ai pedoni, ponendo la massima attenzione ad eventuali attraversamenti di vie di transito dei mezzi di sollevamento.
Una volta che la merce è stata scaricata/caricata, il personale Link ne informerà il conducente e solamente a questo punto il veicolo potrà essere rimosso dalla zona di carico.
Si ricorda che durante il passaggio di visitatori a magazzino,
tenuto conto che pericoli derivanti dalle attività effettuate nelle aree di transito possono essere sia di tipo fisico quali cadute, collisioni, urti, l’impossibilità di evacuazione, o essere causati da agenti dannosi, si ritiene opportuno che ciascun ospite in visita rispetti le indicazioni per la sicurezza previste per le aree di transito che riguardano i segnali sulla pavimentazione, la visibilità durante il passaggio dei veicoli ed i relativi punti d’incrocio oltre alla verifica e l’impiego di idonei DPI e la non attivazione, per libera scelta, di alcun macchinario.
Inoltre, in caso di visita nel magazzino, gli ospiti e/o i conducenti devono essere sempre accompagnati da un incaricato della Link Industries e non possono allontanarsi da quest’ultimo e circolare in modo autonomo.
Si chiede pertanto di prendere buona visione del seguente file (Istruzione sulle procedure di emergenza adottate a Spinetta M.go.) salvato sul sito aziendale nella pagina “Documenti Utili” e si richiede cortese inoltro dello stesso ai vostri autisti/vettori che visitano il nostro centro.
Grazie
Il team Link
Il “vecchio solaio” freddo ed umido ed il torrido sottotetto che fungeva da deposito ed elemento intermedio a salvaguardia degli ambienti abitativi sottostanti, sono ormai superati da mansarde accoglienti e funzionali grazie ad una elaborata stratigrafia di specifici materiali che, se ben progettati, interagiscono per creare comfort e risparmio energetico.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
Oggi la stratigrafia del tetto è un insieme complesso di strati differenti che, se ben progettati, interagiscono per creare comfort e risparmio energetico. Il “vecchio solaio” freddo ed umido ed il sottotetto che una volta fungeva da deposito creando un vano intermedio dell’edificio a salvaguardia degli ambienti abitativi sottostanti, sono ormai superati da mansarde accoglienti e funzionali.
L’attuale stratigrafia del tetto parte dalla struttura portante che può assumere diverse configurazioni (continue, piane, inclinate) ed essere realizzata in molteplici materiali (legno, in laterocemento, in calcestruzzo armato o in acciaio). In una copertura in legno, l’insieme delle travi portanti sorregge un assito continuo in tavole di legno, che costituisce l’elemento piano sul quale sono posati successivamente gli altri strati funzionali del tetto.
Nel caso invece di coperture in laterocemento o in cemento armato la struttura può essere costituita da un piano continuo formato direttamente dal solaio inclinato che costituisce le falde del tetto.
Agganciato a questo strato si applicano prodotti il cui ruolo è quello di regolare la diffusione e il passaggio del vapore acqueo evitando così la formazione di condensa negli strati della copertura e in particolare nel materiale isolante, compromettendone le prestazioni e la durabilità.
Link propone NET-MVB/*** o NET-WSL/*** o NET-MVL/** quali barriere al vapore in tessuto in polietilene EN 13984, installate dietro il rivestimento interno (come per esempio il cartongesso), coperte dall'isolamento termico, riducono al minimo il passaggio del vapore attraverso la struttura e riducono anche l'infiltrazione di aria e le perdite di calore (in caso di tenuta ermetica da sovrapposizioni e giunzioni).
Successivamente vien applicato il materiale isolante, indispensabile per realizzare una copertura che rispetti i requisiti minimi di efficienza energetica e confort abitativo, riducendo le spese per il riscaldamento e per il raffrescamento.
Al materiale isolante viene solitamente applicato un film permeabile al vapore in grado di fermare e raccogliere l’acqua che può filtrare dal manto di copertura e la condensa che si può formare nello strato sottotegola, portandola verso il canale di gronda, dove viene smaltita dal sistema di raccolta delle acque meteoriche.
Link propone NET-BBM/**** una membrana funzionale permeabile al vapore e impermeabile con protezione dello strato in polipropilene su entrambi i lati - EN 13859-1, EN 13859-2 la cui funzione è quella di consentire il passaggio del vapore proveniente dall'interno verso l'esterno. Va applicata direttamente sull'isolamento termico, parallelamente alla gronda con una sovrapposizione minima di 15 cm. Il sottofondo è fissato lungo le travi con stecche calibrate creando un adeguato substrato di drenaggio efficace sulla gronda. Vengono tipicamente utilizzate come strato protettivo sussidiario contro l’umidità (penetrazione di acqua liquida, neve soffiata dal vento) e il vento nelle strutture a tetto spiovente.
Le coperture coibentate in modo adeguato con uno strato isolante continuo tendono ad essere prive di ponti termici: quei punti in cui il materiale isolante è interrotto per la presenza di altri elementi, spesso strutturali.
Eccezione fatta per il tetto detto rovescio quale l’inverso del tetto caldo, dove la posizione dell’elemento isolante è ribaltata rispetto allo strato di tenuta che è posto al di sotto di esso e agisce anche da schermo o barriera al vapore. L’isolante è così posto a contatto con l’esterno.
In caso di tetti ventilati si collocano le intercapedini di ventilazione che prendono aria all’altezza delle gronde e la espellono in corrispondenza del colmo, migliorando la coibentazione termica, l’asciugatura della condensa del sottotegola.
Successivamente si passa all’applicazione del manto di copertura. I materiali che possono assolvere a questo ruolo sono molteplici: per i tetti a falde si possono utilizzare coppi o tegole (in laterizio o cemento) o manti in lamiera (in alluminio, rame, zinco, ecc.). Per i tetti piani possono essere usati ghiaia sfusa, pavimentazioni flottanti a quadrotti o in legno, pavimentazioni in ceramica o pietra naturale, ma anche tetti verdi.
La maggior parte delle tecniche di installazione prevedono l’applicazione di un sottofondo per creare un percorso di drenaggio verso la grondaia, per evitare che il vapore acqueo che nella stagione invernale tende a migrare dall’interno verso l’esterno dell’edificio riscaldato trovando l’opposizione del manto impermeabile sotto la copertura, possa condensare e quindi inumidire l’isolante termico adiacente. Un isolante termico bagnato fornisce limitate prestazioni e può subire deformazioni, danneggiando l’intera stratigrafia. Da ciò la necessità di bloccare il vapore prima dell’isolante termico in un punto ad hoc della stratigrafia attraverso apposite barriere che prendono il nome di “freni a vapore”.
Link propone NET-ACL/**** tessuto rivestito in polietilene con protezione bianca non tessuta in polipropilene EN 13859-1 che va appoggiato parallelamente alla grondaia con una sovrapposizione di almeno 15 cm. Il sottofondo è fissato lungo le travi con controsoffitti (minimo 50/50 mm). Queste sollevano le stecche di piastrellatura dal sottofondo e creano un efficace percorso di drenaggio verso la grondaia.
Vengono quindi applicati sopra la copertura i vari dispositivi scelti come le tegole fermaneve, le lastre in vetro per illuminare i sottotetti, i comignoli e le torrette per i fumi e la lattoneria.
A fine lavori il tetto si presenta come un “pacchetto” di copertura complesso, bilanciato a livello termo-igrometrico, che fornisce un efficace contributo nell’efficientare il consumo energetico e per la salubrità di tutta l’abitazione.
Nei prossimi decenni le città assumeranno sempre più un carattere di vasta area, con il conseguente incremento dell’ambiente costruito, della rete strutturale, dell’uso del suolo e della riduzione delle superfici permeabili e traspiranti.
L’infrastruttura fognaria cittadina deve affrontare problematiche che riguardano non solo l’outdoor (la capacità di infiltrazione profonda e superficiale, l’ingenza degli scarichi, la gestione degli spazi verdi, l’inquinamento ambientale, ecc) ma anche indoor, per effetto di quei fenomeni che gli operatori definiscono come “gli attacchi della natura”.
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L’urbanistica, ovvero l’organizzazione degli insediamenti umani in forma razionale e conveniente per lo svolgimento delle attività dell’uomo, ha origini antichissime che hanno seguito di pari passo la sua trasformazione culturale e sociale.
Lo scienziato scozzese Patrick Geddes coniò un termine per descrivere lo sviluppo urbano della città di Londra tra il XIX e il XX secolo: conturbazione, quel particolare processo di formazione di una città per collegamento di centri urbani minori attorno ad un nucleo maggiore che funge da polo. Recenti statistiche, in linea con l’analisi di Geddes, prevedono che nei prossimi decenni, le città assumeranno sempre più un carattere di vasta area, con il conseguente incremento dell’ambiente costruito, della rete strutturale, dell’uso del suolo e della riduzione delle superfici permeabili e traspiranti.
L’infrastruttura fognaria cittadina deve affrontare problematiche che riguardano non solo l’outdoor (la capacità di infiltrazione profonda e superficiale, l’ingenza degli scarichi, la gestione degli spazi verdi, l’inquinamento ambientale, ecc) ma anche indoor, per effetto di quei fenomeni che gli operatori definiscono come “gli attacchi della natura”.
Generalmente nei primi 10 anni dopo l'installazione dei tubi negli impianti non vi sono problemi, a condizione che il sistema fognario sia stato allacciato in modo conforme alle prescrizioni (dimensione giusta ed angolo di inclinazione corretto). In seguito, un batterio (Thiobacillus ferrooxidans) presente nel sistema fognario che produce acido solforico, attaccando il materiale sensibile alla ruggine, arreca i primi problemi. Successivamente bisogna fare i conti coi blocchi e le otturazioni dovute all'aumento dei depositi se non sopravviene una regolare e opportuna manutenzione degli impianti. Successivamente, il problema della corrosione dei tubi fa sì che l’infrastruttura sia maggiormente esposta alle aggressioni nel terreno dovuta alle radici degli alberi, causando probabili rotture e deformazioni. Altra comune causa di cattivo funzionamento del sistema sono gli intasamenti di grondaie e pluviali per foglie che creano un vero e proprio tappo, impedendo il fluire dell’acqua piovana.
E’ interessante sapere che tubi e chiusini in ghisa, di buona qualità, possono resistere 40 anni al normale logorio degli elementi naturali, richiedendo una minima manutenzione.
Link propone elementi di coronamento in ghisa sferoidale GJS 500-7 con una elevata resistenza meccanica, una buona risposta ai trattamenti termici, limitata capacità di deformazione ed un’alta resistenza alle rotture, grazie a certificati conformi alla normativa EN124-1/2: 2015 oltre ad uno scrupoloso controllo in produzione e da parte dell’ente terzo di certificazione quali:
• LGSMEN-1**L e LGSMEN-2**LB e LGSMEN-2**L - Chiusini quadrati con telaio B125 – C250
• GSMEN-2*** - Chiusino a riempimento con telaio C250
• LGSMEN-4**L - Chiusino d’ispezione con telaio D400
• LGSMENR-406L e LGSMENQ- 406L - Chiusino d’ispezione con luce da diam. 600 mm. con telaio circolare e quadrato in D400
• GSMEN-4***L e GSV-200 - Chiusino d’ispezione con telaio a coperchi triangolari D400 con relative chiavi di apertura
• GSMEN-2**CL - Griglia concava con telaio C250
• GSGEN-2**FL - GSGEN-4**FCL - Griglia piana con telaio C250 – D400
• GTS-100 e GTS-101 - Griglia per alberi
• GSGEN-1433TYPE - Griglie per canali, progettate in base alle esigenze dei clienti
• SGGM-*** - Suggello per saracinesca
• LKDWP **** - Pluviali dritti e curvi di vari diametri e lunghezze
Tutti elementi sono disponibili in varie misure, personalizzabili, rivestiti a base di vernice bituminosa alchidica il cui screening per le SVHC è effettuato periodicamente da SGS e altri centri di analisi riconosciuti. I dispositivi compatibili con il sistema Smartlock sono dotati di un vincolo al telaio con cardini di rotazione che consente l’apertura e, all’occorrenza, l’eventuale rimozione del chiusino. Sono provvisti, inoltre, di un sistema elastico di chiusura di sicurezza a scatto, che previene aperture accidentali pur consentendo regolari accessi per pulizia e manutenzione degli impianti di raccolta. Le nostre caditoie nella classe C250, nel rispetto del Decreto Del Ministero dei Lavori Pubblici, hanno feritoie dalla larghezza inferiore a mm. 20 per la sicurezza del traffico ciclistico e di carrozzine per disabili. La superfice drenante è stata sviluppata per essere ampiamente entro i requisiti di normativa, favorendo il normale deflusso delle acque.
HVAC è l’acronimo di “Heating, Ventilation & Air Conditioning” e si riferisce al complesso di tecnologie, sistemi e apparecchiature che si basano sulla progettazione, lo sviluppo e la fornitura di componenti hardware e software con un elevato livello di connettività per contenere il consumo energetico ed aumentare, nel suo complesso, l’efficienza ed il benessere dell’ambiente interno.
La scelta di materiali da costruzione con la resistenza al fuoco adeguata è essenziale nella realizzazione dei vari sistemi e, in un’ottica di sostenibilità, può fornire ampiamente il suo contributo.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
HVAC è l’acronimo di “Heating, Ventilation & Air Conditioning” la cui traduzione è “Riscaldamento, Ventilazione e Aria Condizionata” riferita al complesso di tecnologie, sistemi e apparecchiature utilizzate per fornire riscaldamento, raffreddamento e ventilazione ad edifici di diverse tipologie ottimizzandone le performance.
Tutti i sistemi HVAC si basano sulla progettazione, lo sviluppo e la fornitura di componenti hardware e software con un elevato livello di connettività per contenere il consumo energetico ed aumentare, nel suo complesso, l’efficienza ed il benessere dell’ambiente interno.
Gli impianti HVAC rappresentano così il "sistema cardiovascolare" di un edificio; un sistema che, attraversando tutte le aree dell’edificio, deve rispettare la compartimentazione ai fini della Prevenzione Incendi, svolgendo di fatto un ruolo essenziale nel contribuire alla sicurezza antincendio degli edifici. Infatti, per contro, se i sistemi HVAC non sono adeguatamente installati, protetti e isolati con appropriati materiali resistenti al fuoco, possono potenzialmente accelerare la diffusione dell’incendio attraverso le sezioni di un edificio, aumentando il danno.
All’isolamento degli impianti HVAC viene chiesto di:
• prevenire il passaggio di fuoco e fumo tra diverse zone compartimentate;
• evitare il rapido aumento della temperatura negli attraversamenti e l'accensione potenziale di materiali combustibili nelle diverse zone compartimentate;
• mantenere la resistenza meccanica in caso di incendio.
Perché, quando un edificio brucia, il fumo rilascia gas tossici e sottoprodotti che degradano la qualità dell'aria, inquinano il suolo e contaminano le acque sotterranee. La ricostruzione di edifici danneggiati genera anche emissioni di CO2 attraverso la produzione di nuovi materiali necessari per ricostruire o rinnovare l'edificio. Si generano inoltre inevitabili aspetti sociali, emotivi ed economici delle vittime degli incendi e delle persone che perdono la casa, il posto di lavoro e le entrate.
Per questi motivi, la scelta di materiali da costruzione con la resistenza al fuoco adeguata è essenziale nella realizzazione dei vari sistemi e, in un’ottica di sostenibilità, può fornire ampiamente il suo contributo.
Link propone le soluzioni Paroc HVAC realizzate in lana di roccia non combustibile, resistente a temperature fino a 1.000ºC. I materiali sono classificate come Euroclasse A1 o A2(L)-s1,d0, la più alta classe europea di resistenza al fuoco per i materiali da costruzione. Rilasciano inoltre una minima quantità di fumo durante un incendio.
Condizioni determinanti per il contenimento di un incendio in un edificio rispettando al contempo, in un’ottica di ampio respiro, l’equilibrio naturale ed ambientale del sistema costruito.
Come scriveva Alfonso Morone: “sparsi a migliaia in ogni città, pressoché indistruttibili, difficilmente migliorabili, con spesso decenni (o addirittura secoli) alle spalle” i chiusini sono uno dei prodotti più diffusi, ma anche tra quelli meno valorizzati nell’infrastruttura nazionale, offrendo il loro costante contributo nella catena dell’infrastruttura blu.
Vi proponiamo il seguente articolo pubblicato su Edilportale
In Italia usufruiamo della risorsa idrica in svariati ambiti: irriguo (45%), industriale (20%), energetico (15%) e idropotabile per uso domestico (20%) a rappresentanza di circa il 17,5% del PIL italiano. Un dato importante che deve però confrontarsi con alcuni aspetti rilevanti. Circa il 60% della rete idrica nazionale ha più di 30 anni e il 25% ne ha più di 50 ed il 47,6% dell’acqua prelevata per uso potabile viene dispersa. Esistono diverse utilities di eccellenza nel sistema idrico integrato nazionale che operano in un paese che risulta essere secondo nell’Unione Europea per prelievi di acqua ad uso potabile (fonte: renewablematter).
Secondo il report dell’Osservatorio Valore Acqua, la filiera del potabile e dell’irriguo disporrebbe di fondi legati al recupero di acque reflue, fanghi di depurazione e agricoltura sostenibile che possono integrarsi sinergicamente a tutte quelle pratiche virtuose che puntano sul riciclo e riuso delle acque, sulla captazione delle piovane e sullo sfruttamento dei fanghi di depurazione a pieno sostegno di tutta l’infrastruttura blu.
Il sistema idrico integrato nazionale è costituito dall'insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue, intervenendo sul ciclo della filiera idrica (approvvigionamento - distribuzione e vendita – fognatura - depurazione e smaltimento).
Il processo di approvvigionamento, basato sulla captazione dell’acqua dal territorio e l’adduzione alle reti extra-urbane che fungono da vettore, affronta però notevoli criticità circa la disponibilità della risorsa idrica e problemi di qualità dell’acqua e della riduzione della portata delle fonti di approvvigionamento.
Come è emerso anche nel Forum Acqua di Legambiente, l’unica soluzione possibile per far fronte alla crisi idrica è che la filiera del potabile, dell’agricoltura e dell’industria lavorino di concerto, creando un sistema circolare di riuso dell’acqua su diversi livelli, da quello domestico, a quello industriale, ai sistemi di irrigazione ma anche agli usi urbani.
In tale piano d’azione l’infrastruttura gioca un ruolo rilevante e, con esso, in parte, anche i sistemi di drenaggio.
Come scriveva Alfonso Morone: “sparsi a migliaia in ogni città, pressoché indistruttibili, difficilmente migliorabili, con spesso decenni (o addirittura secoli) alle spalle” i chiusini sono uno dei prodotti più diffusi, ma anche tra quelli meno valorizzati nell’infrastruttura nazionale, offrendo il loro costante contributo nella catena dell’infrastruttura blu.
In tale ambito, Link propone griglie e chiusini per il coronamento e la chiusura in ghisa sferoidale, destinati ad aree pedonali e veicolari, certificati e conformi alla normativa EN124-1 ed EN124-2: 2015.
La gamma include:
Chiusini d’ispezione – Classe di portata B125, C250, D400
Chiusini centro strada – Classe di portata D400 con telaio quadrato, circolare e ottagonale
Chiusini a sezioni – Classe di portata D400, 2/4 coperchi triangolari con telaio quadrato e rettangolare
Griglie piane e concave – Classe di portata C250 e D400
Griglie per canali – Classe di portata C250, D400
Caditoie a bocca di lupo
Pluviali dritti e curvi con terminali a bicchiere
Chiusini manovra/servizi e accessori
Best management practices (BMPs), integrated urban water management (IUWM); Joint Committee on Urban Drainage (JCUD), stormwater control measures (SCMs), sustainable urban drainage systems (SUDS); water sensitive urban design (WSUD) sono alcune delle definizioni usate per indicare quelle pratiche e politiche di gestione delle acque di molti paesi del mondo in cui griglie e chiusini per il coronamento e la chiusura in ghisa sferoidale posso offrire il loro attivo contributo.
Le nuove diposizioni in materia di etichettatura ambientale richiedono che al termine del utilizzo gli imballaggi debbano essere correttamente smaltiti e le indicazioni per la corretta gestione del rifiuto vengano indicate in etichetta.
L’etichettatura ambientale identifica quindi tutti gli imballaggi immessi sul mercato italiano, ne indica la composizione, ne facilita la raccolta, il riutilizzo, il recupero, il riciclo e il corretto smaltimento da parte del consumatore. Dal 1° gennaio 2023 è quindi necessario riportare, in modo visibile e di facile comprensione, la tipologia di ciascun materiale e il corrispettivo codice alfanumerico impiegato nell'imballaggio dei prodotti destinati sia al commercio B2B che B2C in etichetta.
In seguito alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116, che ha recepito la direttiva UE 2018/851 sui rifiuti, e in particolare, l’art. 3 comma 3, lettera c) del decreto che ha apportato modifiche al comma 5 dell’art. 219 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n.152 e s.m.i, “Norme in materia ambientale”, in tema di “Criteri informatori dell'attività di gestione dei rifiuti di imballaggio”, che a sua volta ha recepito e rafforzato quanto previsto dall’art. 8 comma 2 della Direttiva 94/62/CE, è necessario adeguarsi alle nuove diposizioni in materia di etichettatura ambientale.
Nel dettaglio, la normativa richiede che al termine del loro utilizzo, gli imballaggi debbano essere correttamente smaltiti e le indicazioni per la corretta gestione del rifiuto vengano indicate in etichetta.
L’etichettatura ambientale identifica quindi tutti gli imballaggi immessi sul mercato italiano, ne indica la composizione, ne facilita la raccolta, il riutilizzo, il recupero, il riciclo e il corretto smaltimento da parte del consumatore. Dal 1° gennaio 2023 è quindi necessario riportare, in modo visibile e di facile comprensione, la tipologia di ciascun materiale e il corrispettivo codice alfanumerico impiegato nell'imballaggio dei prodotti destinati sia al commercio B2B che B2C in etichetta.
In ottemperanza alla norma riportiamo nelle etichette a marchio Link indicazione del materiale e codice alfanumerico di ciascun imballo.
Usufruiamo dei canali digitali (pagina dedicata del sito aziendale) per informare e aggiornare la clientela sulle tipologie di imballi impiegati per ogni prodotto da noi commercializzato, indicando anche sui documenti di trasporto il percorso per accedere alle informazioni necessarie per una corretta gestione dello smaltimento e/o riutilizzo di ciascun imballo.
Ci impegniamo, inoltre, a riutilizzare dove possibile gli imballi in modo da ridurre gli scarti e gli sprechi ed a sfruttare il più possibile gli strumenti digitali per ridurre l’uso della carta
PAROC Hvac Fire BlackCoat è la nuova soluzione Paroc adatta alla protezione antincendio di condotte di ventilazione e condizionamento dell'aria orizzontali e verticali, rettangolari e circolari.
La soluzione, a pannello o materasso, è stata sviluppata per impedire la propagazione del fuoco dal condotto all'ambiente o dall'ambiente al condotto. Essa combina proprietà uniche in termini di protezione dal fuoco con una finitura estetica discreta ed elegante, in quanto i materassini e i pannelli in lana di roccia sono ricoperti da un foglio di alluminio retinato laccato nero.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
L’obiettivo di efficientamento energetico sviluppato nei progetti di costruzione o ristrutturazione, deve necessariamente tener conto degli standard di sicurezza in materia antincendio.
La reazione al fuoco di un prodotto è definita come il “grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco al quale è stato sottoposto” e rappresenta una caratteristica importante del materiale stesso; convenzionalmente espressa in classi.
La classe di reazione al fuoco è uno strumento di protezione passiva funzionale nella fase di prima propagazione dell’incendio ed ha l’obiettivo di limitare l’innesco dei materiali e la diffusione dell’incendio. Tale caratteristica, viene determinata in funzione delle reali applicazioni del materiale, mediante condizioni di prova standardizzate.
Il materiale isolante, benché non sia il primo materiale colpito dall'incendio, svolge comunque un ruolo molto importante durante lo sviluppo e la diffusione delle fiamme. Infatti, se viene scelto un materiale isolante altamente combustibile, si rischia di accelerare la propagazione del fuoco e generare contestualmente una grande quantità di fumo che è una tra le cause principali di morte all’interno di un edificio.
La lana di roccia Paroc è classificata A1 - totalmente incombustibile
Dal 1999 esiste una norma europea armonizzata per la prova di resistenza al fuoco dei condotti di ventilazione: la EN 1366-1.
La EN 1366-1, in vigore dal 20/10/2020, specifica un metodo per la determinazione della resistenza all'incendio di condotte di ventilazione verticali ed orizzontali compresi i pannelli di accesso, che sono parte integrante delle condotte sottoposte a prova. Le prove esaminano il comportamento delle condotte esposte al fuoco dall'esterno e dall'interno delle condotte. La norma non si applica a:
a) condotte la cui resistenza al fuoco dipende dalle prestazioni di resistenza al fuoco di un soffitto o una parete (dove le condotte sono posizionate in cavità delimitate da cavedi o soffitti resistenti al fuoco);
b) condotte provviste di serrande tagliafuoco nei punti in cui attraversano divisori tagliafuoco;
c) condotte con uno, due o tre lati;
d) fissaggi dei dispositivi di sospensione (per esempio ancore) ai pavimenti o alle pareti.
PAROC Hvac Fire BlackCoat si presenta come il prodotto ottimale (a materasso o a pannello), adatto per condotti di ventilazione e condizionamento dell'aria orizzontali e verticali, indipendentemente dal fatto che siano rettangolari o circolari. Il prodotto impedisce la propagazione del fuoco dal condotto all'ambiente o dall'ambiente al condotto.
Il nuovo sistema di protezione antincendio PAROC Hvac Fire "BlackCoat" combina proprietà uniche in termini di protezione antincendio con una superficie discreta ed elegante, dove materassini e pannelli in lana di roccia sono ricoperti da un retro nero su un lato laminato di alluminio. Sono disponibili accessori appositamente studiati ed omologati che conferiscono i seguenti vantaggi:
• protezione antincendio fino a 120 minuti,
• penetrazione di componenti solidi e leggeri,
• nessun raddoppio nell'area di penetrazione del componente,
• distanza tra le sospensioni e lunghezze dei segmenti di condotto fino a 1850 mm per le classificazioni EI30 e EI60,
• montaggio senza colla,
• euroclasse A2, s1-d0,
• superficie discreta,
• sistema completo di accessori,
• protezione antincendio, termica e acustica in un'unica soluzione,
• corrisponde al massimo con la certificazione eco-1,
•requisiti di eco-bau e Minergie-Eco.
Tali caratteristiche rendono evidente come interventi eseguiti con materiali che non soddisfano determinati requisiti in materia antincendio, non certificati e installati da imprese non competenti in materia contribuiscono all’aumento del rischio di incendio dei fabbricati.
L'Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) si occupa degli aspetti collegati alla legislazione dell'Unione sulle sostanze chimiche. Partendo dal presupposto che una migliore conoscenza e regolamentazione delle sostanze chimiche nocive protegge i lavoratori, i consumatori e l’ambiente, facilita il riciclaggio dei prodotti ed incoraggia l’industria a sviluppare alternative più sicure. ECHA assiste le società affinché si conformino alla legislazione, promuove l'uso sicuro delle sostanze chimiche, fornisce informazioni sulle sostanze chimiche e si occupa delle sostanze preoccupanti.
Le sostanze suscettibili di avere effetti gravi sulla salute umana e sull'ambiente possono essere incluse fra le sostanze estremamente preoccupanti: nominate SVHC (Substance of Very High Concern) sulle quali incombono obblighi di legge
Link propone una serie di ruote per carriola performanti e sicure perché rispettose della normativa SVHC.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo.
L'Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) è un'agenzia dell'Unione europea che si occupa degli aspetti collegati alla legislazione dell'Unione sulle sostanze chimiche, quali la tutela della salute umana e dell'ambiente e la promozione dell'innovazione e della competitività; si occupa principalmente di 4 temi:
• REACH
• CLP
• Biocidi
• PIC (Prior Informed Consent)
Partendo dal presupposto che una migliore conoscenza e regolamentazione delle sostanze chimiche nocive protegge i lavoratori, i consumatori e l’ambiente, facilita il riciclaggio dei prodotti ed incoraggia l’industria a sviluppare alternative più sicure, l’ECHA assiste le società affinché si conformino alla legislazione, promuove l'uso sicuro delle sostanze chimiche, fornisce informazioni sulle sostanze chimiche e si occupa delle sostanze preoccupanti.
Le sostanze suscettibili di avere effetti gravi sulla salute umana e sull'ambiente possono essere incluse fra le sostanze estremamente preoccupanti: nominate SVHC (Substance of Very High Concern). Si tratta soprattutto di sostanze cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione, nonché di sostanze con caratteristiche persistenti e bioaccumulabili.
Dopo che una sostanza è stata ufficialmente riconosciuta nell'UE come estremamente preoccupante, viene inclusa nell'elenco di sostanze candidate. Questo elenco indica ai consumatori ed alle industrie quali sostanze chimiche sono annoverate fra le sostanze estremamente preoccupanti.
Alle aziende che producono o importano articoli contenenti tali sostanze in concentrazioni superiori allo 0,1 % del peso dell'articolo, incombono obblighi di legge. Esse sono tenute a informare i destinatari degli articoli sulla presenza della sostanza e quindi su come assicurare un uso sicuro. Le aziende devono anche informare i consumatori che richiedono tali informazioni. L'ECHA aggiorna l’elenco delle “candidate list” e le informazioni sulle sostanze SVHC ogni sei mesi.
ECHA ha avuto il compito di creare la Banca Dati SCIP che integra gli obblighi di comunicazione e notifica REACH esistenti per sostanze nell’elenco candidate negli articoli.
Link propone una serie di ruote per carriola performanti e sicure perché rispettose della normativa SVHC.
La materia prima è testata non solo presso il produttore ma periodicamente anche da laboratori nazionali in accordo con Regolamento “REACH” 1907/2006/CE al fine di monitorare le SVHC con screening XRF, screening metalli (ICP), screening IPA, screening FTALATI con metodo EPA, screening Ammine aromatiche da coloranti azoici e screening Nonifenolo; consapevoli di come lo screening SVHC degli articoli e/o sostanze chimiche presenti nelle ruote proposte sia a tutela di tutta la filiera.
Le ruote proposte sono:
- RUOTE GONFIABILI PER CARRIOLA - codice DM1/** - gomma 4 strati gonfiabile con camera d’aria - Diametro esterno 360 mm Larghezza 80 mm. Disponibile con o senza cuscinetti.
- RUOTE PIENE PER CARRIOLA - codice CM1/** - gomma piena in poliuretano - Diametro esterno 360 mm Larghezza 80 mm. Disponibile con o senza cuscinetti.
Tali gomme sono indicate per l’impiego in aziende agricole, nel giardinaggio e in edilizia per il trasporto di materiali.
Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci!
Nell’augurarvi un sereno Natale ed un felice nuovo anno,
cogliamo l'occasione per ricordarvi la nostra operatività durante il periodo natalizio:
il magazzino di Spinetta Marengo (AL) sarà chiuso dal 23/12/2022 al 08/01/2023;
gli uffici di Genova saranno chiusi dal 02/01/2023 al 08/01/2023;
i funzionari commerciali sono a vostra disposizione, raggiungibili tramite i soliti contatti email o mobile.
Buone Feste!
Il Team Link
Il chiusino è uno dei prodotti più diffusi, ma anche tra quelli meno valorizzati, pur vantando un ruolo all'interno delle complesse dinamiche di trasformazioni urbane seguite alla rivoluzione industriale e dal rapporto con la cultura progettuale.
L’articolo proposto dal Sole24Ore del 6 novembre u.s. parte da una frase estremamente accattivante del designer italiano Roberto Mango: «L’uomo che cammina con gli occhi fissi sulle stelle potrebbe perdersi le stelle che stanno ai suoi piedi» che guida il lettore tra i manufatti che stanno sotto gli occhi (e i piedi) di tutti senza ricevere la giusta attenzione.
Vi proponiamo quindi la seguente lettura dal Sole24Ore.
Paroc Clad System, non è solo un sistema di rivestimento in lana di roccia industriale completo, che include sezioni di tubi, curve, segmenti, tappetini lamellari, nastri e Clad Dots per coprire i perni della testa, ma è una vera novità di mercato.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo .
È sempre più evidente quanto sia necessario prevedere, nelle varie fasi di costruzione degli edifici civili e delle costruzioni industriali, l’inserimento di un isolante termico nel progetto di ristrutturazione o costruzione.
Le varie soluzioni tecnologiche e costruttive isolanti sono infatti pensate per ridurre drasticamente la perdita di energia, migliorare il comfort e fornire protezione antincendio con un occhio sempre attento alla sostenibilità ambientale. Il tema ambiente è oggi più che mai di fondamentale importanza:
- per il risparmio sui consumi, sia per il riscaldamento, sia per la climatizzazione;
- per il relativo impiego di combustibili fossili;
- per un proficuo contenimento della domanda mondiale di energia sempre crescente.
Ne deriva che per isolare le tubazioni in modo efficiente è necessario considerare sia le dispersioni, ciò che in termini di calore fuoriesce dall’edificio per trasmissione o ventilazione, sia gli apporti termici, ciò che in termini di calore arriva dall’esterno senza costo energetico e dall’interno come il riscaldamento solare o quello da altre apparecchiature.
In questo bilancio energetico la voce principale è rappresentata dalle dispersioni termiche dei tubi, risolvibili attraverso un rivestimento isolante sulla parte esterna che avvolga completamente la superfice.
Atte a tale scopo sono le coppelle isolanti: elementi di forma cilindrica, costituiti internamente da lana di roccia biosolubile, a fibra concentrica, con taglio longitudinale, disponibili con diversi tipi di rivestimento superficiale.
Il taglio longitudinale permette l’inserimento della coppella attorno al tubo senza smontare l’impianto o variare la struttura dei tubi del riscaldamento, delle condutture dell’acqua, dei tubi di scarico e dei fumi alle varie apparecchiature, fino alle condotte di ventilazione. Se il dimensionamento dell'isolamento delle tubazioni richiede un determinato valore massimo di dispersione termica, il ricorso alle coppelle permette di ridurre notevolmente lo spessore del materiale da applicare ottimizzando la funzione delle tubazioni.
Le soluzioni PAROC per tubazioni industriali assicurano la stessa capacità di isolamento sia per i tratti rettilinei che per i tratti curvi, contribuendo a preservare prestazioni ottimali lungo l'intero percorso delle tubazioni. Una ulteriore importante prerogativa dei prodotti PAROC risiede nel ridottissimo tenore di cloruro e fluoruro, che permette di contenere il rischio di corrosione sotto il materiale isolante.
Le tubazioni una volta isolate vengono solitamente ricoperte da uno scatolato in lamiera fissato meccanicamente per proteggere il materiale isolante dagli agenti atmosferici, preservandolo dal deterioramento.
Questo specifico rivestimento richiede un’apposita manutenzione ad un costo di applicazione aggiuntivo e prevede un ingombro in superficie.
Un importante alternativa arriva dall’innovativo prodotto Clad-System di PAROC: l’isolante rapido, sicuro e sostenibile, dotato di uno speciale film multistrato altamente durevole indicato per le applicazioni esterne. Protegge in modo affidabile la lana di roccia PAROC dall'umidità, dall’impatto ambientale e dalle sostanze chimiche e non comporta l’impiego di un lamierino di rivestimento.
Grazie alla resistenza alle alte temperature è il materiale isolante ideale per essere utilizzato fino a 680°C, proteggendo l’impianto dalle perdite di temperatura.
Clad-System di PAROC non ha bisogno di ulteriori rivestimenti in lamiera, riducendo così il peso di una costruzione e rendendo al contempo innegabilmente più facile la manutenzione.
La Clad-Surface è liscia, facile da pulire e, grazie alla sua resistenza alle sostanze chimiche, può essere utilizzata nei laboratori e pulita senza manutenzione speciale.
E’ ideale nelle applicazioni costiere, in quanto è stata testata la sua resistenza all'aria e all'acqua salata. Offre protezione contro i raggi UV e dalle beccate di uccelli in quanto estremamente robusto e resistente alla perforazione.
Per tutte queste ragioni, Paroc Clad System, non è solo un sistema di rivestimento in lana di roccia industriale completo, che include sezioni di tubi, curve, segmenti, tappetini lamellari, nastri e Clad Dots per coprire i perni della testa, ma è una vera novità di mercato.
La zincatura è il processo con cui viene applicato un rivestimento di zinco su un manufatto metallico, generalmente di acciaio, per proteggerlo dalla corrosione.
Il processo di zincatura può avvenire attraverso diverse metodologie. Tra le più usate vi è la zincatura a caldo: un trattamento anticorrosivo che avviene immergendo i manufatti in un bagno di zinco fuso, a circa 450 °C, dopo una serie di pretrattamenti.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
La zincatura è il processo con cui viene applicato un rivestimento di zinco su un manufatto metallico, generalmente di acciaio, per proteggerlo dalla corrosione. Viene scelto lo zinco in quanto meno elettronegativo dell'acciaio, in caso di rotture o porosità del rivestimento, diventa l'anodo sacrificale nella corrosione elettrolitica.
Il processo di zincatura può avvenire attraverso diverse metodologie. Tra le più usate vi è la zincatura a caldo: un trattamento anticorrosivo che avviene immergendo i manufatti in un bagno di zinco fuso, a circa 450 °C, dopo una serie di pretrattamenti.
Generalmente il processo di zincatura si suddivide in una serie di fasi sequenziali che passano dallo sgrassaggio e decapaggio (tramite tensioattivi e acidi per pulire la superfice), al flussaggio: immersione in soluzione di ammonio cloruro e zinco cloruro, alla vera e propria zincatura, quale immersione, dopo preriscaldamento a 100 °C, in vasca di zinco fuso a 450 °C per il tempo necessario a che l'acciaio raggiunga la stessa temperatura dello zinco. Segue quindi una fase di raffreddamento in aria o in acqua a cui può seguire un trattamento di passivazione.
Le principali norme di settore sono la norma UNI EN ISO 14713:2010 che definisce linee guida e raccomandazioni per la protezione contro la corrosione di strutture di acciaio e di materiali ferrosi, specifica la composizione del bagno, lo spessore del rivestimento ed il suo aspetto, e la norma UNI EN ISO 1461:2009 stabilisce le proprietà generali e i metodi di prova per i rivestimenti applicati tramite immersione in zinco fuso (zincatura a caldo) (contenente non oltre il 2% di altri metalli) su articoli di ferro e acciaio.
La scelta di zincare a caldo un prodotto è dovuta ad innumerevoli fattori:
• la zincatura, per la sua stessa natura, ha una resistenza enormemente superiore ad urti ed abrasioni rispetto a una comune verniciatura o un rivestimento gommoso;
• la zincatura a caldo protegge sia le superfici esterne, sia quelle interne, in quanto il rivestimento avviene attraverso l’immersione nel liquido, rendendo per esempio impossibili da zincare strutture tubolari chiuse che galleggerebbero sullo zinco fuso. Proteggere dalla corrosione le parti interne è comunque un aspetto importante da non sottovalutare;
• la zincatura a caldo non è una sorta di pellicola danneggiabile da abrasioni o tagli, ma una lega ferro-zinco tenacemente attaccata all’acciaio, asportabile solo con un’azione meccanica vigorosa;
• la zincatura a caldo mantiene sostanzialmente inalterate le sue caratteristiche per tutto il ciclo di vita del manufatto e garantisce una resistenza anticorrosiva superiore.
Per tali motivi i sigilli, i copri cisterna, i chiusini e le griglie in acciaio per il drenaggio proposte da Link sono zincati a caldo:
• chiusini copri-cisterna – Copri-cisterna in acciaio S235JR (UNI EN 10025-1:2005 +UNI EN 10025-2:2005) zincato a caldo UNI EN ISO 1461:2009 + UNI EN ISO 14713-2:2010 con coperchio rinforzato e telaio a ‘T’ in lamiera bugnata mandorlata, altezza 35 mm. La zincatura a caldo assicura grande resistenza a urti e agenti atmosferici. Sono indicati per il coronamento e la chiusura di serbatoi interrati e cisterne. Sono adatti al calpestio e al passaggio pedonale.
• chiusini a scomparsa – Chiusini a scomparsa in acciaio S235JR (UNI EN 10025-1:2005 + UNI EN 10025-2:2005) zincati a caldo UNI EN ISO 1461:2009 + UNI EN ISO 14713-2:2010 con coperchio rinforzato in lamiera bugnata mandorlata, telaio pre-zincato a ‘L’, spessore 15/10 e altezza 47 mm. Consigliati coprire un pozzetto con un coperchio allo stesso livello della pavimentazione. Utilizzati in giardini, marciapiedi e camminamenti.
• Sigilli – Sigilli pesanti con telaio a ‘T’ in acciaio S235JR (UNI EN 10025-1:2005 + UNI EN 10025-2:2005) zincati a caldo UNI EN ISO 1461:2009 + UNI EN ISO 14713-2:2010, altezze 50 mm e 80 mm. Disponibili anche ganci di sollevamento per sigilli pesanti.
• Griglie – Griglie antitacco in acciaio S235JR (UNI EN 10025-1:2005 + UNI EN 10025-2:2005) zincate a caldo UNI EN ISO 1461:2009 + UNI EN ISO 14713-2:2010 piatto portante e bordo 25x2 mm piatto di collegamento 10x2 mm, telaio a 'L' 15/10. Griglie per canaletta S235JR (UNI EN 10025-1:2005 + UNI EN 10025-2:2005) zincate a caldo UNI EN ISO 1461:2009 + UNI EN ISO 14713-2:2010 bordate a ‘C’ sui due lati di appoggio.
L’utilizzo di prodotti per il drenaggio in acciaio zincato a caldo è diventato ormai prassi corrente, vista la facilità di posa e le garanzie e la sicurezza offerta da questa soluzione. Non esitate a contattare il nostro ufficio tecnico per ulteriori informazioni.
Le caditoie stradali sono manufatti fondamentali di collegamento tra la sede stradale e le canalizzazioni fognarie miste o pluviali, atte ad intercettare e convogliare le acque meteoriche (o di lavaggio delle strade) che scorrono in superficie. In genere sono poste negli impluvi di strade, piazzali o parcheggi e servono a evitare che l'acqua si accumuli in misura eccessiva sulla superficie esposta all'evento meteorico.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo.
Le caditoie stradali sono manufatti fondamentali di collegamento tra la sede stradale e le canalizzazioni fognarie miste o pluviali, atte ad intercettare e convogliare le acque meteoriche (o di lavaggio delle strade) che scorrono in superficie. In genere sono poste negli impluvi di strade, piazzali o parcheggi e servono a evitare che l'acqua si accumuli in misura eccessiva sulla superficie esposta all'evento meteorico.
Le caditoie sono costituite da:
- una luce d’intercettamento (ovvero superficie drenante) che distingue le caditoie sulla base del loro comportamento idraulico. Si definiscono pertanto caditoie: a salto sul fondo (installate nella sede stradale in corrispondenza della cunetta formata dal gradino del marciapiede); a bocca di lupo (costituite da una feritoia verticale ricavata lungo il cordolo del marciapiede); a fessura (una caditoia particolare a forma di “T” o “L” invertita integrata nella pavimentazione pedonale); multiple (che combinano gli elementi delle caditoie a salto e a bocca di lupo);
- da un pozzetto sottostante che può essere di diversi materiali, progettato ad una profondità variabile, capace inoltre di raccogliere i corpi solidi di dilavamento stradale;
- e da una condotta trasversale alla strada che collega la caditoia al più vicino canale di fognatura.
Le caditorie possono essere prefabbricate, realizzate in ghisa, cemento e pietra. Da alcuni anni, previsti inoltre dalla Normativa EN124 Rev. 2015, si sono affacciati al mercato articoli alternativi, ad esempio realizzati in materiali compositi.
I fattori che determinano la scelta del tipo di caditoia si basano sia sulla capacità del prodotto di intercettare l’acqua e sulla relativa portata, sia su una valutazione di natura progettuale, circa la previsione di interrimento del manufatto e la conseguente perdita di efficienza idraulica.
La distanza reciproca tra le caditoie è necessariamente in funzione della superficie che esse sono in grado di drenare è spesso individuata nei piani regolatori cittadini
Link presenta le proprie caditoie a bocca di lupo: Art. LBDLEN2-261 che propone da oltre 30 anni tra i propri elementi di coronamento in ghisa sferoidale GJS 500-7 con rivestimento a base di vernice bituminosa alchidica con screening per SVHC (sostanze altamente preoccupanti) effettuato semestralmente da SGS.
Tali prodotti vanno ubicati sotto e lungo il marciapiede, in corrispondenza del cordolo dei marciapiedi, e devono essere installati in modo tale che la profondità e l’ampiezza della sezione bagnata non creino alcun intralcio. Per loro struttura, rispetto alle caditoie standard, le bocche di lupo pur con una luce media inferiore, mantengano un’ottima capacità d’intercettamento, con una minore tendenza all’ intasamento. Per tutti questi elementi di drenaggio urbano, il corretto dimensionamento e la periodica manutenzione sono aspetti fondamentali per garantire la buona funzionalità della rete fognaria.
Una corretta manutenzione è richiesta in tutte le stagioni, anche nei periodi secchi, in quanto, le leggere precipitazioni che si registrano durante i periodi secchi possono comunque causare l’accumulo dei solidi sul fondo dei condotti riducendone la portata e creando odori fastidiosi, corrosione e aggressione biochimica; altre volte, il materiale in precedenza sedimentato, viene rimesso in sospensione durante un evento meteorico particolarmente intenso e, se non riesce a raggiungere la rete fognaria, rischia di intasare il corpo ricettore.
I pozzetti ricoprono un ruolo cardine nel sistema di gestione delle acque piovane andando infatti a creare una vera e propria barriera. Il sifone è un elemento fondamentale nel corpo ricettore di un pozzetto, infatti, convoglia correttamente i liquidi, impedisce la risalita dei cattivi odori dagli scarichi oltre ad evitare intasamenti ed ingorghi. Nella maggior parte dei sifoni però spesso ristagnano liquidi e detriti che diventano un ambiente di sviluppo e proliferazione di insetti indesiderati come zanzare tigre, scarafaggi, mosche dello scarico, ed alcuni piccoli animali, creando veri e propri problemi igienici spesso risolti con prodotti chimici che accumulandosi, di volta in volta, nelle falde acquifere e nei terreni circostanti, possono risultare tossici per l’ambiente.
Per una lotta contro le larve di insetto in un’ottica di sostenibilità Link propone l’innovativo ECOSYSTEM: un intelligente meccanismo di apertura e chiusura a leva basculante
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
Il ristagno delle acque piovane è un fenomeno largamente conosciuto e gestito nella pianificazione urbana ed extraurbana in quanto la formazione di ampie pozzanghere può causare pericoli nelle rampe di accesso, nei cortili, nei marciapiedi e nei passaggi pedonali che tendono a diventare impraticabili o disagevoli, ugualmente la presenza di pozze può insudiciare stradelli carrabili rendendo rischiosa la circolazione dei pedoni e dei mezzi. Per tale ragione vengono progettate diverse soluzioni per contenere, convogliare e smaltire le acque piovane attraverso cunette laterali o grondaie, pluviali, chiusini, caditorie e pozzetti.
I pozzetti ricoprono un ruolo cardine nel sistema di gestione delle acque piovane andando infatti a creare una vera e propria barriera, quale ultimo argine contro la diffusione dei fastidiosi miasmi provenienti dalle fognature. All’interno di tali impianti, come noto, sono presenti parti solide, le quali vengono prontamente fermate dal sifone. Un processo che impedisce inoltre l’intasamento del sistema fognario. La realizzazione di tali sistemi prevede una loro apertura per una corretta manutenzione richiesta in tutte le stagioni, anche nei periodi secchi, inquanto, le basse velocità delle acque che si registrano in estate possono causare l’accumulo dei solidi sul fondo dei condotti riducendone la portata e creando odori fastidiosi, corrosione e aggressione biochimica; altre volte il materiale in precedenza sedimentato, viene rimesso in sospensione durante un evento meteorico particolarmente intenso e se non riesce a raggiungere la rete fognaria, intasa il corpo ricettore.
Il sifone è un elemento fondamentale nel corpo ricettore di un pozzetto, infatti, sebbene sia quasi sempre invisibile alla vista, convoglia correttamente i liquidi, impedisce la risalita dei cattivi odori dagli scarichi oltre ad evitare intasamenti ed ingorghi. Nella maggior parte dei sifoni però spesso ristagnano liquidi e detriti che diventano un ambiente di sviluppo e proliferazione di insetti indesiderati come zanzare tigre, scarafaggi, mosche dello scarico, ed alcuni piccoli animali, come i topi. Gli insetti depongono ammassi di uova con tempi di incubazione che variano a seconda dell’ambiente e della stagione, creando veri e propri problemi igienici e richiedendo spesso l’utilizzo di prodotti chimici, come le pastiglie contro le larve di zanzara o simili, che accumulandosi, di volta in volta, nelle falde acquifere e nei terreni circostanti, possono risultare tossici per l’ambiente.
Per una lotta contro le larve di insetto in un’ottica di sostenibilità Link propone l’innovativo ECOSYSTEM, una novità assoluta, efficace e funzionale, realizzata con l'obiettivo di combattere alla fonte il sempre più grave problema della proliferazione della zanzara tigre ed degli altri insetti infestanti, attraverso un ingegnoso metodo di scarico e che svolge un efficace azione antintrusione.
ECOSYSTEM, infatti, ha un intelligente meccanismo di apertura e chiusura a leva basculante, realizzata in acciaio inox AISI 304, che permette il deflusso dei diversi materiali di scarto, sia solidi sia liquidi nel condotto di scarico del chiusino, dopodiché si richiude svolgendo la funzione di una valvola di ritegno evitando così qualsiasi intrusione indesiderata.
Il sistema presentato da Link permette di preservare l’habitat dalla deposizione delle larve, evitando le disinfestazioni degli insetti adulti che inevitabilmente eliminano anche altri insetti utili e impollinatori determinanti per l’ambiente.
Per maggiori informazioni non esitate a contattarci!
Le specifiche di isolamento industriale prevedono generalmente che l’isolamento delle tubazioni avvenga durante i tempi di fermo per manutenzione, quando la temperatura delle tubazioni è simile alla temperatura ambiente, per poi variare rapidamente quando l’impianto torna in esercizio, creando una importante dilatazione termica che può portare a gravi dispersioni di calore ed energia. Si rende pertanto spesso necessario un sistema di isolamento a doppio strato per mitigare la potenziale apertura dei giunti.
Esperto in tali processi Paroc offre soluzioni di coppelle a semi guscio e, in aggiunta, l'innovativa soluzione PAROC Pro Lock in mono-strato.
PAROC Pro Lock è una soluzione unica, che offre i vantaggi di un isolamento in doppio strato ma con un’unica applicazione in strato singolo. Si tratta di un’unica coppella con 2 spessori sovrapposti ed a giunti sfalsati ad incastro (Z-Lock) – sia circonferenziali, sia longitudinali - i quali minimizzano la dispersione termica causata dall'espansione meccanica.
La coibentazione delle tubazioni negli impianti industriali è fondamentale per la massimizzazione del rendimento degli impianti, in quanto le macchine che trasformano il materiale da lavorare in prodotti a maggior valore aggiunto, impiegano una elevata quantità di energia che non può essere dispersa.
Le specifiche di isolamento industriale prevedono generalmente che l’isolamento delle tubazioni avvenga durante i tempi di fermo per manutenzione, quando la temperatura delle tubazioni è simile alla temperatura ambiente, per poi variare rapidamente quando l’impianto torna in esercizio, creando una importante dilatazione termica che può portare a gravi dispersioni di calore ed energia. Si rende pertanto spesso necessario un sistema di isolamento a doppio strato per mitigare la potenziale apertura dei giunti.
Esperto in tali processi Paroc offre soluzioni di coppelle a semi guscio e, in aggiunta, l'innovativa soluzione PAROC Pro Lock in mono-strato.
PAROC Pro Lock è una soluzione unica, che offre i vantaggi di un isolamento in doppio strato ma con un’unica applicazione in strato singolo. Si tratta di un’unica coppella con 2 spessori sovrapposti ed a giunti sfalsati ad incastro (Z-Lock) – sia circonferenziali, sia longitudinali - i quali minimizzano la dispersione termica causata dall'espansione meccanica. Le coppelle PAROC possiedono inoltre un'eccellente resistenza alla compressione e sopportano facilmente il peso del rivestimento metallico. In questo modo eliminano le dispersioni energetiche ed i ponti termici causati dall'aggiunta di strutture di supporto del rivestimento e riducono al minimo il rischio di danni da impatti meccanici.
PAROC Pro Lock è un prodotto sicuro ed uno strumento eccellente per ridurre al minimo il rischio di CUI (Corrosion Under Insulation), mantenendo le ottime proprietà idrorepellenti a temperature fino a 300 °C.
PAROC Pro Lock offre innegabili vantaggi, quali:
• una soluzione tecnicamente superiore, senza ponti termici;
• garantisce il 25% in meno di dispersione termica rispetto alle soluzioni tradizionali;
• è una soluzione isolante molto sottile ma estremamente efficiente;
• richiede meno superficie e materiale di rivestimento;
• occupa meno spazio nei processi a tutto vantaggio della struttura;
• si applica con tempi e relativi costi di installazione ridotti (rispetto alla soluzione in doppio strato tradizionale con doppia applicazione);
• non richiede una struttura di supporto;
• i giunti Z-Lock prevengono la significativa dispersione di calore causata dall'espansione termica del tubo riscaldato;
• consente una riduzione dei tempi di fermo impianto durante la manutenzione;
• contribuisce alla sostenibilità.
Nelle applicazioni industriali è essenziale che una soluzione isolante resista a temperature molto elevate senza cedimenti, contrasti gli effetti meccanici di distorsione del rivestimento, mantenga una buona resistenza alla compressione anche nel lungo periodo, fornisca un buon isolamento termo - acustico grazie alla struttura fibra porosa e alta densità della lana di roccia e sia sicuro durante o dopo l'uso: caratteristiche a cui PAROC Pro Lock risponde appieno.
Per maggiori dettagli segui il video
Il massetto e il sottofondo sono due strati differenti presenti nei solai, quale struttura orizzontale che divide i diversi piani di un edificio. La superficie intradossale del solaio si chiama soffitto, mentre la superficie estradossale è il sostegno del pavimento del piano superiore. Sulla superficie estradossale poggia il sistema pavimento, quale insieme degli strati compresi tra il supporto strutturale e la pavimentazione finale: sistema che richiede un’attenta progettazione per garantire la resistenza, stabilità e sicurezza.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo!
Il massetto e il sottofondo sono due strati differenti presenti nei solai, quale struttura orizzontale che divide i diversi piani di un edificio. La superficie intradossale del solaio si chiama soffitto, mentre la superficie estradossale è il sostegno del pavimento del piano superiore. La tecnica costruttiva del solaio si è gradatamente modifica con l’impiego di nuovi materiali e tecnologie, pur rimanendo costate l’importanza di un elemento sicuro, con buona resistenza, idonea elasticità, peso e spessori modesti.
Sulla superficie estradossale poggia il sistema pavimento, quale insieme degli strati compresi tra il supporto strutturale e la pavimentazione finale: sistema che richiede un’attenta progettazione per garantire la resistenza, stabilità e sicurezza.
Nell'edilizia moderna la realizzazione del sistema pavimento si sviluppa genericamente su 4 livelli:
I massetti di supporto (distinguendosi dai massetti strutturali, bituminosi ed a secco) si differenziano in base a diversi parametri che ne caratterizzano il tipo e la destinazione d’uso, la posizione, la tipologia costruttiva, i materiali, le modalità di confezionamento, il tipo pavimentazione che dovrà supportare e dal ruolo funzionale all’interno del Sistema Pavimento.
Il massetto, prima di ricevere i pavimenti, deve essere: maturo (la maturazione è completa all’evaporazione dell’acqua nell’impasto), compatto (quando il materiale è stato ben costipato e quindi sono stati eleminati i vuoti d’aria all’interno), livellato (quando sono spianati li avvallamenti e di conseguenza e la superfice ha una corretta planarità) e privo di fessurazioni (la fessurazione estese devono essere ripristinate con appositi materiali prima della posa dei pavimenti).
Solitamente, a seconda dei carichi verticali da ripartire, i massetti di supporto incorporano un sistema d’armatura per le pavimentazioni in calcestruzzo, come rinforzo, anche per quelli a basso spessore, per proteggere il sottofondo da eventuali difetti da ritiro, fornire un margine di sicurezza superiore, qualora siano superate le condizioni d'impiego previste, oppure eccessiva deformabilità del sottofondo e contenere gli effetti delle variazioni dimensionali della pavimentazione dovuta alle tensioni originate dal ritiro del sottofondo.
Link propone due tipologie di armatura leggera per massetti di supporto e sottofondi antifessurante:
Entrambi costituiscono importanti accorgimenti, utili prima di posare qualunque tipo di pavimentazione, per realizzare un idoneo massetto di sottofondo e relativo massetto di finitura, che garantiscono un adeguato supporto e compattezza alla superfice. La costituzione di uno strato uniforme e privo di soluzione di continuità su cui applicare la pavimentazione evita ogni possibilità di danneggiare il risultato finale con un conseguente aggravio dei costi.
Il marchio PAROC eed il caratteristico imballaggio a strisce bianche e rosse, racchiude soluzioni per l’isolamento termico, antincendio e acustico in varie applicazioni.
E’ riconoscibile non solo per il packaging ma soprattutto come sinonimo di soluzioni di isolamento ad alta efficienza energetica e antincendio.
I prodotti Paroc, infatti, non contengono ingredienti o prodotti chimici che ne impediscono il riciclo, aumentano il comfort e la sicurezza dell’ambiente nel quale sono installati, migliorano i luoghi di lavoro e l’efficienza dei processi industriali.
La lana di roccia Paroc è pienamente conforme ai stringenti dettami imposti dal sistema finlandese RTS Building Information Foundation per la classificazione delle emissioni dei materiali per edilizia, ed inoltre soddisfa i requisiti più severi (M1) nel sistema volontario finlandese per il calcolo delle emissioni dei materiali isolanti.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo.
Il marchio PAROC ed il caratteristico imballaggio a strisce bianche e rosse, racchiude soluzioni per l’isolamento termico, antincendio e acustico in varie applicazioni.
E’ riconoscibile non solo per il packaging ma soprattutto come sinonimo di soluzioni di isolamento ad alta efficienza energetica e antincendio.
I prodotti Paroc, infatti, non contengono ingredienti o prodotti chimici che ne impediscono il riciclo, aumentano il comfort e la sicurezza dell’ambiente nel quale sono installati, migliorano i luoghi di lavoro e l’efficienza dei processi industriali.
La lana di roccia Paroc è pienamente conforme ai stringenti dettami imposti dal sistema finlandese RTS Building Information Foundation per la classificazione delle emissioni dei materiali per edilizia, ed inoltre soddisfa i requisiti più severi (M1) nel sistema volontario finlandese per il calcolo delle emissioni dei materiali isolanti.
La sicurezza dei prodotti Paroc, per la salute umana e per l’ambiente, è attestata dalla loro conformità, a livello europeo, ai seguenti standard:
I prodotti in lana di roccia Paroc sono conformi ai regolamenti REACH (concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche e che istituisce un’Agenzia europea per le sostanze chimiche) e CLP (concernente la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze e delle miscele). Ciò comporta che vengano eseguiti controlli periodici relativamente alla presenza delle sostanze menzionate nella lista delle “sostanze candidate”, cioè quelle sostanze estremamente preoccupanti e/o pericolose per la salute umana se presenti in percentuale superiore allo 0,1% in peso. Nessun prodotto Paroc contiene tali sostanze in percentuali superiori ai limiti soglia dichiarati nel Regolamento.
Per questi motivi, ai sensi dei Regolamenti, non è richiesta alcuna scheda di sicurezza per i prodotti Paroc. È altresì disponibile un’apposita scheda contenente le istruzioni sulla sicurezza d’uso.
Il 10 Agosto 2009 la Commissione Europea ha emesso il Regolamento “CE 790/2009” recante modifica, ai fini dell’adeguamento al progresso tecnico e scientifico, del Regolamento CLP relativo alla classificazione, etichettatura ed imballaggio delle sostanze e delle miscele. In tale Regolamento viene annullata la classificazione R38 (irritante) per le lane minerali. Pertanto i prodotti in lana di roccia Paroc non provocano irritazione alla pelle per sfregamento meccanico, come stabilito da tale Regolamento.
Il Centro Internazionale di Ricerca sul Cancro (IARC), membro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha condotto approfonditi studi sulla pericolosità delle fibre minerali, identificando come caratteristiche discriminanti la composizione chimica e la bio-persistenza, ovvero la capacità di rimanere per lungo tempo nel corpo umano, provocando infiammazioni, irritazioni e potenzialmente anche il cancro. Dalle ricerche effettuate è emerso che l’impiego di lane minerali non costituisce un incremento della probabilità di sviluppare neoplasie.
Le lane minerali, e quindi anche la lana di roccia Paroc, vengono inserite nella classificazione IARC all’interno del Gruppo 3, “non classificabili in quanto alla loro cancerogenicità per l’uomo”,al pari di sostanze quali il tè ed altri alimenti.
La lana di roccia Paroc è sicura: per la sua produzione non vengono utilizzati né CFC né HCFC, non contiene amianto ed ottempera alla Nota Q.
La Direttiva della Commissione Europea 97/69/CE del 5 dicembre 1997, recepita a livello nazionale con il D.M. 01/09/98 e con la Circolare n. 4 del 15 marzo 2000, ha introdotto per le lane minerali la “Nota Q”, relativa alla bio-solubilità. La Nota Q è stata poi ripresa e confermata dal Regolamento CLP, modificato dal Regolamento CE 790/2009.
La Nota Q prevede che le lane minerali contenenti un quantitativo di ossidi alcalino-terrosi superiore al 18% in peso possano essere sottoposte ad esperimenti che ne verifichino la biosolubilità, ovvero la predisposizione ad essere assorbite ed espulse dall’organismo umano.
La biosolubilità della lana di roccia Paroc è attestata dal certificato n°. 02G01013 del 20/09/2001 dell’Istituto Fraunhofer di Hannover.
A maggior garanzia delle caratteristiche di biosolubilità delle proprie produzioni, Paroc ha aderito al marchio volontario dell’ente di certificazione europeo EUCEB (European Certification Board for Mineral Wool Products), che garantisce, attraverso il controllo continuo della produzione, che sia rispettata la composizione originaria conforme alla Nota Q, così come certificato dall’Istituto accreditato.
A livello nazionale, il 25 marzo 2015, la Conferenza Stato/Regioni ha approvato il documento “Le Fibre Artificiali Vetrose (FAV): Linee guida per l’applicazione della normativa inerente ai rischi di esposizioni e le misure di prevenzione per la tutela della salute”, aggiornate il 10 Novembre 2016, che riprende e conferma i concetti già espressi dalla normativa europea, indicando come sicure per la salute degli utenti e degli operatori le lane minerali che rispettino la Nota Q oppure la Nota R (relativa al diametro ponderato della fibra).
Le lane minerali in possesso di un certificato di conformità alla nota Q e/o R (documenti che, come la certificazione EUCEB, dovranno essere mantenuti a disposizione di eventuali controlli da parte degli organi di vigilanza e che sono sufficienti a dimostrare la non pericolosità del rifiuto stesso), non sono sostanze né cancerogene né irritanti. La novità introdotta dalle nuove Linee Guida è che la nota Q deve essere verificata per via documentale essendo in tal caso sufficiente quanto contenuto nelle schede informative di sicurezza che accompagnano i prodotti.
Ai rifiuti dunque contenenti queste lane minerali, viene attribuito lo status di “rifiuto speciale non pericoloso“ ed il codice CER 170604.
Lo smaltimento dei rifiuti costituiti da fibre minerali artificiali può avvenire direttamente all’interno della discarica in celle dedicate, realizzate con gli stessi criteri adottati per i rifiuti inerti, ed effettuato in modo tale da evitare la frantumazione dei materiali (cfr. art. 6 del D.M. 27/09/2010 “Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica, in sostituzione di quelli contenuti nel decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio 3 agosto 2005”).
A Paroc è stato assegnato il marchio di qualità RAL, che attesta che i prodotti in lana di roccia non contengono sostanze cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione, in base alla regola tecnica tedesca per le sostanze pericolose TRGS 905.
La direttiva RoHS, entrata in vigore il 1° luglio 2006, limita l’utilizzo di sei sostanze pericolose nella costruzione di vari tipi di apparecchiature elettriche ed elettroniche in quantità superiori ai valori massimi di concentrazione: Piombo, Mercurio, Cadmio, Cromo esavalente, Bifenili polibromurati (PBB) ed Etere di difenile polibromurato (PBDE).
I prodotti in lana di roccia Paroc NON contengono alcuna delle sostanze pericolose descritte nella direttiva RoHS.
Gli stabilimenti Paroc sono certificati in accordo al sistema di qualità ISO 9901 e al sistema ambientale ISO 14001. Questi sistemi gestionali garantiscono la costanza e l’elevata qualità dei prodotti Paroc, nel massimo rispetto dell’ambiente.
Link è importatore ufficiale della lana di roccia PAROC; una scelta basata sulle garanzie prestate e sulla qualità intrinseca del prodotto, proponendo sul mercato una lana che può essere utilizzata senza rischi, nè per la salute umana, in quanto viene prodotta esclusivamente in fibre ad alta biosolubilità, né per l’ambiente, in quanto viene prodotta con materiali naturali e rispettosi dell’ambiente per tutto il ciclo di vita.
Le aree urbane e periurbane sono caratterizzate da superfici per lo più impermeabilizzate per l’estesa cementificazione. Pur essendo in genere dotate di infrastrutture dedicate alla raccolta, al confinamento e al trattamento di acque meteoriche e di dilavamento, tali aree costituiscono ambienti molto complessi dovuti allo sviluppo urbanistico ed al forte incremento del traffico veicolare.
L’ aumentato della contaminazione delle acque di dilavamento ed il relativo peggioramento delle caratteristiche qualitative dei corpi idrici ricettori sono oggi diventati uno dei punti cardine delle politiche di salvaguardia dell’ambiente e, più in generale, della qualità della vita nei territori urbanizzati.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
Le aree urbane e periurbane sono caratterizzate da superfici per lo più impermeabilizzate a causa dell’estesa cementificazione, sulle quali l'acqua scorre superficialmente in un moto spesso condizionato da depressioni, tubazioni e canali. Pur essendo in genere dotate di infrastrutture dedicate alla raccolta, al confinamento e al trattamento di acque meteoriche e di dilavamento, tali aree costituiscono ambienti molto complessi dovuti allo sviluppo urbanistico ed al forte incremento del traffico veicolare.
L’ aumentato della contaminazione delle acque di dilavamento ed il relativo peggioramento delle caratteristiche qualitative dei corpi idrici ricettori sono oggi diventati uno dei punti cardine delle politiche di salvaguardia dell’ambiente e, più in generale, della qualità della vita nei territori urbanizzati.
Le acque piovane urbane vengono solitamente dirottate verso i sistemi di coronamento stradale e, dalle coperture degli edifici, verso i canali di gronda ed i pluviali fino a giungere nel corpo idrico ricettore.
Per agevolare il deflusso stradale, vengono progettate canaline di scolo, composte per lo più da due elementi: il primo costituito da una struttura prefabbricata ideata per far scivolare l'acqua, mentre il secondo è una griglia metallica che permette il transito pedonale o carrabile e fa da filtro per impedire ai detriti di finire nella canaletta otturando lo scorrimento dell’acqua. Il posizionamento delle canaline deve essere calibrato in base alle caratteristiche ed inclinazione della strada, prestando attenzione al ruscellamento dell’acqua in superficie in modo da spezzarlo, evitando però di formare un angolo retto tra canalina e flusso al fine di escludere salti ed il run off dell’acqua.
Link, è in grado di sviluppare un’ampia gamma di griglie con personalizzazioni (per prodotti elettrosaldati, stampati e pressati) e realizzate secondo le specifiche ricevute: in differenti tipologie di maglia, altezza e spessore delle barre, lunghezza e larghezza del telaio.
Link detiene una costante disponibilità a magazzino di una serie di griglie in acciaio, pressate (con o senza telaio), zincate a caldo conformi alla norma UNI EN ISO 1461, a maglia standard (33x33 mm) ed antitacco (33x11 mm) secondo una selezione studiata dai nostri tecnici.
La gamma delle griglie che Link propone è la seguente:
GRIGLIA PER CANALETTA
LGZ-5020/5025 (maglia 33x33mm in altezze 20mm e 25mm)
LGZ-5120/5125 (maglia 33x11mm in altezze 20mm e 25mm)
Le canalette vengono impiegate nell’ edilizia urbana per il deflusso delle acque stradali, pedonali e dei giardini. Inoltre possono essere impiegate in ambito industriale per garantire il lavaggio e la pulizia delle pavimentazioni.
GRIGLIA CON TELAIO
LGZ-H100 / 140 maglia 33x33mm in altezza 25mm
LGZ-H400 / 417 maglia 33x11mm in altezza 25mm
GRIGLIE ELETTROFORGIATE CON TELAIO (con barre di collegamento in quadro ritorto, saldate ai piatti portanti, in alternativa alla versione in piatti pressati tradizionalmente forniti)
LGZ-H1***EF - in acciaio S235JR zincato a caldo con piatto portante e bordo 25x2 mm,
con barre ritorte 5x5 mm e telaio a ‘L’ 20/10.
GRIGLIA QUADRATA: un’aletta per lato. 4 alette per telaio.
GRIGLIA RETTANGOLARE: due alette per lato lungo 1 m. 4 alette per telaio. 6 alette solo su griglie da 300x1000 mm (2 alette su lati lunghi e 1 aletta su lati corti).
Le griglie zincate sono particolarmente idonee all’impiego in aree urbane garantendo il raccoglimento di acqua drenata dalla superficie di edifici, strutture o dal suolo.
Una volta definita la tipologia ideale e la portata in base alla destinazione d’uso, è necessario prestare attenzione alla profondità di inserimento delle grate rispettando il rapporto tra il livello della pavimentazione, la quota della griglia, il livello della copertura di superfice e la parete della canaletta.
E’ altresì importante tenere in giusta considerazione la protezione dei bordi del grigliato e della superficie di contatto ed il giusto fissaggio della griglia al manufatto per soddisfare le condizioni meccaniche richieste.
Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci
L'energia è da sempre il motore della società contemporanea, ed ora come non mai, è oggetto di grandi trasformazioni tese verso obiettivi di decarbonizzazione e sviluppo sostenibile, ed una maggiore integrazione delle energie rinnovabili nei sistemi energetici potenziando le energie pulite: misure di transizione energetica che riguardano non solo le imprese ma anche i privati, l'ambiente ed il mondo in cui viviamo.
La forte tensione sui prezzi nei mercati internazionali dell’energia, genera inevitabili ripercussioni sui consumatori, facendo percepire con maggior chiarezza quanto siano tangibili i vantaggi di un corretto bilanciamento energetico. Ne deriva che l’interesse primario di ciascun investitore, impresa o privato è assicurarsi sempre più che il proprio investimento sia funzionale, efficiente e, naturalmente vantaggioso.
PAROC, azienda leader nel settore delle coibentazioni e sinonimo di soluzioni di isolamento ad alta efficienza energetica e antincendio in lana di roccia, propone 3 chiavi vincenti per l’isolamento:
• coibentazione acustica dei canali di ventilazione con PAROC Hvac Slab
• coibentazione termica delle tubazioni con PAROC Hvac Section Alucoat T
• protezione dal fuoco del solaio in calcestruzzo con PAROC CGL 20cy
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo.
L'energia è da sempre il motore della società contemporanea, ed ora come non mai, è oggetto di grandi trasformazioni tese verso obiettivi di decarbonizzazione e sviluppo sostenibile, ed una maggiore integrazione delle energie rinnovabili nei sistemi energetici potenziando le energie pulite: misure di transizione energetica che riguardano non solo le imprese ma anche i privati, l'ambiente ed il mondo in cui viviamo.
La forte tensione sui prezzi nei mercati internazionali dell’energia, genera inevitabili ripercussioni sui consumatori, facendo percepire con maggior chiarezza quanto siano tangibili i vantaggi di un corretto bilanciamento energetico. Ne deriva che l’interesse primario di ciascun investitore, impresa o privato è assicurarsi sempre più che il proprio investimento sia funzionale, efficiente e, naturalmente vantaggioso.
PAROC, azienda leader nel settore delle coibentazioni e sinonimo di soluzioni di isolamento ad alta efficienza energetica e antincendio in lana di roccia, propone 3 chiavi vincenti per l’isolamento:
• coibentazione acustica dei canali di ventilazione con PAROC Hvac Slab
Il rumore degli impianti di produzione può essere generato dall’insieme delle emissioni sonore prodotte dalle apparecchiature di processo o di trattamento di fluidi e/o gas.
Per le condotte può derivare dalle turbolenze del flusso o da cavitazione, variazione di pressione dovuta a compressori o pompe, valvole o altri dispositivi di riduzione della pressione o di cambio diametro della condotta.
La coibentazione è una tecnica per isolare un sistema avente differenti condizioni termoacustiche da un altro, in modo che i due sistemi non scambino calore o suono. Le condotte d’areazione sono la parte degli impianti di ventilazione, climatizzazione e condizionamento deputate al trasporto e alla distribuzione dell'aria. Esse funzionano come un canale di trasmissione acustica che diffonde il suono creato dal passaggio dell’aria da un ambiente all'altro, anche con forte intensità. L'isolamento applicato sull'esterno della condotta contribuisce ad attenuare l'intensità del suono che passa attraverso le pareti della condotta stessa migliorando il confort.
PAROC Hvac Slab, quali pannelli incombustibili in lana di roccia biosolubile ad alte prestazioni di isolamento termico, acustico, sono resistenti alle alte temperature per applicazioni industriali: si presentano come la soluzione ottimale per una adeguata correzione acustica dei canali di ventilazione
• coibentazione termica delle tubazioni con PAROC Hvac Section Alucoat T
Le tubazioni costituiscono parte integrante di qualsiasi impianto HVAC (Heating, Ventilation & Air Conditioning). È necessario isolarle per ridurre il consumo energetico e contenere i costi di esercizio. Inoltre per mantenere la temperatura dell'acqua entro i valori desiderati, contenere la dispersione termica e gli scambiatori di calore dalle tubazioni è fondamentale applicare un materiale isolante, resistente ed adattabile alla forma delle tubazioni
PAROC Hvac Section AluCoat T è una linea di coppelle in lana di roccia incombustibile, biosolubile, a fibra concentrica e con taglio longitudinale; per l'isolamento termico e anticondensa delle tubazioni in edilizia e cantieristica navale. Ha un rivestimento in alluminio e nastro adesivo lungo il lato longitudinale che previene la formazione di condensa. Le curve prodotte in stabilimento sono una soluzione ottimale e veloce per le tubazioni curvilinee.
• protezione dal fuoco del solaio in calcestruzzo con PAROC CGL 20cy
Un incendio tende solitamente a passare da una piccola combustione localizzata fino a invadere in pochi secondi l'intero ambiente (c.d."flashover"). Tale flashover dipende dalla reazione dei materiali presenti al fuoco: se vi sono solo materiali combustibili, questi aumenteranno le fiamme che si arresteranno soltanto dopo aver bruciato tutti i combustibili lasciando, alle persone, un tempo limitato per mettersi in sicurezza.
Pertanto, in caso di incendio, individuare il prima possibile la combustione ed avere strutture dotate di idonei materiali atti a fungere da barriera, divengono elementi determinanti. Tali sistemi barriera riguardano sia la protezione attiva (come spruzzatori o estintori) sia quella passiva. La protezione passiva antincendio consiste, appunto, in un insieme di sistemi di protezione in grado di proteggere il collasso delle costruzioni per una durata prefissata in caso di incendio.
PAROC CGL 20cy è un pannello rigido in lana di roccia biosolubile, verniciato sulla faccia a vista e sui bordi smussati, incombustibile (classe A1 secondo EN 13501-1) specificatamente concepito per l'isolamento termico, acustico e per la protezione dal fuoco di solai e piani
Un efficace isolamento in lana di roccia è, quindi, un componente chiave per mantenere in buona salute ed in sicurezza un impianto sia civile, sia industriale. Ed è una risposta in linea con le attuali politiche di sviluppo energetico sostenibile, considerando inoltre, che l’energia migliore e più pulita è quella non consumata, quella cioè risparmiata a seguito di una calibrata coibentazione.
Nell’augurarvi un sereno Natale ed un felice nuovo anno,
cogliamo l'occasione per ricordarvi la nostra operatività durante il periodo natalizio:
il magazzino di Spinetta Marengo e gli uffici di Genova saranno chiusi dal 24/12/2021 dalle ore 13.00 al 09/01/2022;
i funzionari commerciali sono a vostra disposizione, raggiungibili tramite i soliti contatti email o mobile.
Buone Feste!
I dispositivi di coronamento e chiusura si distinguono in base ai carichi di portata in 6 classi. Tale ripartizione, individuata dalla norma UNI EN 124-1 del 2015 nel capitolo 4, ne determina l’impiego ed il luogo d’installazione suddividendoli in gruppi numerati da 1 a 6 e riportano tra parentesi la classe minima di riferimento. I dispositivi di coronamento e chiusura devono soddisfare, secondo la norma, anche determinati parametri riguardanti i materiali di cui sono composti ed eventualmente combinati e devono anche attenersi a specifici requisiti di progettazione.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo.
I dispositivi di coronamento e chiusura si distinguono in base ai carichi di portata in 6 classi. Tale ripartizione, individuata dalla norma UNI EN 124-1 del 2015 nel capitolo 4, ne determina l’impiego ed il luogo d’installazione suddividendoli in gruppi numerati da 1 a 6 e riportano tra parentesi la classe minima di riferimento.
Nel dettaglio:
- Gruppo 1 (almeno classe A 15) Zone ad esclusivo utilizzo di pedoni e ciclisti.
- Gruppo 2 (almeno classe B 125) Zone pedonali ed assimilabili come marciapiedi ed aree di sosta e parcheggi multipiano per automobili.
- Gruppo 3 (almeno classe C 250) Per dispositivi di coronamento installati nella zona dei canali di scolo lungo i bordi dei marciapiedi delle strade, le cui misure partendo dal bordo, si estendono per massimo 0,5 m. nella carreggiata e per 0,2 m. al massimo nella zona pedonale.
- Gruppo 4 (almeno classe D 400) Carreggiate di strade (comprese le vie pedonali), banchine transitabili e aree di sosta per tutti i tipi di veicoli stradali.
- Gruppo 5 (almeno classe E 600) Aree soggette a carichi per asse elevati, come per esempio pavimentazioni di aeroporti e porti.
- Gruppo 6 (almeno classe F 900) Per superfici soggette a carichi per asse particolarmente elevati, per esempio pavimentazioni di aeroporti.
La conformità del prodotto alle rispettive classi non sostituisce la responsabilità dell’utilizzatore che il dispositivo di chiusura o coronamento sia installato correttamente e che i suoi elementi abbiano i necessari valori di prestazione.
I dispositivi di coronamento e chiusura devono soddisfare, secondo la norma, anche determinati parametri riguardanti i materiali di cui sono composti ed eventualmente combinati e quelli di riempimento; devono evitare la corrosione elettrochimica o galvanica che ne ridurrebbe la funzionalità. Devono inoltre essere idonei all’utilizzo in condizioni di bagnato ed asciutto e di ambiente chimico leggermente aggressivo come le fognature domestiche, valutando con accuratezza in fase di progettazione eventuali requisiti aggiuntivi anticorrosione per possibili condizioni più severe.
I dispositivi di coronamento e chiusura, devono anche attenersi a specifici requisiti di progettazione. Attraverso un elenco descrittivo ma non esaustivo, ricordiamo tra i principali requisiti:
- la progettazione delle aperture di areazione dei coperchi la cui superfice minima deve essere conforme a determinati parametri;
- la dimensione di passaggio dei dispositivi per il passaggio degli addetti;
- la profondità di incastro;
- il gioco tra i vari elementi dei dispositivi e attorno alle cerniere;
- la compatibilità delle sedi;
- il sistema di fissaggio coperchio/grigia e telaio;
- le dimensioni delle fessure delle griglie;
- e molti altri ancora.
Una volta progettato e realizzato il manufatto lo stesso deve risultare pienamente conforme ad una serie di test di prestazione (effettuati regolarmente dagli enti terzi di certificazione e in base al un prestabilito Controllo Produttivo di Fabbrica), che attestino la mancanza di difetti che potrebbero compromettere la loro idoneità all’utilizzo. Alcune di queste prove, elencate a titolo esplicativo, riguardano la capacità comprovante del carico, la freccia residua, la resistenza allo scivolamento e la sicurezza a prova di bambino. I relativi procedimenti e le successive valutazioni sono stabiliti dalla norma.
All’appendice F della norma UNI EN 124-1 del 2015 vengono fornite una serie di raccomandazioni per l’installazione, sensibilizzando, ove possibile, la scelta di un’ubicazione sicura ed una previsione progettuale ragionata in base alla frequenza e tipologia di passaggio. Tra le varie segnalazioni emerge l’importanza di eseguire una verifica del dispositivo che sia di dimensioni corrette rispetto alla camera o pozzetto di raccolta, che sia posato con un determinato orientamento, che la marcatura sia appropriata e che coperchio e telaio formino un set coordinato. Si raccomanda che l’installazione sia effettuata da operatori competenti con corretti utensili.
Infine, una volta completata l’installazione e prima di esporlo al traffico, è importante un’accurata pulizia del dispositivo e della zona circostante oltre a un regolare controllo funzionale di ciascuna parte.
È bene tenere presente che, prescindendo dall'accuratezza della posa in opera, i dispositivi di coronamento e di chiusura sono normalmente soggetti a vari gradi di usura nel tempo, in special modo se installati in zone di grande sollecitazione. Pertanto è opportuno verificare, almeno annualmente, le condizioni generali della cornice di materiale attorno al bordo esterno del telaio, la superficie di appoggio del coperchio sul telaio, delle guarnizioni (ove presenti), la funzionalità dell’eventuale articolazione e dei sistemi di bloccaggio.
Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.
Le specifiche caratteristiche degli impianti nell’industria di processo (come la temperatura del materiale stoccato che può variare in modo significativo tra le varie sezioni, il movimento causato dell’espansione termica e delle vibrazioni dalle apparecchiature ad esse collegate) producono spesso umidità che, se non viene correttamente risolta, può ridurre drasticamente la durata di tubazioni e apparecchiature aumentando il rischio di perdite, riducendone fortemente la sicurezza.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
L’industria di processo, attraverso procedimenti chimico-fisici, trasforma, in toto o in parte, le caratteristiche delle sostanze in input producendo in output sostanze o componenti diversi. Le caratteristiche specifiche degli impianti, la temperatura del materiale stoccato che può variare in modo significativo tra le varie sezioni, il movimento causato dell’espansione termica e delle vibrazioni dalle apparecchiature ad esse collegate sono elementi costitutivi che richiedono una attenta progettazione degli impianti ed una analisi energetica dettagliata.
In tale contesto le azioni meccaniche e termiche che si generano negli impianti, producono spesso umidità che, se non viene correttamente risolta, può ridurre drasticamente la durata di tubazioni e apparecchiature aumentando il rischio di perdite, riducendone fortemente la sicurezza.
Un aspetto insidioso, sempre più riconosciuto da professionisti del settore industriale, è la cosiddetta CUI - Corrosion Under Insulation - quale forma grave di corrosione localizzata che si verifica principalmente sotto il materiale isolante applicato su apparecchiature in acciaio. Un fenomeno diffuso nei settori chimico e petrolchimico, raffinazione, offshore e marittimo che se non viene rilevato può provocare gravi perdite o guasti alle apparecchiature, con seri problemi di sicurezza e ambientali.
Una soluzione per proteggere dall’umidità le superfici in acciaio isolate è quella di utilizzare prodotti idrorepellenti, non igroscopici, chimicamente robusti e durevoli.
La lana di roccia Paroc è adatta per applicazioni industriali impegnative in quanto:
Per tutti questi motivi a Link piace dire che “la roccia batte l'acqua nelle soluzioni di isolamento industriale” producendo innegabili vantaggi non solo economici, aumentando la vita dell’edificio, ma anche ambientali, rendendo l’indoor più salubre.
A Bologna, dal 6 al 8 Ottobre, aprirà la mostra internazionale dell’acqua tecnologie trattamenti distribuzione e sostenibilità www.accadueo.com
Link ci sarà!
Vieni a trovarci al P A V / P A D 2 0 - S T A N D B 4 7
Contattaci per i biglietti, inviando una email a segreteria@linkindustries.com
#quilink
Le reti in fibra di vetro trovano largo impiego nell’edilizia, utilizzate come rinforzo per le murature, in particolare per sistemi a cappotto e per rasature di pareti, ma anche per consolidare elementi secondari come pavimenti e solai. Sono un materiale ad elevata resistenza meccanica che non arrugginisce, non è attaccabile da agenti biologici, non ha problemi di invecchiamento o deperimento.
Grazie alle buone performance della rete ed alla resa nell’applicazione, un efficiente ristrutturazione della muratura è oggi una scelta ad alta resa che garantisce comfort indoor, durata dell’investimento e aumento della reale vita delle strutture ad un basso impatto ambientale.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
Le reti in fibra di vetro trovano largo impiego nell’edilizia, distinguendosi in strutturali e non strutturali a seconda della lavorazione e della loro destinazione d’uso. Vengono generalmente utilizzate come rinforzo per le murature (sia per la costruzione di nuovi edifici, sia per la ristrutturazione) in particolare per sistemi a cappotto e per rasature di pareti; ma anche per consolidare elementi secondari come pavimenti e solai.
Si distinguono per:
natura della fibra – esistono diverse tipologie di vetro: Tipo E (senza aggiunta di alcalini); Tipo AR (per reti di rinforzo e consolidamento statico); Tipo R (ad alto rendimento meccanico); il vetro Tipo D (ad alto rendimento dielettrico) e il vetro Tipo C (resistenti alla corrosione);
quantità e qualità del vetro, titolo e trama - in base alle varie combinazioni di peso e dimensione /definizione delle maglie si presentano flessibili o semirigide.
sizing – è un trattamento che varia da azienda ad azienda e rappresenta il know how del produttore, per rivestire la superfice della fibra conferendole una migliore lavorabilità e coesione tra i filati. È il passaggio che non solo conferisce il colore alla rete, ma soprattutto determina la qualità della fibra;
coating – differisce per tipologia di vetro utilizzato ed ha la funzione di rivestire la rete migliorando la protezione del materiale e la resistenza all’invecchiamento della stessa.
Così costituita, la rete in fibra di vetro, è un materiale ad elevata resistenza meccanica che non arrugginisce, non è attaccabile da agenti biologici, non ha problemi di invecchiamento o deperimento.
Per interventi non strutturali, che riguardano la riduzione delle tensioni e le sollecitazioni da deformazioni termiche e da leggeri movimenti di assestamento ed elementi anti-fessurazione o per uniformare fenomeni di ritiro in opere in murature, vengono applicate:
Link propone alla propria clientela la NET-25CB1MS (165 gr); NET-24CB1MS. (160 gr); NET-235MS (145 gr) quale rete di rinforzo per sistemi di isolamento termico esterno (ETICS) realizzata in Vetro "C" con trattamento resistente agli alcali. Si consiglia di applicare la rete sulla malta fresca, posizionando la rete dall’alto verso il basso evitando la formazione di bolle o pieghe, sovrapponendo i rotoli per almeno 10 cm.
Negli intonaci a spessore (applicati per conferire resistenza all'usura ed uniformità al muro) la rete in fibra di vetro ha la funzione di rinforzare gli intonaci premiscelati, le rasature a gesso, le malte cementizie con resine, al fine di prevenire la formazione di crepe e fessure causate da possibili assestamenti della struttura sottostante e da agenti esterni.
Link propone alla propria clientela la NET-215A_33 (arancione 110gr.)
Negli intonaci a rasature sottili (applicato per migliorare la superficie del muro) le reti in fibra di vetro vengono utilizzate per contrastare la formazione di piccole crepe e microfessurazioni ripartendo le sollecitazioni su tutta la superficie. Sono indicate per la ristrutturazione degli strati superficiali delle facciate e dei muri interni.
Link propone alla propria clientela la NET-205/1_50 (75 gr)
Per una corretta applicazione delle reti sono indispensabili gli accessori, quali: nastro coprigiunto per giunzione pannelli di cartongesso, i tasselli ad espansione indicati per il fissaggio a parete in calcestruzzo e laterizi dei sistemi di isolamento a cappotto, i paraspigoli e gli angolari in PVC.
Grazie alle buone performance della rete ad alla resa nell’applicazione, un efficiente ristrutturazione della muratura è oggi una scelta ad alta resa che garantisce comfort indoor, durata dell’investimento e aumento della reale vita delle strutture ad un basso impatto ambientale.
La copertura di un edificio ha la funzione di preservare l'ambiente interno dagli agenti esterni, opporre resistenza alle intemperie, impedire l'insorgere di umidità e contenere la dispersione termica dell'edificio. I tetti moderni, per raggiungere tali performance, hanno adottato una complessa stratigrafia, i cui strati interagiscono tra di loro per adempiere alle varie funzioni richieste dalla copertura.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
La copertura di un edificio ha la funzione di preservare l'ambiente interno dagli agenti esterni, opporre resistenza alle intemperie, impedire l'insorgere di umidità e contenere la dispersione termica dell'edificio. I tetti moderni, per raggiungere tali performance, hanno adottato una complessa stratigrafia, i cui strati interagiscono tra di loro per adempiere alle varie funzioni richieste dalla copertura.
Il sistema tetto è costituito dalla struttura portante che si caratterizza per configurazioni e forme diverse, realizzata in molteplici materiali, avente la funzione di sostenere la struttura e il manto di copertura.
Alla struttura portante vengono solitamente ancorate le membrane protettive/freno vapore, agganciate dietro il rivestimento interno (es cartongesso), quindi viene posato il materiale coibentate adeguato senza punti di discontinuità e le membrane traspirati per protegge gli ambienti interni da possibili infiltrazioni delle acque meteoriche provenienti dal manto, e infine il manto di copertura, comunemente composto da coppi o tegole ma anche lamiere metalliche o pannelli di derivazione plastica.
A seconda della destinazione d’uso del sottotetto, la stratigrafia porta a distinguere:
Definita la funzione d’uso del sottotetto, vengono applicate le membrane per una corretta migrazione del flusso di vapore acqueo e la salubrità della copertura. Infatti, nella stagione invernale, il vapore acqueo tende a migrare dall’interno verso l’esterno dell’edificio riscaldato, se trova l’opposizione del manto impermeabile sotto la copertura, potrebbe condensare e quindi inumidire l’isolante termico adiacente compromettendone seriamente l’efficienza.
Inoltre, le infiltrazioni per capillarità o disgelo che possono provenire dalla copertura, se non verificate, possono comportare condensazioni in superficie o negli strati della stratificazione del tetto tali da arrecare rilevanti danni all’intero involucro edilizio.
Per ovviare a tali problematiche Link propone alla propria clientela una selezione mirata di:
Emerge evidente come la copertura di un edificio sia un sistema complesso, che richiede una corretta e attenta progettazione termo-igrometrica per scongiurare, soprattutto nel periodo invernale, l'insorgere di condense interstiziali o superficiali nella copertura tali da danneggiare seriamente l’edificio e ridurne progressivamente la longevità. Ed è altrettanto chiaro come oggi, un efficiente copertura di un edificio sia una scelta ad alta resa che garantisce comfort indoor, durata dell’investimento e aumento della reale vita delle strutture ad un basso impatto ambientale.
In fisica la carriola è una leva di secondo tipo che, costituita da un corpo rigido (leva) capace di ruotare attorno ad un punto fisso, fulcro (l'asse della ruota), non trasporta l'energia, ma sposta verso una posizione esterna le forze. Nella leva di secondo tipo il trasferimento di energia è sempre vantaggioso perché il braccio della potenza (forza che noi applichiamo per sollevare i manici) è sempre più lungo del braccio della resistenza (forza che dobbiamo vincere – il carico). Ne deriva che il trasporto di un carico attraverso questo tipo di leva è utile per chi deve trasportare pesi.
Strutturalmente le carriole sono formate da un contenitore che riceve il carico, poggiato su un telaio realizzato in lamiera, dotato di piedistalli per appoggiare la carriola senza che questa si ribalti e due manici, quale prolungamento delle stanghe collegate all'asse della ruota. Le stanghe costituiscono il telaio della carriola, e su di esse sono fissati i supporti per l'appoggio a terra.
Link propone una serie di accessori per cantiere tra cui le ruote per carriola performanti e sicure perché testate non solo presso il produttore, ma anche da laboratori nazionali, pensati per dare completezza alla gamma edilizia.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo!
Non è chiaro quando e dove la carriola sia stata ideata; molti ne fanno risalire l’origine nell’antica Grecia, intorno al 400 a.C, altri in Cina intorno al 100 a.C, essendo potenzialmente possibile che entrambe le culture siano arrivate a sviluppare la stessa idea in modo indipendente. Altri ancora ne attribuiscono l’invenzione a Leonardo da Vinci, i cui racconti narrano che, stanco di vedere i lavoratori portare con difficoltà pesi, avesse creato un prototipo di carriola che successivamente lo avrebbe portato a perfezionare l’odometro: una sorta di “avo” del contachilometri che lasciando cadere un sassolino in un paniere ogni volta che una carriola compiva un giro di ruota, permetteva di misurare la distanza percorsa contando i sassolini.
Qualunque ne sia la provenienza, dal punto di vista tecnico, la carriola è una leva di secondo tipo che, costituita da un corpo rigido (leva) capace di ruotare attorno ad un punto fisso (fulcro) non trasporta l'energia, ma sposta verso una posizione esterna le forze. In base alle posizioni del fulcro, del punto di applicazione della nostra forza e del punto dove si trova la resistenza, le leve possono essere classificate in tre generi. Nella leva di secondo tipo il punto in cui si trova la forza resistente è posto fra il fulcro e il punto in cui noi applichiamo la forza, rendendo il trasferimento di energia sempre vantaggioso perché il braccio della forza motrice è sempre maggiore del braccio della forza resistente: ne sono un esempio le carriole ma anche lo schiaccianoci e l'apribottiglie.
Strutturalmente le carriole sono formate da un contenitore che riceve il carico, poggiato su un telaio realizzato in lamiera, dotato di piedistalli per appoggiare la carriola senza che questa si ribalti e due manici, quale prolungamento delle stanghe collegate all'asse della ruota. Le stanghe costituiscono il telaio della carriola, e su di esse sono fissati i supporti per l'appoggio a terra.
Link propone una serie di accessori per cantiere tra cui le ruote per carriola performanti e sicure perché testate non solo presso il produttore ma anche da laboratori nazionali, pensati per dare completezza alla gamma edilizia, tra cui:
• RUOTE GONFIABILI PER CARRIOLA - codice DM1/** - gomma 4 strati gonfiabile con camera d’aria - Diametro esterno 360 mm Larghezza 80 mm. Disponibile con o senza cuscinetti.
• RUOTE PIENE PER CARRIOLA – codice CM1/** - gomma piena in poliuretano - Diametro esterno 360 mm Larghezza 80 mm. Disponibile con o senza cuscinetti.
Per tutte le tipologie di ruote la materia prima è stata verificata in accordo con Regolamento “REACH” 1907/2006/CE al fine di monitorare le SVHC con screening XRF, screening metalli (ICP), screening IPA, screening FTALATI con metodo EPA, screening AMMINE AROMATICHE DA COLORANTI AZOICI e screening NONIFENOLO.
Tali gomme sono indicate per l’impiego in aziende agricole, nel giardinaggio e in edilizia per il trasporto di materiali.
Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci!
Le azioni meccaniche e termiche che si generano negli impianti dell’industria di processo, producono spesso umidità che, se non viene correttamente risolta, può ridurre drasticamente la durata di tubazioni e apparecchiature aumentando il rischio di perdite, riducendone fortemente la sicurezza.
Un aspetto insidioso, sempre più riconosciuto da professionisti del settore industriale, è la cosiddetta CUI - Corrosion Under Insulation - quale forma grave di corrosione localizzata che si verifica principalmente sotto il materiale isolante applicato su apparecchiature in acciaio.
Le soluzioni PAROC per l’industria di processo propongono prodotti di lunga durata, esenti da manutenzione ed efficienti sotto il profilo energetico
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo.
L'umidità segue quattro diversi meccanismi di trasporto per penetrare in un edificio: il più comune è quello in forma liquida per conto di agenti atmosferici o problemi strutturali, come infiltrazioni d’acqua per rotture di tubazioni. L’umidità viene veicolata anche dall'aria (per convezione) attraverso il passaggio del flusso di aria calda (diretta o tramite ventilazione forzata) il cui tasso di umidità varia in base alla temperatura dell’aria. Un’altra forma importante di circolazione dell’umidità è il vapore che trasporta umidità quando la pressione di saturazione si alza ed il vapore acqueo inizia a condensare. Infine, silente ma attiva, è umidità capillare, di risalita, dovuta alla capacità di un liquido di salire attraverso i pori del terreno tramite i minuscoli canali che distinguono i materiali e i leganti da costruzione, danneggiando la muratura che generalmente appare segnata da aloni scuri orizzontali.
Se l'umidità relativa è elevata (≥ RH80 - 85%) e la temperatura è superiore a 10 ° C e vi sono materiali organici sufficienti, si crea la muffa le cui spore posso creare danni alla salute.
Per tale ragione i meccanismi di trasporto dell'umidità sono attentamente studiati in fase di progettazione degli edifici e devono essere anche accuratamente valutati durante la costruzione, non solo per la corretta applicazione dei prodotti, ma anche per gli interscambi tra materiali diversi e la loro conservazione in cantiere.
Diversi studi dimostrano come la maggior parte dei materiali da costruzione contenga acqua, che tende a convogliare nelle strutture rapidamente già durante la fase di costruzione. Per questo motivo, la permeabilità al vapore acqueo dell'isolamento gioca un ruolo fondamentale quando si tratta del tempo di asciugatura dell'intera struttura: l'isolamento con un'elevata permeabilità al vapore acqueo consente all'umidità delle strutture di fuoriuscire in due direzioni.
La lana Paroc offre comprovata sicurezza contro umidità perché:
• non assorbe l'umidità dall'aria circostante. Rimane asciutta anche in ambienti molto umidi;
• non assorbe acqua liquida;
• asciuga molto velocemente a temperatura ambiente normale;
• mantiene le sue prestazioni e dimensioni termiche dopo l'esposizione all'umidità;
• agisce come rottura capillare nelle soluzioni sotterranee;
• non ostruisce l'umidità alle costruzioni - è un materiale a diffusione aperta (Mμ = 1) che consente il trasporto del vapore acqueo attraverso di esso evitandone il ristagno e la condensa;
• permette un'asciugatura delle strutture in calcestruzzo notevolmente più rapida rispetto ai materiali isolanti impermeabili;
• non raccoglie l'umidità nelle costruzioni e quindi rivela rapidamente possibili perdite di umidità;
• previene i rischi di idratazione.
Inoltre la lana Paroc contiene un ridottissimo tenore di cloruro e fluoruro della lana, che contiene il rischio di corrosione sotto il materiale isolante, riducendo notevolmente le operazioni di manutenzione.
Da tutto ciò emerge come un materiale isolante, qualitativamente ineccepibile e correttamente posato, produce innegabili vantaggi non solo economici aumentando la vita dell’edificio ma anche rendendo l’ambiente indoor più salubre.
Per maggiori informazioni scarica gratuitamente la Guida Paroc e segui il video
I dispositivi di chiusura e di coronamento stradale vengono utilizzati per “coronare” e quindi chiudere pozzetti di servizi, acquedotti e fognature, linee elettriche e telefoniche. Analogamente le griglie e le caditoie, in luogo del coperchio, adottano un reticolato e vengono principalmente impiegati per la raccolta puntuale o lineare di acque piovane.
I chiusini, le griglie e le caditoie sono regolamentati dalla norma UNI EN 124:2015, adottata in tutti i paesi dell’Unione, a tutt’oggi non armonizzata, per "Dispositivi di coronamento e di chiusura dei pozzetti stradali".
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo
I dispositivi di chiusura e di coronamento stradale vengono utilizzati per “coronare” e quindi chiudere pozzetti di servizi, acquedotti e fognature, linee elettriche e telefoniche. Analogamente le griglie e le caditoie, in luogo del coperchio, adottano un reticolato e vengono principalmente impiegati per la raccolta puntuale o lineare di acque piovane.
I chiusini, le griglie e le caditoie sono regolamentati dalla norma UNI EN 124:2015, adottata in tutti i paesi dell’Unione, a tutt’oggi non armonizzata, per "Dispositivi di coronamento e di chiusura dei pozzetti stradali".
La norma si applica ai dispositivi di coronamento e di chiusura dotati di una dimensione di passaggio fino a 1000 mm compresi, destinati ad essere installati in zone soggette a traffico pedonale e/o veicolare; specifica le definizioni, la classificazione, i principi generali di progettazione, i requisiti di prestazione e i metodi di prova dei sopramenzionati dispositivi.
L’installazione di tali dispositivi, per aree pedonali e veicolari, deve tener presente differenti aspetti fondamentali, a partire dalla progettazione sino alla posa in opera e al successivo collaudo, come da indicazioni del Fabbricante.
Nella norma EN124:2015 prevede che l’installazione debba essere eseguita in conformità alle regole di messa in opera corrispondenti. Pertanto, in assenza di un codice di messa in opera europeo, si applica il codice di messa in opera nazionale oppure le raccomandazioni del Fabbricante. La “Guida all’installazione di dispositivi di coronamento e di chiusura in zone di circolazione pedonale e/o veicolare” – UNI TR 11256:2007 del 2007 - è l’attuale rapporto tecnico di riferimento nel quale si specifica le indicazioni per l'installazione e la posa in opera di dispositivi di coronamento e chiusura, in zone soggette a circolazione di veicoli e/o pedoni.
È bene tenere sempre in considerazione che la posa in opera del dispositivo deve essere effettuata a regola d’arte per garantire che il sistema coperchio, telaio e pozzetto costituisca, una volta installato, un’unica struttura, per resistere alle varie sollecitazioni di tipo statico e dinamico generate dal traffico stradale.
Al fine di effettuare correttamente la posa e garantirne la funzione nel tempo, in sicurezza, efficienza e durata è necessario considerare che tali dispositivi debbano essere sempre corrispondenti alla classe di portata indicata per la zona di impiego, alla tipologia di traffico presente e se possibile anche futuro, avendo cura di scegliere il dispositivo nella misura e forma adatta alle specifiche per il pozzetto selezionato e su cui detto dispositivo, dovrà essere successivamente posato.
Nel proprio MANUALE TECNICO E PRINCIPALI LINEE GUIDA PER L’INSTALLAZIONE DI DISPOSITIVI PER CORONAMENTO, Link, suggerisce che i pozzetti come i telai dei chiusini e/o caditoie devono avere la stessa dimensione interna (luce); nel caso sussistessero dubbi al riguardo, si suggerisce di predisporre un dispositivo con luce superiore, in modo da evitare che il telaio gravi sul pozzetto in parte o a sbalzo. E’ inoltre necessario assicurarsi che le nervature o rinforzi del dispositivo non entrino in contatto con nessuna parte del pozzetto. Se ciò si dovesse verificare, si consiglia di realizzare una scanalatura in corrispondenza del pozzetto, rimuovendo una piccola parte del materiale che lo compone per creare spazio ed evitare contatto tra nervatura e pozzetto.
Si richiama altresì l’attenzione su un punto fondamentale: non bisogna mai posizionare il dispositivo col telaio circolare su pozzetti quadrati e viceversa. Caso unico, con camere aventi foro circolare e ove non si presenti alternativa, è ammessa la posa di telaio quadrato quando questo gravi con tutta la superfice sulla testa del pozzetto; inoltre è bene verificare, prima della installazione, con il progettista, se esista o meno un’indicazione relativa ad eventuali orientamenti di posa da rispettare.
Per ulteriori informazioni non esitare a contattarci!
Quando si pianifica un edificio sostenibile la sfida principale è rappresentata da come raggiungere gli obiettivi eco-friendly, garantendo al contempo una struttura sicura e ben funzionante. In termini energetici, efficienza, non è una questione di quanto isolamento aggiungere, ma qual è la giusta scelta applicativa per l'edificio, considerando sia l'intero ecosistema-edificio, sia la sua funzione come sistema, per giungere alla piena soddisfazione di proprietari e occupanti.
Per maggiori informazioni: clicca qui!
Quando si pianifica un edificio sostenibile la sfida principale è rappresentata da come raggiungere gli obiettivi eco-friendly, garantendo al contempo una struttura sicura e ben funzionante. In termini energetici, efficienza, non è una questione di quanto isolamento aggiungere, ma qual è la giusta scelta applicativa per l'edificio, considerando sia l'intero ecosistema-edificio, sia la sua funzione come sistema, per giungere alla piena soddisfazione di proprietari e occupanti.
Ragionare in termini progettuali attraverso la lente dei sistemi integrati (affinché i sistemi di acustica, termica e di mitigazione dell'umidità funzionino integralmente ed in maniera efficiente per tutta la vita di un edificio), che tenga conto delle interfacce fisiche tra la facciata e la struttura dell’edificio, nonché quella funzionale tra involucro ed impianti, rappresenta un punto saliente nella progettazione eco-friendly. Il quadro normativo, in tale contesto, è cambiato negli anni, ponendo particolare attenzione non solo agli aspetti del contenimento energetico degli edifici, ma anche a quelli legati al benessere acustico, alla sostenibilità ed alla sicurezza (con particolare attenzione al pericolo di propagazione dell’incendio).
La tendenza degli ultimi anni a costruire edifici sempre più alti, ha portato all’attenzione dei ricercatori l’aggravio di rischio incendio per il sistema edificio. Infatti, architetti e progettisti delle facciate continue, hanno spesso riconosciuto che il vuoto creato tra il solaio e il muro esterno, se lasciato non protetto, consentirebbe al fuoco e al fumo di propagarsi velocemente da un piano all’altro. In tale ambito, la soluzione più logica sarebbe quella di riempire il vuoto con materiale resistente al fuoco, ma uno studio del 1999 del Loss Prevention Council nel Regno Unito, ha dimostrato che i pannelli Firespan 40&90 in lana di roccia sicura in caso di area spandrel permettono di mantenere comunque l’integrità evitando la propagazione del fuoco attraverso l’apertura.
I pannelli Firespan 40&90 EU offrono una soluzione a questo problema in quanto sono stati testati secondo lo standard nord americano ASTM E2307: uno standard di prova al fuoco per la valutazione delle prestazioni dei sistemi di barriera antincendio perimetrali che misura la capacità dei sistemi di barriera antincendio perimetrale di prevenire la propagazione del fuoco quando la parete esterna si flette o si deforma durante l'esposizione al fuoco. ASTM E2307 determina, inoltre, il periodo di tempo in cui il sistema di protezione antincendio perimetrale riesce a limitare la penetrazione della fiamma attraverso l’intercapedine (vuoto interno tra il pavimento e il muro esterno.)
Firespan 40&90 EU sono pannelli incombustibili, resistenti all'umidità, che garantiscono un effetto anticorrosione e antimuffa, inoltre non si deteriorano nel tempo mantenendo le prestazioni costanti di isolamento termico, protezione antincendio, migliore comfort acustico e barriera al vapore. I pannelli sono conformi agli standard americani ASTM C 612 e UL specifici per i pannelli in fibra minerale.
Le soluzioni Firespan 40&90 EU possiedono le certificazioni necessarie all’ottenimento da parte degli edifici del LEED e vengono scrupolosamente esaminate in ogni fase del ciclo di vita al fine di calcolarne l'impatto ambientale.
Tutte le informazioni relative vengono raccolte e pubblicate su documenti tecnici e certificati denominati EPD (Environmental Product Declaration) in accordo con la norma EN 15804.
Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci!
Gli spazi urbani hanno vissuto una grande trasformazione nella storia seguendo di pari passo i cambiamenti storico-culturali dell’uomo, immediatamente percepibili nelle architetture e piante delle nostre città.
Cambiamenti strutturali che hanno fatto emergere la difficoltà di calibrare questa evoluzione con le necessità della comunità e la relativa identità territoriale, tali da innescare, nel dibattito architettonico del XXI secolo, strategie di recupero degli spazi dati, mettendo mano a nuovi elementi architettonici “agganciati” agli edifici esistenti.La ricerca di nuove soluzioni progettuali, ha portato a sperimentazioni architettoniche come l’architettura parassita pensata per trasformare lo spazio urbano prendendo qualcosa da edifici esistenti ed innestando elementi nuovi.
Sia che si tratti di spazi verdi pensili, sia realizzazioni urbane en plein air, le griglie ed i sigilli zincati possono offrire il loro contributo nelle realizzazioni architettoniche ectoparassite.
Per maggiori informaizoni leggi il seguente articolo
Gli spazi urbani hanno vissuto una grande trasformazione nella storia seguendo di pari passo i cambiamenti storico-culturali dell’uomo, immediatamente percepibili nelle architetture e piante delle nostre città.
Cambiamenti strutturali che hanno fatto emergere la difficoltà di calibrare questa evoluzione con le necessità della comunità e la relativa identità territoriale, tali da innescare, nel dibattito architettonico del XXI secolo, strategie di recupero degli spazi dati, mettendo mano a nuovi elementi architettonici “agganciati” agli edifici esistenti.
La ricerca di nuove soluzioni progettuali, ha portato a sperimentazioni architettoniche come l’architettura parassita pensata per trasformare lo spazio urbano prendendo qualcosa da edifici esistenti ed innestando elementi nuovi.
L’endoparassitismo prevede inserimenti all’interno dell’edificio, mentre l’ectoparassitismo, più comune, viene eseguito all’esterno dell’edificio (per esempio una stanza aggiunta, un’area verandata, una camera soprelevata, uno spazio verde, ecc.) per rispondere a esigenze abitative attraverso soluzioni dal costruito.
Sia che si tratti di spazi verdi pensili, sia realizzazioni urbane en plein air, le griglie ed i sigilli zincati possono offrire il loro contributo nelle realizzazioni architettoniche ectoparassite.
Le griglie zincate, proposte da Link, sono indicate per aree urbane pedonali, terrazzamenti, giardini privati, tetti verdi, marciapiedi, ingressi, e sono composte da piatti portanti, di maggior dimensione, idonei a sopportare i carichi e scaricare peso sulla bordatura e da piatti di collegamento (o secondari) che congiungono ed uniscono i piatti portanti, scaricando il peso su di loro e rendendoli al contempo solidali. L’incastro tra i due elementi è ottenuto dalla sovrapposizione tra il piatto portante e il piatto di collegamento la cui distanza crea le maglie. Quando le maglie sono molto fitte vengono chiamate antitacco.
Le griglie sono zincate con un procedimento anticorrosivo che sviluppa una compenetrazione chimico-metallurgica fra acciaio e zinco attraverso un bagno di zinco ad alta temperatura per garantire la durata e le caratteristiche estetiche del prodotto. A differenza dei tradizionali rivestimenti anticorrosione che ricoprono passivamente il metallo, con la zincatura a caldo si forma un velo di rivestimento uniforme per mantenere inalterate le qualità fisico-meccaniche originali.
Il grigliato, a sua volta, può essere contenuto, o meno, in un telaio a seconda della destinazione d’uso.
I sigilli sono dispositivi di coronamento e chiusura a riempimento con vari tipi di pavimentazioni (autobloccante, piastrelle, porfido, ecc.) per fornire uniformità estetica al pavimento circostante, dotati di controtelaio zincato per garantire un ottimo appoggio e ancoraggio alla fondazione.
La relazione raggiunta tra know how e materiali selezionati, la gamma di misure disponibili, le svariate possibilità di personalizzazioni, la durata nel tempo ed uno spiccato gusto estetico rendono le griglie ed i sigilli prodotti pratici e di largo impiego in svariate applicazioni
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Kemppi Oy e Link Industries sono partner di lunga data sul mercato italiano dove hanno lavorato insieme per promuovere e sviluppare il marchio negli ultimi 10 anni.
Kemppi e Link hanno concordato di definire un nuovo modello di business per operare nel secondo mercato di saldatura ad arco più grande d'Europa. A partire dal 1° Gennaio 2021 sarà creata una nuova società “Kemppi Italy”, controllata da Kemppi OY, per continuare a sviluppare la vendita e la distribuzione dei prodotti in Italia, prima affidata a Link Industries.
"Kemppi guarda all'Italia come a un mercato ad alto potenziale di crescita, in particolare per quanto riguarda le quote di mercato. Con la nuova organizzazione diretta, siamo fiduciosi di poter continuare a crescere e raggiungere positivi risultati a lungo termine in questi tempi di elevata complessità e cambiamento radicale" afferma Hannu Jokela, Vice President, Markets, Kemppi OY
"Sono molto soddisfatta dell'accordo raggiunto con Kemppi perché garantirà continuità nella gestione aziendale sia per i clienti Kemppi che per tutte le altre parti coinvolte. La continuità è stata infatti il principale driver dell'accordo dal punto di vista Link" commenta Marta Cosulich, Presidente, Link Industries
Mikko Jauhiainen è stato nominato Amministratore Delegato, Kemppi Italy S.r.l. a partire dal 1 Gennaio 2021. In Kemppi, è stato responsabile delle vendite ai distributori del Sud Europa, incluso il mercato italiano, e ha maturato una lunga esperienza nella collaborazione con Link Industries ed il suo team di professionisti.
"Una stretta collaborazione con i suoi partner e clienti finali è al centro dell'attività di Kemppi e questa operazione avvicina Kemppi direttamente ai suoi rivenditori e clienti italiani" dice Mikko Jauhiainen, Managing Director, Kemppi Italy S.r.l. "Kemppi Italy rafforzerà la posizione di Kemppi in Italia che è il secondo mercato Europeo per quanto riguarda la saldatura. Sono molto fiducioso che questo accordo offrirà grandi opportunità di business a tutti i partner Kemppi in Italia per sviluppare ulteriormente le loro attività” – prosegue.
A partire dal 1 Gennaio 2021
Kemppi Italy Srl, filiale italiana di Kemppi OY, opererà autonomamente sul territorio. Per il primo trimestre dell’anno, per poter garantire continuità ai propri partner, è stato stabilito che Link Industries supporterà Kemppi Italy nella gestione degli ordini quale “service provider” esterno. Per tutte le altre esigenze, sarà il personale di Kemppi Italy a potervi dare riscontro.
Per gli ordini: contattare sales.it@kemppi.com o al numero +39 3346962763
Per qualsiasi altra informazione: contattare Giovanni Ghidini, Sales Manager, Kemppi Italy
Tel +393427677027
Kemppi Italy fornirà, a partire dal 1 ° gennaio 2021, le nuove condizioni di vendita e le informazioni di contatto per tutto il team Kemppi Italy.
La decisione di installare una recinzione trova diverse ragioni pratiche: una maggiore privacy, la necessità di determinare i confini in modo chiaro, separare due settori, permettere agli animali domestici di girare liberamente senza poter uscire fuori e protegge il giardino o gli orti della fauna selvatica. Solitamente la motivazione che porta alla scelta di una recinzione ne determina la tipologia.
Per maggiori informazioni leggi il seguente articolo: Il sistema reti recinzione Link
La decisione di installare una recinzione trova diverse ragioni pratiche e solitamente la motivazione che porta alla scelta di una recinzione ne determina la tipologia; per tale ragione verranno installate recinzioni leggere di confinamento per orti e giardini e qualsiasi area residenziale o industriale impedendo l’accesso, ma non la visione, mentre verranno scelte opere in muratura per protezione contro gli intrusi o per una maggiore riservatezza.
Qualunque motivazione sia alla base della scelta fatta è bene tenere in considerazione che se la recinzione impatta sull’aspetto urbanistico è necessario informarsi circa i relativi permessi ed autorizzazioni per non incorrere in un abuso edilizio, oltre a soppesare con attenzione le distanze tra le singole proprietà per evitare contenziosi.
Inoltre, per garantire una buona resa è necessario scegliere in modo accurato la tipologia di recinzione più adeguata, valutando le caratteristiche morfologiche dell’area da recintare, la linea di posa e le azioni meccaniche che la recinzione dovrà sopportare.
Indicato per terreni agricoli, orti, giardini privati, aree industriali, il sistema di recinzione leggera di confinamento proposto da Link è atto ad installarsi direttamente sul suolo e costituito dai seguenti elementi in acciaio zincato a caldo o plastificato:
- rete recinzione elettrosaldata (maglia 50x75mm) con fili zincati e/o plastificati in PVC, in rotolo rigidi, lunghezza rotolo 25m, disponibile in varie altezze da 1 a 2,5 metri;
- pali profilati a “T”, zincati a caldo o plastificati in PVC, in sezioni da 30x30x3,0 mm e 35x35x3,5 mm, dotati di uno schema fori standard nazionale e sviluppati in altezze da 1,25 a 3,00 m.
- Pali a “L” in ferro zincate a caldo o plastificate, realizzate in sezioni da 25x25x3,0 mm, con altezze da 1,20 a 2,00 metri.
- accessori ideati a completamento del sistema reti quali:
-- matassine di legatura e tensione in filo zincato e/o plastificato, tenditori filo zincati e/o plastificati, doppio filo spinato a 4 punte.
Posizionati i pali ad una congrua distanza che tenga conto della tipologia del terreno o del supporto nel quale verranno immersi (solitamente muretti in cemento) andranno inseriti, per prassi, a circa 25 cm nel cemento e circa 50 cm nella terra, distanziandoli tra loro ogni 2 metri, posizionando le saette di rinforzo ogni 6 metri. Quindi verrà stesa la rete, scelta in base all’altezza del palo, inizialmente legata al primo palo grazie all’ausilio dei tenditori e poi via via a quelli successivi.
Di rilevante importanza è l’impiego accurato dei fili:
- il filo di legatura, di diametro inferiore, usato per un ancoraggio sicuro della rete al palo;
- il filo di tensione, di diametro superiore, conferisce la giusta tensione a tutta la struttura, partendo dal primo palo, passando per gli appositi fori dei pali e parte delle maglie della rete, fino alla fine della recinzione. Si consiglia di posizionare il filo di tensione ogni 50 cm partendo dalla base della rete fino alla cima. Si tratta di un accorgimento importante per la rete elettrosaldata ed essenziale per quella a maglia sciolta.
Il sistema reti recinzione Link proposto denota un elevata velocità di applicazione ed un’ampia durabilità ad un costo moderato, permettendo una installazione autonoma se dotati di una certa esperienza a manualità.
Link, propone alla propria clientela un panno professionale, antiscivolo, assorbente, riutilizzabile, accoppiato a caldo con pellicola in PE, 180g/m, (PFR-110/125/150), quale importante accorgimento per proteggere le superfici della casa da frammenti, eventuali macchie e dai frequenti passaggi con le scarpe da lavoro durante le operazioni di ristrutturazione
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Ristrutturare casa è un processo necessario nella vita di un immobile soggetto, nel tempo, al deterioramento. Gli interventi posso avvenire sia sulla componente edile, sia sugli impianti e possono riguardare azioni importanti di riqualificazione dell’involucro oppure essere pianificati semplicemente per un restyling degli interni della casa.
Al di là degli interventi di manutenzione straordinaria o ordinaria, anche la semplice decisione di ristrutturare casa, partendo da una nuova tinteggiatura, richiede una pianificazione mirata e l’attuazione di alcuni accorgimenti. Infatti la tinteggiatura è uno dei modi più semplici per portare cambiamenti stilistici ed estetici alle stanze della casa attraverso un’operazione apparentemente semplice che richiede però alcune accortezze, quali: conoscere i tipi di idropitture da usare e le caratteristiche delle superfici, provare la resa del colore scelto, assicurarsi di avere a disposizione il giusto occorrente (detersivo, spatole, carta vetrata, stucco, ecc.) e proteggere l'ambiente (pavimenti, stupidi, prese elettriche, battiscopa e mobili).
Le pareti devono essere accuratamente preparate, spazzolate e spesso lavate. Nel caso in cui sussistano crepe e fori è necessario raschiare le zone danneggiate in modo da asportare tutte le parti che tendono comunque a staccarsi e stuccare le fessure. Ugualmente, nel caso in cui vi sia della tappezzeria da rimuovere, bisogna procedere con una profonda bagnatura, o se presente muffa è fondamentale uno specifico trattamento. Lavori che comportano una notevole produzione di detriti, polveri e liquidi che possono compromettere il buon esito del lavoro.
Per tale ragione, come primo accorgimento, è fondamentale stendere un panno sul pavimento che lo protegga dai frammenti, dalle eventuali macchie e dai frequenti passaggi con le scarpe da lavoro.
Link Industries, propone alla propria clientela PFR-110/125/150: un panno professionale, antiscivolo, assorbente, riutilizzabile, accoppiato a caldo con pellicola in PE, 180g/mq.
Viene chiamato comunemente “Millefiori” per la puntinatura colorata del tessuto riciclato che lo costituisce, la cui materia prima è verificata in accordo con regolamento “REACH” 1907/2006/CE, per garantire un costante monitoraggio su eventuali rischi delle sostanze chimiche intrinseche nei prodotti commercializzati.
L’applicazione di un feltro specifico, invece del comune foglio di giornale o dei teli in polietilene, offre una maggior presa riducendo il rischio di scivolare e, data la struttura del panno accoppiato con la pellicola in polietilene, trattiene con maggior facilità i liquidi evitando le macchie. La specifica grammatura performate preserva i pavimenti dagli urti accidentali, dalle rigature e dai solchi dovuti alla pressione di scale o piccoli trabattelli.
Correttamente steso fino a coprire il battiscopa su cui può essere fissato con relativo nastro di carta per lavori edili, fa risparmiare 1/4 del tempo impiegato nella ristrutturazione riducendo al minimo la fase finale di ripristino e pulizia. Inoltre può essere utilizzato più volte ed impiegato non solo nelle applicazioni dell’edilizia ma anche nel campo dei traslochi come membrana per imballaggi, contenendo al minimo il costo dell’investimento.
Vi proponiamo due gamme di botole di ispezione per cartongesso costituite da struttura in alluminio, finitura grezza, chiusura PUSH&PULL e cartongesso resistente all'umidità:
GAMMA ECO RAW - Costituita da fissaggi angolari a vite autofilettante e blocco portello con aletta in acciaio
GAMMA ECO PLUS RAW - Costituita da fissaggi a rivetto e blocco portello con catena e guarnizioni EVO.
Le botole Link sono di facile installazione ed il loro montaggio prevede solitamente 4 fasi:
1) marcatura CONTORNO INTERNO ed incisione della forma e misura della botola sul pannello di cartongesso
2) inserimento della botola nel foro praticato sul cartongesso per posizionare il telaio esterno
3) fissaggio del telaio della botola utilizzando apposite viti da cartongesso
4) installazione sportello della botola e chiusura
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Qualità, innovazione, sicurezza e leggerezza nelle soluzioni: sono solo alcuni dei valori che caratterizzano il mondo della vela e che Link Industries ricerca quotidianamente nel proprio lavoro.
Per questo siamo orgogliosi di sostenere, con il nostro partner Paroc, Tommaso Cilli e Bruno Mantero al Campionato Italiano 420 di vela ed in occasione Gold Cup 420
Gli spazi verdi urbani e periurbani hanno vissuto una grande trasformazione nella storia seguendo di pari passo i cambiamenti storico-culturali, architettonici, paesaggistici, normativi ed ambientali dell’urbanizzazione, accomunati sempre dall’abilità di conciliare costruito e natura.
Sia che si tratti di verde residenziale o privato, sia verde urbano o verde storico o aree speciali è necessaria una attenta progettazione architettonica, paesaggistica, ambientale, di acclimazione e strutturale che sia coerente con le caratteristiche ambientali.
Link ha il piacere di proporre a progettisti i propri elementi di coronamento in ghisa sferoidale GJS 500-7 con rivestimento a base di vernice bituminosa alchidica con screening per SVHC (sostanze altamente preoccupanti) effettuato semestralmente da SGS
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Lo scrittore Héctor Bianciotti parlava dei giardini come “una delle forme dei sogni, come le poesie, la musica e l’algebra”, una armonica interazione tra uomo e natura, sia che si tratti di verde urbano, rurale, pubblico, residenziale o privato.
Gli spazi verdi urbani e periurbani vengono recentemente distinti in:
• verde pensile quale disposizione finalizzata a realizzare strati vegetativi su superfici che non sono in contatto con il suolo e possono avere spessori anche molto ridotti e impermeabilizzati, come i tetti piani o inclinati;
• verde tecnico realizzato attraverso apposite tecnologie che permettono la creazione di facciate verdi, verde verticale o per esempio verde a risparmio energetico;
• verde a terra, la realizzazione a cui siamo comunemente abituati dei parchi, giardini, piazzali, cortili ed alberature stradali.
Tali spazi hanno vissuto una grande trasformazione nella storia seguendo di pari passo i cambiamenti storico-culturali, architettonici, paesaggistici, normativi ed ambientali dell’urbanizzazione accomunati sempre dall’abilità di conciliare costruito e natura.
Sia che si tratti di verde residenziale e privato, sia verde urbano attrezzato (quale verde circoscrzionale come giochi per bambini, piste ciclabili, campi polivalenti, ecc), o parchi e giardini urbani, o verde storico ( quali aree tutelate dal “Codice dei beni culturali e del paesaggio” ossia ville, parchi e giardini che abbiano interesse artistico o storico), o aree di arredo urbano (create per fini estetici e/o funzionali, quali ad esempio, zone alberate, rotonde, aree di sosta, aiuole spartitraffico, ecc ) o aree speciali (predisposte per particolari modalità di fruizione come giardini scolastici, orti botanici e vivai, giardini zoologici, cimiteri e le categorie residuali di verde) è necessaria una attenta progettazione architettonica, paesaggistica, ambientale, di acclimazione e strutturale coerente con le caratteristiche ambientali.
Link ha il piacere di proporre a progettisti i propri elementi di coronamento in ghisa sferoidale GJS 500-7 con rivestimento a base di vernice bituminosa alchidica con screening per SVHC (sostanze altamente preoccupanti) effettuato semestralmente da SGS quali:
• GRIGLIA PER ALBERI IN GHISA SFEROIDALE - circolare e quadrata in ghisa. Installazione: A15 / Group 1
• CHIUSINI A RIEMPIMENTO con telaio in ghisa sferoidale GJS 500-7 normativa UNI EN124-1/2, gruppo 3, classe C250 (kN 250 = t. 25,49) Installazione : C250/Gruppo 3, EN124-1/2 o classi/gruppi inferiori
• GRIGLIA CONCAVA e PIANE CON TELAIO “SMARTLOCK” - con telaio in ghisa sferoidale GJS 500-7 norme UNI EN124-1/2, Gruppo 3, classe C250 (kN 250 = t. 25,49). Predisposte, ad esclusione delle sole 700x700, per l'utilizzo di sifone. Tali articoli dispongono di un sistema di vincolo al telaio con cardini di rotazione, consentendo l’apertura e, all’occorrenza, l’eventuale rimozione delle griglie. Sono provviste inoltre di un sistema elastico di chiusura di sicurezza a scatto, che previene aperture accidentali pur consentendo regolari accessi per pulizia e manutenzione degli impianti di raccolta. Le nostre caditoie nella classe C250, nel rispetto del Decreto Del Ministero dei Lavori Pubblici, hanno feritoie dalla larghezza inferiore a mm. 20 per la sicurezza del traffico ciclistico e di carrozzine per disabili. La superfice drenante è stata sviluppata per essere ampiamente entro i requisiti di normativa, favorendo il normale deflusso delle acque.
E’ bene tenere presente che, prescindendo dall'accuratezza della posa in opera, i dispositivi di coronamento e di chiusura sono normalmente soggetti a vari gradi di usura nel tempo, in special modo se installati in zone di grande sollecitazione. Pertanto è opportuno verificare, almeno annualmente, le condizioni generali della cornice di materiale attorno al bordo esterno del telaio, la superficie di appoggio del coperchio o griglia sul telaio, delle guarnizioni (ove presenti), la funzionalità dell’eventuale articolazione e dei sistemi di bloccaggio. Oltre che procedere periodicamente alla rimozione di foglie e detriti per consentire un corretto drenaggio delle acque di runoff stradale.
Nel quarto rapporto APAT sulla Qualità dell’ambiente urbano si legge come “uno degli elementi decisivi per il miglioramento della qualità della vita in città è senza dubbio il verde urbano. I parchi, i giardini e le alberature stradali sono molto più che semplici elementi di arredo urbano, sono una risorsa ecologica ancora poco conosciuta e valorizzata”: affermazione con la quale siamo in piena condivisione.
Elemento costitutivo delle reti cantiere consiste nel focalizzare l’attenzione sulla sicurezza in un settore di attività che per sua caratteristica espone i lavoratori a rischi particolarmente elevati.
Per maggiori attenzioni leggi il seguente articolo
Il cantiere è un'area di lavoro temporanea in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria civile, al cui interno si sviluppano aree molto diverse tra loro che raccolgono, oltre al fabbricato, impianti, attrezzature, magazzini ed uffici con una presenza simultanea o successiva di imprese differenti.
Dato il peso rilevante in termini di salute e sicurezza, l’ambito costruzioni trova esplicita disciplina nazionale sin dal 1956 (d.p.r. 164 che integra il d.p.r. 547 del 1955) la cui normativa mancava di un elemento essenziale: la previsione sistematica dei rischi e la pianificazione delle misure atte a contrastarli, ovvero la pianificazione della sicurezza. Aspetto introdotto, come riportato nelle linee guida pubblicate da INAIL
nel testo “La progettazione della sicurezza nel cantiere”, con direttiva cantieri (la 92/57/CEE), che attivava una disciplina specifica per i cantieri, prevedendo la creazione di figure specialistiche.
Con il d.lgs. 81 del 9 aprile 2008 e s.m.i. tutta la normativa specifica relativa alle costruzioni, ovvero ai
cantieri, risulta riunita, ed innovata, nel titolo IV e nei diversi allegati, di interesse specifico per i cantieri edili.
Tra i vari aspetti contemplati, l’art. 109 del d.lgs. n. 81/2008 stabilisce come, in relazione al tipo di lavori effettuati, il cantiere debba essere dotato di recinzione avente caratteristiche idonee ad impedire l'accesso agli estranei alle lavorazioni.
La recinzione di cantiere, infatti, è un sistema di confinamento di una o più aree adibite che non risponde esclusivamente alla necessità di regolamentare l’accesso impedendo l’ingresso dei non addetti, ma costituisce di per sé una misura di prevenzione e protezione dai rischi d’interferenza interni ed in prossimità del cantiere stesso (fonte INAIL “La progettazione della sicurezza nel cantiere”).
Il d.lgs. n. 81/2008 non prescrive tipologie e dimensioni della recinzione, rimandando ai regolamenti edilizi locali. Infatti, sin dalla progettazione dell’area, è richiesto di focalizzare l’attenzione sulla sicurezza adottando una metodologia operativa incentrata su un’attenta valutazione dei rischi e, la scelta della tipologia di recinzione da adottare deve scaturire direttamente dalla valutazione dei rischi effettuata a monte dalle specifiche figure responsabili dei lavori. Definita la tipologia di confinamento appropriata all’area di lavoro, ai regolamenti edilizi locali ed alle possibili particolari prescrizioni per la fattispecie del singolo cantiere, si procede quindi alla realizzazione della recinzione in funzione della sua localizzazione e relativo ambito.
Link propone alla propria clientela reti temporanee e mobili per il cantiere, estruse in HDPE (vergine e riciclata) mono-orientata, a maglia ovoidale 65 x 35 mm, realizzata con polimeri di prima qualità. La rete da cantiere Link è disponibile in rotoli di colore arancio o verde e con nastro adesivo con la scritta “ATTENZIONE LAVORI IN CORSO”. La cui materia prima è verificata in accordo con regolamento “REACH” 1907/2006/CE, per garantire un costante monitoraggio su eventuali rischi delle sostanze chimiche intrinseche nei prodotti commercializzati. L’applicazione della rete è agevole e non richiede manutenzione aggiuntiva. Una sua corretta posatura consente di poterla riutilizzare successivamente in altri cantieri contenendo al minimo il costo dell’investimento. La rete cantiere Link presenta ottima resistenza ai raggi UV, verificata in accordo con le norme UNI EN ISO 4892-3:2016 + UNI ISO 4582:2018 + ISO 105-A03:1993.
Elemento costitutivo di tali recinzioni consiste nel focalizzare l’attenzione sulla sicurezza in un settore di attività che per sua caratteristica espone i lavoratori a rischi particolarmente elevati. E’ essenziale che la recinzione, ed eventuali segnalazioni luminose aggiuntive, vengano periodicamente verificate, tenute in efficienza per tutta la durata del cantiere e controllare che siano sempre ben visibili.
I materiali isolanti possono incrementare in maniera significativa la capacità di un edificio di sopportare un incendio, conseguentemente la scelta del corretto isolante può influire sulla sicurezza generale di un fabbricato.
Per maggiori in formazioni leggi il seguente articolo.
La consapevolezza sui temi di sicurezza antincendio residenziale è fortemente aumentata in Europa negli ultimi decenni, grazie a campagne d’informazione molto attive ed alle svariate tipologie di soluzioni antincendio disponibili sul mercato, come per esempio i rilevatori antincendio ed i dispositivi elettrici dotati di spegnimento automatico; ma molto resta ancora da fare nel settore della prevenzione e dell’incremento della sicurezza.
Gli incendi provocano un’immensa sofferenza umana e ingenti danni materiali. In Europa ogni anno muoiono per incendio circa 4.000 persone e 190 ne vengono ricoverate in ospedale ogni giorno per gravi ustioni. Le perdite annue finanziarie raggiungono 126 miliardi di Euro.
La stragrande maggioranza degli incendi, circa il 95%, avvengono in edifici residenziali e, nonostante i buoni progressi raggiunti in Europa in tema di sicurezza antincendio, è ancora molto complicato eliminare completamente tali rischi essendo per lo più causati da errore umano, disattenzione e negligenza e, per tale ragione, assicurare la protezione antincendio negli edifici diviene una azione importante per ridurre le le peggiori conseguenze.
Un incendio per essere innescato ha bisogno di tre elementi: una sorgente, ossigeno e materiale combustibile. Un incendio continuerà a bruciare fino a che non verrà estinto o fino a quando i combustibili o l'ossigeno non saranno esauriti: l'incendio si alimenterà ed a un certo punto si espanderà rapidamente, passando da una piccola combustione localizzata fino a invadere l'intero ambiente. Questa trasformazione, che si verifica in pochi secondi, viene chiamata "flashover". Il flashover dipende dalla reazione al fuoco dei materiali presenti. Ne deriva che, se l’edificio è realizzato con materiali combustibili, questi arrecano ancora più combustibile all'incendio, che si arresterà soltanto dopo aver esaurito tutti i combustibili da consumare.
Se si considera, inoltre, che solitamente c’è un tempo molto limitato dalla propagazione iniziale di un incendio alla sua piena diffusione, i tempi per mettersi in sicurezza sono molto altrettanto limitati.
Pertanto, individuare un incendio il prima possibile diventa una questione di vita o di morte e la scelta corretta del materiale ne è correlata influendo significativamente sul tempo disponibile per mettersi in salvo.
La migliore protezione è fornita quindi dal materiale incombustibile, che ha la funzione di proteggere dal fuoco anche gli altri materiali. Essendo la combustione di gas tossici spesso fatale, i materiali più sicuri sono quelli incombustibili che allo stesso tempo non emettono gas pericolosi.
Come si riconoscono i materiali incombustibili, sicuri in caso di incendio?
Esiste una classificazione Europea che definisce le classi A1, A2, B, C, D, E e F dove A1 indica un materiale incombustibile e F un materiale con proprietà antincendio indefinite. La propagazione di fumo e il gocciolamento sono indicate dalle lettere “s” e “d” per i materiali classificati come A2, B, C e D.
I materiali isolanti possono incrementare in maniera significativa la capacità di un edificio di sopportare un incendio, conseguentemente la scelta del corretto isolante può influire sulla sicurezza generale di un fabbricato. La soluzione più sicura è rappresentata dal materiale isolante classificato come A1 o A2-s1, d0. La lana di roccia ha la migliore classificazione, A1, che ne definisce la totale incombustibilità, il che significa che non contribuisce alla propagazione del fuoco e protegge le strutture durante l’incendio, aumentando il tempo di resistenza al fuoco delle strutture portanti e delle partizioni.
Quindi i materiali di alta qualità resistenti al fuoco possono fare la differenza tra un incendio in un edificio e un edificio in fiamme: infatti, quando un incendio raggiunge il flashover, l'unico modo di impedire che si diffonda in aree molto più ampie dell'edificio dall'interno è assicurare che le pareti, i soffitti, i pavimenti, le porte e i tetti possano sopportare l'esposizione a un fuoco pienamente sviluppato su un lato senza trasferire il calore, le fiamme o i gas tossici all'altro lato.
Inoltre una volta che l’incendio si è propagato il calore all’interno di un locale, esso è talmente intenso da potersi aprire un varco attraverso le finestre, con il rischio di esporre la facciata dell'edificio alle fiamme. Se invece la facciata è dotata di un sistema di rivestimento e/o isolamento in materiali non combustibili, le fiamme potranno al limite raggiungere e infrangere le finestre del piano superiore ma il processo sarà relativamente lento in quanto la facciata non contribuisce alla propagazione delle fiamme.
La lana di roccia Paroc è classificata A1 – totalmente incombustibile
E’ comunque sempre bene ricordare che nonostante le prestazioni e le caratteristiche dei materiali incombustibili, siamo noi i primi responsabili per la prevenzione degli incendi della nostra incolumità.
Di seguito alcuni consigli che tutti noi possiamo applicare per la sicurezza di noi stessi e dei nostri cari:
1. Prevenire
• condurre un’ispezione per individuare i rischi del proprio ambiente;
• utilizzare in modo corretto e con attenzione i dispositivi elettrici e il fuoco (leggere le istruzioni dei vari dispositivi elettrici e ricordare che anche una candela può essere causa di incendio);
• assicurarsi che i dispositivi elettronici lavorino sempre in modo appropriato e rimuovere quelli difettosi o farli riparare da professionisti.
• evitare comportamenti pericolosi
• in caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni scegliere materiali incombustibili.
2. Essere preparati ad un incendio
• un rilevatore di incendio può dimostrarsi salvavita;
• dotarsi di un estintore e assicurarsi di poterlo utilizzare rapidamente in caso di necessità
• controllare le vie di fuga, mantenerle libere da ostacoli e esercitarsi al loro utilizzo.
3. Comportamento in caso di incendio
• cercare di spegnere l’incendio sul nascere
• in caso di insuccesso e di propagazione del fuoco avvertire le altre persone e lasciare immediatamente l’edificio.
• chiamare il numero di emergenza
Possiamo tutti contribuire a prevenire gli incendi e minimizzare i danni.
In un momento che ci impone di affrontare con decisione e resilienza sfide inimmaginabili fino a poche settimane fa, noi di Link ci stiamo impegnando per continuare ad assicurare il servizio di sempre, anche se la nostra operatività è condizionata dalle misure necessarie per combattere il contagio del COVID-19.
Gli uffici Link sono operativi su turni in tele-lavoro ed il magazzino di Spinetta Marengo (AL), secondo il Decreto del 10 Aprile u.s., opererà alcuni giorni a settimana, salvo nuovi sviluppi normativi.
Vogliamo essere pronti per la ripartenza!
Non esitate a contattarci per qualsiasi informazione
Il team Link
Il Team Link è compatto nel fronteggiare l'emergenza Covid19 continuando a garantire il servizio migliore nel rispetto della salute e sicurezza dei nostri clienti, fornitori, collaboratori e colleghi.
Come? Attraverso smart working, attività di formazione tramite piattaforme di condivisione ed un magazzino al passo con le direttive di prevenzione.
Uniti in questo difficile momento verso un futuro migliore.
I chiusini sono dispositivi di coronamento e chiusura generalmente costituiti da un telaio ed un coperchio; allo stesso modo le griglie e caditoie, in luogo del coperchio, adottano una griglia. Questa gamma prodotti si utilizza per “coronare” e quindi chiudere pozzetti di servizi, acquedotti e fognature, linee elettriche e telefoniche: le griglie vengono principalmente impiegate per la raccolta puntuale o lineare di acque piovane. I chiusini e le griglie Link sono dotati di un efficiente dispositivo chiamato “Smartlock”. Grazie alla caratteristica elastica tipica della ghisa sferoidale, tramite barre di chiusura/allaccio, nella classe D400 ma anche nella C250, i coperchi e le griglie sono vincolati saldamente ai telai impedendo, tra le altre cose, l’apertura accidentale il sollevamento al passaggio di mezzi pesanti, rendendo difficile l’asportazione ed il furto.
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I chiusini sono dispositivi di coronamento e chiusura generalmente costituiti da un telaio ed un coperchio; allo stesso modo le griglie e/o caditoie, in luogo del coperchio, adottano una griglia. Questa gamma prodotti si utilizza per “coronare” e quindi chiudere pozzetti di servizi, acquedotti e fognature, linee elettriche e telefoniche: le griglie vengono principalmente impiegate per la raccolta puntuale o lineare di acque piovane. Tali dispositivi di coronamento, comunemente di forma circolare, quadrata o rettangolare, furono realizzati all’origine in materiale lapideo, mentre oggi vengono prodotti e commercializzati in diversi materiali come ghisa, acciaio e altre leghe metalliche, nonché materiali compositi.
I chiusini, le griglie e le caditoie sono regolamentati dalla norma UNI EN 124:2015, adottata in tutti i paesi dell’Unione, a tutt’oggi non armonizzata, per " Dispositivi di coronamento e di chiusura dei pozzetti stradali". Tale Norma stabilisce i materiali da utilizzare a seconda della zona d'impiego. La norma suddivide inoltre i chiusini nelle relative classi di portata, stabilisce che tutti i dispositivi vengano commercializzati con una marcatura parlante (indicante la normativa di riferimento, la classe corrispondente, il nome del fabbricante come l’ente di certificazione indipendente internazionalmente riconosciuto). Inoltre il D. Lgs N. 206 del 06.09.2005, noto come “Codice del Consumo” stabilisce che le informazioni minime da fornire al consumatore relativamente alle caratteristiche di quanto commercializzato sul territorio nazionale, inclusa la sua origine. La EN124:2015, in tutte le sue parti, dettaglia i requisiti di progettazione del manufatto, le tipologie di prove nonché la registrazione dei relativi test report.
Abbiamo studiato i nostri chiusini attenendosi scrupolosamente la normativa di riferimento, affidando le verifiche di qualità ad un ente terzo indipendente per testare e sancire la bontà della propria certificazione volontaria e la conformità degli articoli commercializzati.
La forma dei pozzetti di ispezione è piuttosto variegata, studiata in funzione dell’utilizzo. È stata pensata per evitare cadute accidentali, proteggere l'albero di ispezione da otturazioni ed impedire la diffusione del contenuto e degli odori del sistema sottostante.
I chiusini e le griglie Link sono dotati di un efficiente dispositivo chiamato “Smartlock”. Grazie alla caratteristica elastica tipica della ghisa sferoidale, tramite barre di chiusura/allaccio, nella classe D400 ma anche nella C250, i coperchi e le griglie sono vincolati saldamente ai telai impedendo, tra le altre cose, l’apertura accidentale il sollevamento al passaggio di mezzi pesanti, rendendo difficile l’asportazione ed il furto.
E’ bene tenere presente che, prescindendo dall'accuratezza della posa in opera, i dispositivi di coronamento e di chiusura sono normalmente soggetti a vari gradi di usura nel tempo, in special modo se installati in zone di grande sollecitazione. Pertanto è opportuno verificare, almeno annualmente, le condizioni generali della cornice di materiale attorno al bordo esterno del telaio, la superficie di appoggio del coperchio sul telaio, delle guarnizioni (ove presenti), la funzionalità dell’eventuale articolazione e dei sistemi di bloccaggio.
Correttamente posato, il massetto di supporto, funge da base per la pavimentazione pensata per resistere alle sollecitazioni meccaniche impartite sia dalla pavimentazione, sia dall'esercizio della stessa, distribuendo i carichi e conferendo la planarità necessaria per l’applicazione del rivestimento riducendo la possibilità di danneggiare il risultato finale con un conseguente aggravio dei costi.
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La tecnica di rinforzo con intonaco armato, introdotta anni fa, è ora divenuta una prassi comune nella realizzazione di nuove abitazioni ed ancor più per recuperare le caratteristiche strutturali di un edificio perse a causa di un'azione meccanica o di degrado. Tale tecnica consiste nell’applicazione delle reti porta-intonaco sulla superficie delle murature, debitamente inglobate nell’intonaco stesso. A seconda dello scopo per cui viene posata, l’armatura si diversifica per tipologia e spessore della rete, composizione e tecnica di applicazione.
Nel caso di crepe non strutturali e fessurazioni superficiali (di solito sottilissime ma ramificate dovute generalmente alla rapidità di asciugatura dell’intonaco applicato) o il recupero di muratura di tipo vecchio, di pietra o con leganti deteriorati dagli anni, viene generalmente applicata una rete in fibra di vetro con apprettatura anti-alcalina di media grammatura, stesa a copertura dell’intera superficie, svolgendo il rotolo in verticale, senza pieghe, bolle o tagli, inserendo la rete con spatola liscia nel letto di rasatura predisposto, sovrapponendo i distacchi di rete per qualche centimetro in modo che si realizzi una continuità fisica del materiale posato.
Ugualmente, nel caso di fessurazioni dovute a movimenti diversi tra supporti con differente dilatazione termica, assestamenti tra il supporto e l’intonaco o punti critici in prossimità degli angoli delle porte e delle finestre, anche in edifici nuovi, è consigliabile applicare un rinforzo con intonaco armato tramite rete in fibra di vetro con apprettatura anti-alcalina dopo aver pulito il supporto in muratura e predisposto il letto di rasatura.
Diversa tipologia di rete di rinforzo con intonaco armato è impiegata per l’isolamento a cappotto. In questo caso la rete in fibra di vetro è di una grammatura medio alta, applicata sullo strato rasante, sui pannelli esterni di coibentazione, prima del rivestimento murale plastico di finitura, la cui funzione è quella di dare al sistema un'adeguata capacità di resistere ai movimenti del materiale isolante dovuti a escursioni termiche o a fenomeni di ritiro dell’intonaco, prevenendo la formazione di crepe in facciata.
Link presenta reti in fibra di vetro, nastri ed accessori che, associati alle specifiche caratteristiche della fibra di vetro, trovano molteplici campi di applicazione.
Per restauro di interni, ripristino intonaci o rinforzi proponiamo
reti in fibra di vetro per intonaci a spessore di media grammatura - hanno la funzione di rinforzare gli intonaci premiscelati, le rasature a gesso, le malte cementizie con resine, per prevenire la formazione di crepe e fessure causate da possibili assestamenti della struttura sottostante e da agenti esterni. L'applicazione della rete avviene sullo strato di intonaco fresco, sovrapponendo di alcuni centimetri le reti contigue e procedendo successivamente all'applicazione di un secondo strato di materiale che coprirà integralmente la superfice.
NET-215A_24 (arancione 110gr.)
reti in fibra d vetro per intonaci a rasature sottili di grammatura leggera - si applicano per contrastare la formazione di piccole crepe e microfessurazioni ripartendo le sollecitazioni su tutta la superficie. Sono indicate per la ristrutturazione degli strati superficiali delle facciate e dei muri interni. Si consiglia di applicare la rete sulla malta fresca procedendo dall’alto verso il basso evitando bolle o piegature.
NET-205/1_45 (75 gr)
Per pareti con isolamento a cappotto, proponiamo
reti in fibra d vetro con apprettatura anti-alcalina (dai 145 ai 165 g per mq) certificate ETAG004 che conferiscono alta resistenza alla trazione e ottime caratteristiche di protezione. Sono impiegate come rinforzo dello strato di rasante applicato sui pannelli esterni di coibentazione, prima del rivestimento murale plastico di finitura. La loro funzione è quella di dare al sistema un'adeguata capacità di resistere ai movimenti del materiale isolante dovuti a escursioni termiche o a fenomeni di ritiro, prevenendo la formazione di crepe in facciata.
La rete va posata sulla prima mano di rasatura cementizia ancora fresca, avendo cura di sovrapporre i bordi per alcuni centimetri, senza produrre bolle o piegature. La seconda mano di rasatura cementizia farà si che la rete si trovi perfettamente al centro dello strato di finitura, consentendo di rinforzarla. Contrariamente se la rete dovesse essere posizionata in aderenza all’isolante perde tale funzione, fungendo inoltre da distaccante. Il processo di rasatura è molto sensibile alle condizioni atmosferiche e richiede attenzioni nel rispetto dell'applicabilità del rasante.
Reti disponibili in varie grammature: NET-25CB1MS (165 gr); NET-24CB1MS. (160 gr); NET-235MS (145 gr)
Le reti in fibra di vetro per di rinforzo con intonaco armato, adeguatamente selezionate e correttamente posate, conferiscono un’elevata azione anti-fessurativa e porta-intonaco, contribuiscono in maniera significativa alla riduzione del ritiro dell’intonaco garantendo un’applicazione flessibile, duttile ed un’alta inerzia chimica ad un costo contenuto, a tutto vantaggio dell’edificio.
Come può l’industria di processo contribuire a ridurre l’impatto negativo sul clima e allo stesso tempo risparmiare? Fortunatamente la soluzione esiste: le soluzioni PAROC, attente alle caratteristiche del processo industriale, propongono prodotti di lunga durata, esenti da manutenzione ed efficienti sotto il profilo energetico che riescono a garantire un determinato processo industriale attraverso l’utilizzo della minor quantità di energia possibile, riducendo al minimo gli sprechi.
Per maggiori informazioni leggi: Le soluzioni PAROC per l’isolamento nell’industria di processo
L'industria di processo riguarda ogni attività produttiva del settore secondario ed in relazione alle diverse attività ha un forte impatto ambientale, in quanto, oltre a problemi di natura tecnica e progettuale l'industria di processo si è da sempre confrontata con complessi problemi di natura sociale, urbanistica e architettonica, e non ultimo ambientale. Nel corso degli anni sono stati sviluppati diversi modelli architettonici industriali adeguandoli alle necessità degli impianti e dei processi meccanici, determinando così la graduale trasformazione dell’industria e dei relativi spazi secondo una precisa destinazione d’uso ed una sempre crescente attenzione all’ambiente.
Il comparto industriale apporta numerosi ed importanti benefici economici e sociali; si producono merci e prodotti e si genera occupazione ed entrate fiscali. Tuttavia, i più grandi impianti industriali contribuiscono per una quota significativa alle emissioni totali dei principali inquinanti atmosferici e gas a effetto serra, nonché di altri importanti effetti ambientali, fra cui il rilascio di inquinanti nell'acqua e nel suolo, la produzione di rifiuti ed il consumo di energia.
Le politiche UE attualmente in uso volte a limitare l’inquinamento industriale, hanno portato ad un sensibile miglioramento, nel corso degli ultimi decenni, delle emissioni nell’ambiente e dell’efficienza energetica dei processi industriali.
Per efficienza energetica si intende, in modo induttivo, la capacità di un processo di utilizzare l’energia nel modo migliore per ottenere il cosiddetto fabbisogno; ossia indica quella serie di azioni di programmazione, pianificazione, progettazione e realizzazione che permettono, a parità di servizi offerti, di consumare meno energia.
Le soluzioni PAROC, attente alle caratteristiche del processo industriale, propongono prodotti di lunga durata, esenti da manutenzione ed efficienti sotto il profilo energetico che riescono a garantire un determinato processo industriale attraverso l’utilizzo della minor quantità di energia possibile, riducendo al minimo gli sprechi.
Una soluzione di isolamento con coppelle è in grado di ridurre considerevolmente la dispersione termica. Se il dimensionamento dell'isolamento delle tubazioni richiede un determinato valore massimo di dispersione termica, il ricorso alle coppelle permette di ridurre notevolmente lo spessore del materiale da applicare ottimizzando la funzione delle tubazioni nell’industria di processo. Attraverso le tubazioni, infatti, vengono convogliate enormi quantità di liquidi a basse e ad alte temperature, con l'obiettivo di ridurre al minimo le perdite di energia lungo il percorso. Una rete di tubazioni correttamente progettata e isolata in modo efficiente rappresenta una condizione irrinunciabile per il regolare svolgimento delle attività operative.
Le soluzioni PAROC per tubazioni industriali assicurano la stessa capacità di isolamento sia per i tratti rettilinei che per i tratti curvi, contribuendo a preservare prestazioni ottimali lungo l'intero percorso delle tubazioni. Una ulteriore importante prerogativa dei prodotti PAROC risiede nel ridottissimo tenore di cloruro e fluoruro, che permette di contenere il rischio di corrosione sotto il materiale isolante.
Così come nei serbatoi di stoccaggio, di varie forme e dimensioni, che costituiscono parte integrante di numerosi processi industriali, è richiesta una attenta analisi energetica proprio perché la temperatura del materiale stoccato nei serbatoi può variare in modo significativo da un processo all'altro. L'isolamento termico riduce le perdite di calore al minimo e mantiene la temperatura corretta nel contenuto dei serbatoi per garantire il funzionamento efficiente dei processi.
Analogo discorso per caldaie, camini e filtri che devono tenere conto dell'espansione termica. Il corpo e le tubazioni delle caldaie sono costantemente in movimento a causa dell’espansione termica e delle vibrazioni causate dalle apparecchiature ad essa collegate come bruciatori e ventilatori. Le temperature raggiungono valori altissimi nella caldaia, ma possono variare in modo significativo in altre parti della struttura.
Una corretta soluzione di isolamento riduce le perdite di calore nella caldaia e impedisce il surriscaldamento del locale che la ospita, a tutto vantaggio dell'efficienza dell'impianto. La soluzione di isolamento dovrà essere progettata in funzione della tipologia di caldaia e delle specifiche del produttore. Secondo le disposizioni delle norme, le caldaie devono essere coibentate con due o tre strati di isolante, il cui spessore totale dovrà essere compreso tra 200 e 300 mm. Alla prima accensione dopo la posa dell'isolamento, la caldaia dovrà essere portata a regime termico a meno di 50°C all'ora.
Come può l’industria di processo contribuire a ridurre l’impatto negativo sul clima e allo stesso tempo risparmiare? Fortunatamente la soluzione esiste: scoprilo seguendo il video! https://www.youtube.com/watch?v=m-9CPJCIoFg
Grazie al costante processo di ricerca e sviluppo dell'ufficio tecnico, Link Alu Tape ha ottenuto il marchio di equipaggiamento marittimo "timoncino" secondo la Direttiva MED 2014/90/UE.
Grazie al costante processo di ricerca e sviluppo dell'ufficio tecnico, Link Alu Tape ha ottenuto il marchio di equipaggiamento marittimo "timoncino" secondo la Direttiva MED 2014/90/UE.
Link Alu Tape è un nastro con pellicola in alluminio cotto liscio in spessore 26 μm ad alto potere autoadesivo. Un nastro universale utilizzato per sigillature, tenute, giunte, mascherature, protezioni per il settore dell’isolamento industriale, condizionamento e nel settore navale.
Il prodotto è stato rigorosamente testato da parte di un ente certificatore terzo ed ha superato brillantemente le verifiche ottenendo così la certificazione di limitata capacità di propagazione della fiamma idonea per l'applicazione nel settore navale.
Con la certificazione prodotti (per nastri coprigiunti, colla, sigillanti) Link si propone di:
- migliorare la sicurezza marittima;
- migliorare la salvaguardia dell'ambiente marittimo;
- facilitare il libero scambio di attrezzature marine all'interno dell'Unione Europea pur mantenendo un livello di sicurezza comune.
Per maggiori informazioni leggi: Link Alu tape a marchio 'timoncino'
Link presenta sul mercato PAROC Calculus: un software innovativo e sofisticato lanciato da Paroc per il calcolo dell'isolamento tecnico. Calculus è un programma di facile utilizzo adatto anche a chi non ha familiarità con questo tipo di software che offre la possibilità di creare la propria banca dati e salvare i calcoli dell’intero progetto attraverso due versioni: on-line sul portale ed una scaricabile sul proprio pc dotata di maggiori funzionalità.
Link presenta sul mercato PAROC Calculus: un software innovativo e sofisticato lanciato da Paroc per il calcolo dell'isolamento tecnico. Calculus è un programma di facile utilizzo adatto anche a chi non ha familiarità con questo tipo di software che offre la possibilità di creare la propria banca dati e salvare i calcoli dell’intero progetto attraverso due versioni: on-line sul portale ed una scaricabile sul proprio pc dotata di maggiori funzionalità.
Il software calcola le soluzioni realizzate con i prodotti di isolamento tecnico PAROC basati su equazioni descritte nella norma EN ISO 12241 che fornisce i metodi per conteggiare le proprietà relative al trasporto di calore degli impianti in edilizia ed installazioni industriali, prevalentemente in regime stazionario, fornendo un approccio semplificato per il trattamento dei ponti termici. Inoltre, gli ultimi sviluppi del programma, aprono la porta al mondo della cantieristica navale in quanto il database dei prodotti disponibili è stato aggiornato introducendo la gamma Marine & Offshore di PAROC, comprensivi di tutti i rivestimenti ad essi dedicati, consentendo di eseguire i calcoli relativi a tutti gli elementi isolati presenti sulle navi e sulle installazioni offshore quali scarichi, tubazioni, condutture, serbatoi, utilizzando correttamente i prodotti PAROC certificati MED.
Per eseguire i calcoli con i prodotti Marine & Offshore, basta accedere al link del software, inserire un segno di spunta nella casella di selezione “Marine object” (Elemento Navale) presente alla voce “Select object” (Selezione oggetto). L'offerta del database dei prodotti passa così a quelli navali.
L'introduzione dei prodotti Marine & Offshore con gli specifici rivestimenti consente di utilizzare la corretta emissività termica nel calcolo della temperatura superficiale delle coibentazioni. Ciò rappresenta una notevole importanza sia per la protezione del personale imbarcato, garantendo l’effettiva sicurezza del materiale impiegato, oltre a una garanzia per il corretto funzionamento dell’isolante applicato. Infatti nella cantieristica cresce sempre più l'attenzione per i risparmi di peso delle imbarcazioni ai fini dell'efficienza di impiego dei combustibili, dell'autonomia di navigazione e della manovrabilità e per i progettisti disporre di un software utile, sempre aggiornato e correttamente configurato dalla casa madre sui prodotti applicati, diviene uno strumento indispensabile per valutare il peso degli isolamenti impiegati.
Calculus è gratuito e semplice da utilizzare con qualunque dispositivo.
Non vi resta quindi che provarlo e darci la vostra opinione!
Il trasporto merci su gomma è regolato da diverse norme che ne disciplinano il transito, i tempi, la documentazione e la sicurezza. Tra queste l’Allegato III del Decreto Ministeriale del 19 Maggio 2017, le cui norme sono entrate in vigore dal 20 Maggio 2018, stabilisce i principi in materia di fissazione e di controllo del carico ed indica quali sono le norme a regolamentazione dei dispositivi di ancoraggio merce sui veicoli stradali. La regolamentazione delle operazioni di trasferimento e fissazione dei prodotti sui veicoli è determinate per proteggere i soggetti impegnati non solo nella movimentazione dei carichi ma anche l’autista, gli altri utenti della strada, i pedoni, il veicolo ed il contenuto stesso trasportato.
Per maggiori informazioni: Fissaggio del carico su trasporto stradale
L'isolamento in lana di roccia è un prodotto naturale, utilizzato in ambito industriale da oltre 80 anni, ottenuto dalla roccia vulcanica fusa, trasformata in fibre e impregnata di una piccola quantità di legante organico (2-4%) per stabilizzarla, quindi passata in un ulteriore forno per l’indurimento ed il taglio a misura.
La lana di roccia Paroc così ottenuta è estremamente naturale e racchiude ottime caratteristiche di: Durabilità - Efficienza in termini energetici - Fono assorbenza - Antincendio - Anti umidità - Riutilizzo e Sicurezza.
La lana Paroc non è solo un prodotto naturale, ma naturalmente sostenibile in quanto segue un preciso protocollo nel rispetto dell’ambiente: un valore aggiunto per il consumatore attento all’ambiente e rispettoso delle risorse del nostro pianeta.
Per maggiori informazioni segui il link: Paroc l'isolamento naturalmente sostenibile
L’attività di approntamento della forma, nei processi di fonderia, rappresenta uno dei passaggi fondamentali e più delicati del ciclo produttivo di un manufatto in ghisa, la cui progettazione e realizzazione richiede competenze specifiche e alti livelli di precisione. È il luogo in cui le idee prendo forma; dove il metallo spillato fuso nel forno, raccolto nella siviera e trasportato nel canale di colata, giunge allo stampo per dare origine ad una forma accuratamente preparata.
Per maggior informazioni leggi: Quando le idee prendono forma
Da uno studio sperimentale eseguito su differenti materiali isolanti da un laboratorio esterno indipendente, la lana di roccia Paroc è risultata uno dei materiali isolanti più performanti in termini di resistenza all'umidità. L’analisi è stata condotta su quattro diversi meccanismi di trasporto dell'umidità ed il loro effetto sugli edifici con la consapevolezza che l'umidità penetra nelle strutture non solo durante le precipitazioni atmosferiche, ma anche attraverso un percorso silente difficile da controllare.
Da uno studio sperimentale eseguito su differenti materiali isolanti da un laboratorio esterno indipendente, la lana di roccia Paroc è risultata uno dei materiali isolanti più performanti in termini di resistenza all'umidità. L’analisi è stata condotta su quattro diversi meccanismi di trasporto dell'umidità ed il loro effetto sugli edifici con la consapevolezza che l'umidità penetra nelle strutture non solo durante le precipitazioni atmosferiche, ma anche attraverso un percorso silente, difficile da controllare.
I meccanismi di trasporto dell'umidità sono attentamente studiati in fase di progettazione degli edifici, ma devono essere anche accuratamente valutati durante la costruzione degli edifici, non solo per la corretta applicazione dei prodotti, ma anche per gli interscambi tra materiali diversi e la loro conservazione in cantiere.
Un approfondito studio condotto dall'ente VTT (VTT-S-05337-17) ha dimostrato che esistono differenze tra i diversi materiali isolanti in termini di resistenza all'umidità.
Infatti, durante la realizzazione di un immobile viene inevitabilmente conferita alla struttura una certa quantità d’acqua atmosferica che si somma a quella contenuta nei materiali da costruzione, ed anche se l'isolamento non si bagna, il livello di umidità del resto dei componenti aumenta a volte anche di parecchi punti. Per questa ragione la permeabilità al vapore acqueo dell'isolante svolge un ruolo chiave nella velocità di asciugatura dell'intera struttura consentendo all'umidità di fuoriuscire.
Per maggiori informazioni scarica gratuitamente la Guida Paroc e segui l’articolo su Edilportale: L'isolamento più asciutto sul mercato
Con sempre maggior frequenza le precipitazioni atmosferiche superano l’infiltrazione dell’acqua nel suolo. Negli ambienti con superfici non impermeabilizzati come boschi e campi il fenomeno del “runoff” è poco percepito in quanto le acque meteorologiche sono generalmente filtrate dal suolo. Invece, in ambienti urbani caratterizzati dalla cementificazione, le superfici sono per lo più impermeabilizzate e l'acqua piovana scorre superficialmente in un moto spesso condizionato da depressioni, tubazioni e canali. Queste acque di runoff stradale, se non gestite correttamente, possono causare danni all’ambiente, perché responsabili del dilavamento di particolati e metalli pesanti depositati sull’asfalto. Dispositivi di coronamento e chiusura di pozzetti e vasche di raccolta acque meteoriche, reflue o d’irrigazione diventano presidi fondamentali per il contenimento di questo fenomeno.
Per maggiori informazioni leggi su: Link Industries: copri-cisterna e chiusini a scomparsa
Dispersione di flusso di calore, inefficienza energetica, discontinuità costruttive, mancato comfort sono alcuni degli aspetti che si avvertono in presenza di zone di ponte termico.
Tali zone, se non opportunamente progettate, sono la causa di svariate problematiche:
Per maggiori informazioni: Link Industries: le zone di ponte termico e l'involucro edilizio
Primario interesse di ciascun proprietario immobiliare è che il proprio investimento sia funzionale, efficiente e vantaggioso. Per ottenere una tale performance giocano un ruolo determinante le prestazioni dell’involucro edilizio che devono garantire la salubrità delle parti indoor e la longevità degli impianti.
Per maggiori informazioni clicca qui: Ristrutturare incrementando efficienza e funzionalità
Primario interesse di ciascun proprietario immobiliare è che il proprio investimento sia funzionale, efficiente e vantaggioso. Per ottenere una tale performance giocano un ruolo determinante le prestazioni dell’involucro edilizio che devono garantire la salubrità delle parti indoor e la longevità degli impianti. L'evoluzione tecnologica delle prestazioni energetiche dell'involucro edilizio si esprime appieno nella Casa Passiva che copre la maggior parte del suo fabbisogno di energia per riscaldamento e raffrescamento ambientale interno ricorrendo a dispositivi passivi. Parte integrante dell’architettura passiva è il “Sistema a Cappotto”, quale soluzione composita che prevede l’applicazione con incollaggio e/o fissaggio meccanico di pannelli isolanti sul lato esterno dell’involucro di un edificio, rifiniti superficialmente con un ciclo di rasatura con rete di rinforzo. Tale soluzione, adeguatamente progettata e correttamente posata (sia in edifici nuovi, sia nelle ristrutturazioni), diviene il principale strumento per realizzare un corretto isolamento termico minimizzando il consumo di energia, massimizzando il comfort, incrementando nel contempo l’efficienza e la durata dell’investimento e la reale vita delle strutture con un basso impatto ambientale.
Sulla base degli Standard Europei (Sistema ETICS), Paroc ha sviluppato un apposito pannello, il LINIO 10, che risponde alle caratteristiche richieste per il singolo prodotto in lana di roccia per il sistema a cappotto e che soddisfa tutte le richieste per i pannelli isolanti contenute negli ETA (European Technical Assessment), ottenuti secondo le Linee Guida ETAG004 dai sistemisti leader di mercato.
A completamento del sistema di isolamento passivo dell’involucro edilizio, Link propone reti in fibra di vetro quali elementi di rinforzo del ciclo esterno di rasatura del sistema a cappotto, e per il pacchetto isolante di copertura consiglia, una serie di membrane traspiranti e di controllo al vapore per la corretta migrazione del flusso di vapore acqueo dall’interno verso l’esterno dell’edificio, anche attraverso la copertura:
Le soluzioni proposte possono essere utilizzate per reinterpretare in maniera innovativa “vecchi metodi” giungendo, con estrema facilità di posa, alle più alte prestazioni, risolvendo contemporaneamente le problematiche legate recupero dell’esistente e/o all’efficientamento del nuovo.
Il futuro è la Casa Passiva, informati per incrementare l’efficienza e la funzionalità della tua abitazione attraverso un nuovo approccio green e sostenibile.
Per maggiori informazioni clicca qui: Ristrutturare incrementando efficienza e funzionalità
Una costruzione moderna si riconosce non solo dai trionfi dell'architettura contemporanea, ma anche dalle tecnologie di installazione all’avanguardia e in continuo sviluppo: dagli impianti di riscaldamento e acqua sanitaria, dai tubi di scarico e fumi, dai camini, dalle apparecchiature HVAC alle condotte di ventilazione.
Infatti i sistemi di installazione svolgono svariati ruoli in termini di funzionalità di un edificio e primo fra tutti la sicurezza antincendio.
Per maggiori informazioni:
I sistemi HVAC, progettati per una circolazione efficiente di aria e di acqua per il riscaldamento, la ventilazione e il condizionamento dell'aria, rappresentano il "sistema cardiovascolare" di un edificio; un “sistema” che, attraversando tutte le aree dell’edificio, deve rispettare la compartimentazione ai fini della Prevenzione Incendi. Questa non è altro che la suddivisione dell’edificio in aree delimitate da strutture con resistenza al fuoco predeterminata al fine di controllare e contenere la propagazione del fuoco in caso di incendio.
Poiché è comune che le condotte di ventilazione attraversino pareti e solai con funzione di compartimentazione antincendio, è fondamentale che attraversandoli mantengano inalterata la compartimentazione all’incendio.
Le condotte di ventilazione utilizzate in questi casi devono essere certificate secondo le norme EN1366-1, specifiche per determinarne la resistenza al fuoco.
Una condotta certificata è in grado di attraversare pareti e solai compartimentanti senza indebolirne la resistenza al fuoco e quindi garantendo la prestazione dell’intera compartimentazione antincendio. Per questa ragione tutti gli impianti che attraversano compartimentazioni antincendio devono soddisfare determinati requisiti:
• prevenire il passaggio di fuoco e fumo tra diverse zone compartimentate;
• evitare il rapido aumento della temperatura negli attraversamenti e l'accensione potenziale di materiali combustibili nelle diverse zone compartimentate;
• mantenere la resistenza meccanica in caso di incendio.
La normativa EN1366-1, infatti, prevede varie tipologie di canalizzazioni che si differenziano in virtù della propagazione dall’interna o all’esterno alla condotta dell’incendio (iào, ißo) e della disposizione verticale o orizzontale della condotta (ve-ho). La classificazione di resistenza al fuoco viene fornita come il limite di tempo (in minuti 15, 30, 45, 60, 90, 120, 180 etc.) durante il quale i criteri di prestazione sono soddisfatti in specifici test antincendio standardizzati. I criteri di resistenza al fuoco per gli attraversamenti sono simili a quelli adottati per gli elementi costruttivi degli edifici, vale a dire:
Integrità (E) è la capacità di un campione di un elemento testato di impedire il passaggio di fiamme e gas caldi attraverso il lato esposto al fuoco e prevenire il verificarsi di fiamme sul lato non esposto.
L'isolamento (I) definisce la capacità di mantenere l'innalzamento della temperatura della zona non esposta al di sotto dei livelli specificati.
Tenuta ai fumi (S) definisce il passaggio dei fumi di incendio al lato non esposto al fuoco.
A seconda del tipo di installazione, si dovranno scegliere canalizzazioni di ventilazione con le idonee prestazioni antincendio.
Paroc ha messo a punto un prodotto incombustibile trapuntato su rete che solitamente viene rivestito con foglio di alluminio interposto tra lana e rete per la protezione antincendio delle condotte di ventilazione.
Il prodotto è PAROC Hvac Fire Mat (Alucoat) , un materassino incombustibile, flessibile, in lana di roccia biosolubile, rivestito con foil di alluminio su una faccia e successivamente trapuntato con rete in acciaio zincato esagonale a triplice torsione. E’ testato per raggiungere una protezione fino a EI 120 di condotte rettangolari e circolari, sia verticali che orizzontali, per esposizione da fuoco interno ed esterno. Per tutte le soluzioni, gli spessori di prodotto da applicare e le caratteristiche delle condotte metalliche dovranno rispondere a quanto riportato nei certificati di laboratorio.
Al momento della posa è richiesto di rivestire il condotto di ventilazione con il materassino PAROC Hvac Fire Mat Alucoat chiudere i bordi longitudinali e trasversali con filo di acciaio zincato. Fissare ulteriormente il materassino al condotto di ventilazione con il filo di acciaio zincato ogni 330 mm (due fissaggi per fascia di materassino).
Per maggiori informazioni:
Il grigliato è un gruppo rettilineo costituito da due piatti contenuti da una bordatura che, si distingue in:
Il grigliato, a sua volta, può essere contenuto, o meno, in un telaio a seconda della destinazione d’uso, la cui funzione è quella di interporsi tra il grigliato ed il manufatto sul quale verrà appoggiato.
Il differente processo di produzione distingue i grigliati in tre tipologie:
Link, grazie alla lunga esperienza nel settore, è in grado di sviluppare un’ampia gamma di personalizzazioni, mentre sono sempre disponibili a magazzino una serie di griglie in acciaio, pressate (con o senza telaio), zincate a caldo conformi alla norma UNI EN ISO 1461, a maglia standard (33x33 mm) ed antitacco (33x11 mm) quale selezione proposta da nostri tecnici.
La gamma di misure disponibili, le svariate possibilità di personalizzazioni, la durata nel tempo ed uno spiccato gusto estetico rendono questi prodotti di largo impiego in svariate applicazioni. Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci.
Leggi anche: LINK Industries: la griglia su misura
Il grigliato è un gruppo rettilineo costituito da due piatti contenuti da una bordatura che, in base alla sezione di realizzo, permette un ancoraggio fisso (sezioni a C) oppure un grigliato rimovibile (sezioni a L). I piatti, quali elementi strutturali, si distinguono in:
Il grigliato, a sua volta, può essere contenuto, o meno, in un telaio a seconda della destinazione d’uso. La funzione del telaio è quella di interporsi tra il grigliato ed il manufatto sul quale verrà appoggiato.
Il differente processo di produzione distingue i grigliati in tre tipologie:
Il grigliato è generalmente un prodotto metallico, in ferro o inox, spesso zincato con un procedimento anticorrosivo che sviluppa una compenetrazione chimico-metallurgica fra acciaio e zinco attraverso un bagno di zinco ad alta temperatura per garantire la durata e le caratteristiche estetiche del prodotto. A differenza dei tradizionali rivestimenti anticorrosione che ricoprono passivamente il metallo, con la zincatura a caldo si forma un velo di rivestimento uniforme per mantenere inalterate le qualità fisico-meccaniche originali.
Link, grazie alla lunga esperienza nel settore, è in grado di sviluppare un’ampia gamma di personalizzazioni, sia per prodotti elettrosaldati, sia stampati, sia pressati, realizzati in differenti tipologie di maglia, altezza e spessore delle barre, lunghezza e larghezza del telaio.
Sono sempre disponibili a magazzino una serie di griglie in acciaio, pressate (con o senza telaio), zincate a caldo conformi alla norma UNI EN ISO 1461, a maglia standard (33x33 mm) ed antitacco (33x11 mm) quale selezione proposta da nostri tecnici.
GRIGLIA PER CANALETTA
LGZ-5020/5025 (maglia 33x33mm in altezze 20mm e 25mm)
LGZ-5120/5125 (maglia 33x11mm in altezze 20mm e 25mm)
Le canalette vengono impiegate nell’ edilizia urbana per il deflusso delle acque stradali, pedonali e dei giardini. Inoltre possono essere impiegate in ambito industriale per garantire il lavaggio e la pulizia delle pavimentazioni.
GRIGLIA CON TELAIO
LGZ-H100 / 140 maglia 33x33mm in altezza 25mm
LGZ-H400 / 417 maglia 33x11mm in altezza 25mm
Particolarmente idonee all’impiego in aeree il raccoglimento di acqua drenata dalla superficie di edifici, strutture o dal suolo.
Qualche accorgimento ed alcune precauzioni evitano problemi nella posa delle griglie. Infatti, definita la tipologia ideale e la portata in base alla destinazione d’uso, è necessario prestare attenzione alla profondità di inserimento delle grate rispettando il rapporto tra livello di pavimentazione, la quota della griglia, il livello della copertura di superfice e la parete della canaletta. E’ altresì importante tenere in giusta considerazione la protezione dei bordi del grigliato e della superficie di contatto ed il giusto fissaggio della griglia al manufatto per soddisfare le condizioni meccaniche richieste.
La gamma di misure disponibili, le svariate possibilità di personalizzazioni, la durata nel tempo ed uno spiccato gusto estetico rendono questi prodotti di largo impiego in svariate applicazioni. Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci.
Nel mondo la disponibilità di acqua è enorme, ma solamente il 3% circa è rappresentato da acqua dolce (acque sotterranee e superficiali) i cui prelievi aumentano progressivamente. Infatti, il tema di una corretta ed efficiente gestione della risorsa idrica, diviene argomento ricorrente ed in diversi studi di settore si legge come l’acqua sia considerata ormai un bene prezioso e sempre più “scarso”. Nell’analisi del bene-acqua rientra a pieno titolo il ragionamento sull’infrastruttura idrica che la supporta e la conseguente necessità di un suo efficientamento. Il sistema di drenaggio urbano, così costituito, è composto da una complessa rete di canalizzazioni, per lo più sotterranee, installate per raccogliere e smaltire, lontano da insediamenti civili e produttivi, le acque meteoriche o dilavamento superficiali e quelle reflue.
Le acque di dilavamento meteorico, di raffreddamento provenienti da attività industriali, quelle per uso irriguo provenienti da giardini, orti, parchi e le acque sorgive, sono considerate acque bianche. Esse confluiscono nelle canalizzazioni attraverso sistemi di drenaggio urbano che le intercetta mentre scorrono convogliandole nella rete fognaria pluviale.
Link propone alla propria clientela una serie di griglie concave e piane, in ghisa sferoidale, predisposte per raccogliere e far confluire tali acque. Sono strutturate per l’utilizzo di sifone, dotate di un innovativo sistema di sicurezza con chiusura a scatto e conformi alla normativa EN124-1/2 : 2015.
Le griglie GSGEN:
Le nostre caditoie dispongono di un sistema di vincolo al telaio che utilizza cardini di rotazione, consentendo l’apertura e, all’occorrenza, l’eventuale rimozione delle griglie. Inoltre sono provviste di barre elastiche di chiusura: un sistema di sicurezza che previene aperture accidentali pur consentendo regolari accessi per pulizia e manutenzione degli impianti di raccolta.
Le nostre caditoie nella classe C250, nel rispetto del Decreto Del Ministero dei Lavori Pubblici, hanno feritoie dalla larghezza inferiore a mm. 20 per la sicurezza del traffico ciclistico. La superfice drenante è stata sviluppata per essere ampiamente entro i requisiti di normativa e favorire il normale deflusso delle acque.
Per maggiori informazioni: Link Industries presenta le griglie GSGEN
Le Coppelle Paroc fanno notizia su Infobuild
Con la piena consapevolezza che l’interesse primario di ciascun stakeholder sia quello di assicurarsi un investimento funzionale, efficiente e, naturalmente, vantaggioso, Link presenta le coppelle in lana di roccia: il prodotto ideale per incrementare l’efficienza e la durata degli impianti industriali oltre che per realizzare un corretto isolamento termico di tubature ad alta temperatura o tubazioni per riscaldamento acqua sanitaria, e per minimizzare il consumo di energia massimizzando la reale vita dell’impianto.
La lana di roccia PAROC è un materiale naturale e rispettoso dell’ambiente che offre soluzioni specifiche altamente performanti per l’isolamento termico, acustico e per la protezione passiva dal fuoco nelle costruzioni e riqualificazioni civili, negli impianti industriali, nel settore navale e off-shore.
La lana minerale si produce con materie prime reperibili in abbondanza in tutto il globo e con una quantità di materiali di riciclo in costante aumento.
Inoltre, l’attività di ricerca e sviluppo nel campo dell’isolamento industriale ha beneficiato della stretta collaborazione con clienti ed esperti del settore. Tutti i prodotti sono stati studiati per incrementare l’efficienza e la funzionalità dell’impianto e per rispettare i più severi standard di qualità.
Ci pregiamo pertanto di presentarVi, attraverso le relative schede prodotto e connesso video, le coppelle summenzionate:
Le soluzioni in lana di roccia in generale, e le coppelle in particolare, aumentano il comfort e la sicurezza degli ambienti nei quali sono utilizzate, migliorando l’efficienza energetica degli edifici e le performance di rendimento degli impianti: sono vantaggi di indubbio valore economico ed ambientale derivanti da un impianto ben isolato.
Nuovi test per la protezione dal fuoco di acciaio e calcestruzzo con PAROC CGL20cy e PAROC FPS 17.
Paroc ha sviluppato due prodotti specifici per la protezione di calcestruzzo (PAROC CGL20cy e PAROC FPS 17) e acciaio (PAROC FPS 17) sfruttando le eccellenti proprietà termo-acustiche e di resistenza al fuoco della lana di roccia.
Calcestruzzo - PAROC CGL20cy protegge fino a REI 240 con soli 60mm di isolante qualsiasi soletta in calcestruzzo
Calcestruzzo e acciaio - PAROC FPS17 protegge fino a REI 240 con soli 20mm di isolante qualsiasi soletta in calcestruzzo e fino a R 210 qualsiasi tipologia di trave in acciaio con vari spessori.
Per maggiori informazioni scriveteci a isolamento@linkindustries.com
Link presenta le nuove membrane su: Edilportale e Archiproduct
L’involucro edilizio è un elemento architettonico di frontiera che delimita e conclude perimetralmente l'organismo costruttivo e strutturale. La sua funzione è sia quella di mediare, separare e connettere l'interno con l'esterno, sia quella di delimitare e identificare gli spazi esterni circostanti.
Le prestazioni dell'involucro devono garantire il comfort termico e igrometrico degli spazi confinati e il contenimento dei consumi energetici mediante il soddisfacimento dei principali requisiti prestazionali: controllo dei fenomeni di condensa superficiale e interstiziale, controllo della combinazione “temperatura – umidità – ventilazione”, resistenza e inerzia termica ai fini del risparmio energetico.
L’involucro edilizio ha subito negli anni un evoluzione sostanziale in grado di ottimizzare le interazioni tra ambiente interno e macro-ambiente esterno, e viceversa, al mutare delle diverse condizioni climatico-ambientali nel corso della giornata, nel corso dell'anno, finanche nel corso della vita dell'organismo edilizio e dell'uomo che lo abita.
A prescindere dai materiali d’impiego e dalle tecnologie sfruttate, l’ involucro edilizio è, per convenzione, costituito da 4 strutture funzionali standard: strutture orizzontali (dove l’involucro separa l’ambiente interno dal terreno o dall’esterno), strutture verticali perimetrali (in contatto con ambienti non riscaldati), coperture piane o inclinate (i.e. tetti, al fine di fronteggiare i problemi di umidità, muffa e surriscaldamento estivo), chiusure trasparenti.
Link Industries propone alla propria clientela, da oltre vent’anni, soluzioni per l’ efficientamento dell’involucro edilizio: principalmente tramite prodotti in lana di roccia, ma anche reti in fibra di vetro come elementi di rinforzo dello strato di rasante applicato sui pannelli esterni di coibentazione e membrane traspiranti e freno vapore usati come strato protettivo sotto la copertura contro l'umidità e vento (penetrazione di acqua allo stato liquido).
Link ha recentemente sviluppato una linea di prodotti pensati proprio a tale scopo: membrane traspiranti e freno vapore per preservare l’ efficientamento dell’involucro edilizio.
I sottostarti della copertura non hanno resistenza termica significativa pertanto, una corretta posa ed un calibrato impiego dei materiali idonei, è fondamentale per un regolare efficientamento energetico. Infatti, attraverso il tetto si verifica il 20-30% delle dispersioni termiche, per contro un buon isolamento consente di:
Il futuro è il sistema di isolamento passivo, informati per incrementare l’efficienza e la funzionalità della tua abitazione ad un basso impatto ambientale.
Link Industries SpA, fa propria la considerazione che a crear valore per il Cliente è la fornitura di un prodotto qualitativamente ineccepibile, accompagnato da una serie di attività pensate per generare valore.
Per questo la gamma accessori per la coibentazione navale proposta da LINK è corredata dalle seguenti certificazioni:
Modulo B - Certificato M.E.D. di “bassa attitudine alla propagazione della fiamma” secondo IMO Res A 653(16);
Modulo E – Certificato CE garanzia di qualità dei prodotti.
Link Industries SpA, fa propria la considerazione che a crear valore per il Cliente è la fornitura di un prodotto qualitativamente ineccepibile, accompagnato da una serie di attività pensate per generare valore.
Per questo la gamma accessori per la coibentazione navale proposta da LINK è corredata dalle seguenti certificazioni:
Modulo B - Certificato M.E.D. di “bassa attitudine alla propagazione della fiamma” secondo IMO Res A 653(16);
Modulo E – Certificato CE garanzia di qualità dei prodotti.
LINK GLASS FABRIC TAPE 0.12
Nastro in tessuto di vetro bianco da 105 gr/m2 di peso e 0.12 mm di spessore trattato con speciali resine autoestinguenti. Utilizzato prevalentemente in ambito nautico e navale per coprire i giunti tra pannelli isolanti rivestiti con tessuto di vetro nelle coibentazioni “a vista”. La speciale trama lo rende idoneo ad essere impregnato con collante vinilico.
LINK GLUE V20
Adesivo aceto-vinilico per utilizzo nel settore nautico e navale. Particolarmente idoneo per la sigillatura dei giunti tra pannelli coibentanti rivestiti con tessuto di vetro (di varie grammature e spessori) tramite nastro in fibra di vetro. Utilizzato inoltre per l’incollaggio di rivestimenti superficiali quali tessuti in fibra di vetro di varie grammature e spessori su supporti in materiali isolanti quali lane minerali, roccia e vetro.
LINK PE WRAP
Pannello in lana di roccia incombustibile PAROC Marine Slab imbustato in un film a base polietilenica autoestinguente nero. E’ utilizzato in ambito navale prevalentemente per l’isolamento di pavimenti all’interno di cabine.
Per ulteriori informazioni il nostro ufficio tecnico è a vostra costante disposizione.
Sede Amministrativa: Ponte Morosini, 49 Marina Porto Antico 16126 Genova
ITALIA
Tel. +39 010 2546.901 – Fax +39 010 2546.999 –
Sede Logistica: Strada della Guasca, Zona Industriale D5 15122 Spinetta Marengo ITALIA
Tel. +39 0131 216.556 – Fax +39 0131 611.447
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